Il freddo che fa in quasi tutta Europa e che paralizza letteralmente la Gran Bretagna non è colpa di nessuno, è ovvio. Quello che è invece imputabile all’umana volontà sono invece le dichiarazioni del responsabile dei Trasporti Philip Hammond a proposito del blocco quasi totale di voli da e per Heathrow, uno dei primi hub del mondo con 66,9 milioni di passeggeri l’anno secondo i dati ufficiali.
Con flemma tutta britannica, incalzato da una giornalista della Bbc, il ministro ha spiegato come porre rimedio al disastro di questi giorni. Dobbiamo decidere che fare negli anni futuri, ha ragionato, i soldi non bastano a tutto. Se li mettiamo sulle apparecchiature anti-ghiaccio li dobbiamo togliere ad altro. Quello che però il ministro non dice è che nella decisione il governo c’entra poco o niente. L’aeroporto di Heathrow – virtualmente chiuso da due giorni e forse per altri due ancora, con migliaia di passeggeri che bivaccano loro malgrado sotto le volte vitree ipermoderne di quello che doveva essere uno dei templi europei dell’aviazione civile – è stato privatizzato. Molti anni fa, sull’onda del furore thatcheriano degli anni ’80. Lo ricorda meritoriamente David Millward in un commento pubblicato sul Daily Telegraph. Oggi infatti Heathrow è controllato dalla società di trasporti spagnola Ferrovial.
Certo, Hammond ha proprio ragione nel dire che i soldi non bastano a tutto. Particolarmente quando e se gli investitori privati non guardano al di là del proprio naso, considerando un inverno più rigido del solito come un quasi trascurabile accidente della natura. A cui porre rimedio solo quando e se conviene.
E in tutto ciò i passeggeri possono tranquillamente continuare ad arrabbiarsi. Il ministro sta a casa per Natale.