Ecco, in un paese normale non sarebbe potuto accadere. E se fosse accaduto le conseguenze si sarebbero sentite, se non altro sul piano della rispettabilità e del buon nome.

In un paese normale destra e sinistra sarebbero unite nel condannare la piccola, vergognosa trovata inventiva di Luigi Frati, il rettore della Sapienza, che a Roma ha promosso il figlio nei ranghi di professore ordinario nella sua facoltà di Medicina. Una piccola vergognosa e precipitosa accelerazione che serve a dribblare una delle poche norme positive che il parlamento é riuscito a infilare, con un emendamento provvidenziale, nella riforma Gelmini: quello antiparenti. Il povero Giacomo Frati, infatti, in virtù del nuovo vincolo, non sarebbe più potuto salire in cattedra. E allora cosa si inventa il rettore? Un aiutino last minute. Una nuova perla per il professor Frati, che in facoltá ha trovato un posticino anche per la moglie e la figlia, un vero miracolo, visto che nessuna delle due ha la laurea in medicina.

Leggi questa notizia e ti cascano le braccia. E ti viene voglia di dire, agli studenti, di non perdere tempo dietro i guerriglieri urbani. Vadano in facoltà, trovino uno qualsiasi della famiglia, e – in modo assolutamente non violento – si mettano a battere le pentole, come si faceva nell’Argentina dei desaparecidos, quando si scopriva l’identitá di un ex torturatore. Molto più pacifico delle sassaiole. Molto più efficace.

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