Un nuovo accordo tra Bossi e Berlusconi. Ed è di nuovo la Lega a dettare le regole, sempre più stringenti. Perché se il Carroccio a giugno ha concesso al premier i mesi necessari per trovare il sostegno al voto di fiducia di settembre prima e dicembre poi, questa volta il respiro dell’ultimatum è molto breve: fine gennaio. Il presidente del Consiglio ha meno di trenta giorni per riuscire ad allargare la maggioranza ma deve farlo seguendo due possibilità. Può incassare il sostegno del “nuovo gruppo che sta formando” Silvano Moffa che, spiega lo stesso Bossi, “serve per avere qualche numero in più nelle commissioni, soprattutto per la bicamerale sul Federalismo”; commissione in cui la maggioranza non è più in mano del governo e che deve esprimersi sui pareri per la legge tanto voluta dal Carroccio. Berlusconi può anche incassare l’appoggio dell’Udc ma al partito di Pier Ferdinando Casini non deve essere assegnato nessun ministero, tanto meno quello dell’ambiente ora nelle mani di Stefania Prestigiacomo che oggi ha lasciato il Pdl per iscriversi al gruppo Misto.
Ed è stato proprio l’addio della titolare dell’ambiente a far scattare in piedi i vertici della Lega per andare a citofonare a Palazzo Grazioli. A via del Plebiscito sono entrati Umberto Bossi, i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni. il vicepresidente del Senato, Rosy Mauro e Giancarlo Giorgetti. Il premier letteralmente assediato dai leghisti ha chiamato il sottosegretario e portavoce personale, Paolo Bonaiuti, e l’avvocato Niccolò Ghedini.
In poco più di un’ora e mezza di incontro è stato raggiunto l’accordo. Il Carroccio spinge per le elezioni anticipate, è certo di trovare nelle urne un gradimento mai raggiunto prima, complice anche la debolezza politica del Pd e del Pdl. Il premier ha ottenuto un mese di respiro per saldare la maggioranza. Se a fine gennaio in aula lo scarto sarà ancora di appena tre o quattro deputati, il Carroccio staccherà la spina. Bossi ha letto nel ritorno di Berlusconi in tv ad annunciare un nuovo partito, l’avvio della campagna elettorale. E il bacino di voti maggiore della Lega coincide con quello del premier: Lombardia e nord. Per quanto siano alleati, il senatùr sa che se il cavaliere ha il tempo di mettere in moto e portare a pieno regime la macchina della propaganda, potrebbe rubargli importanti punti percentuali nelle urne. E parlamentari a Roma. Un mese di tempo, dunque, per trovare sostegni concreti alla maggioranza che permetta di governare altrimenti, lo ha ribadito Bossi, l’unica alternativa è il voto.