DASPO PER TUTTI
Dopo “i moti” del 14 dicembre a Roma, il governo ha proposto di estendere il Daspo anche alle manifestazioni politiche. E a noi da subito è parsa un’idea geniale. Infatti il Daspo è una misura che vieta a chi è indesiderato di assistere alle manifestazioni sportive. E chi manifesta, si sa, lo fa per sport. Ma a questo punto perché fermarsi al Daspo? In Italia calcio e politica non hanno sempre marciato a braccetto? Ecco, di seguito, una serie di norme mutuate dal mondo del pallone che il governo s’appresta introdurre.
LA TESSERA DEL MANIFESTANTE
D’ora in avanti, chi desidera partecipare a un corteo, a un sit in, a una dimostrazione, a uno sciopero, a un sabotaggio, a un saccheggio, a un’occupazione, oppure dormire sui tetti, dovrà munirsi dell’apposita “tessera del manifestante”. Grazie ad essa le organizzazioni politiche, così come le squadre di calcio, potranno fidelizzare il proprio militante, fornendogli inoltre un documento di riconoscimento con foto (ai black bloc è stato concesso anche incappucciati). Ognuna fazione avrà dunque la sua card: ci sarà la Dux Card, la Stalin Card, la Silvio Card, El Tesserin Del Padàn, La Cigl Siamo Noi, La Cisl Siamo Noi, La Uil Siamo Noi, Cuore Rosso, Cuore Nero, Cuore Verde, Cuore Viola, Cuore Metti Un Po’ Il Colore Che Vuoi Tu (per gli elettori del Pd). Ovviamente, la tessera sarà una “ricaricabile” e permetterà al militante di acquistare direttamente dalla propria organizzazione tutto il materiale da sommossa che gli serve: dalle bandiere agli Stalin, dai caschi griffati alle molotov. Ma non solo. La card contiene anche un microchip che condurrà a una svolta epocale. Grazie a uno speciale rilevatore, infatti, finalmente si conoscerà il numero effettivo di partecipanti a una manifestazione. Questura e organizzatori sono avvisati.
AMMENDE E DIVIETI
Nel caso di violenze, ai manifestanti sarà ritirata la tessera e impedito non solo di protestare, ma anche di polemizzare con genitori e fidanzata. Inoltre, grazie alla tessera del manifestante, si potrà facilmente individuare il responsabile di canti violenti e multare lui e la sua organizzazione. A chi, per esempio, griderà «10, 100, 1000 Nassiriya» verrà prelevata una quota dalla sua tessera ricaricabile e alla sua organizzazione impedito di indire manifestazioni per tre settimane. Mentre chi verrà sorpreso a inneggiare a Che Guevara con la Dux Card sarà immediatamente portato in un istituto d’igiene mentale. E non è tutto. Il governo sta anche discutendo la norma che vieta di fumare alle manifestazioni, così come avviene negli stadi inglesi. Nel caso, soltanto a chi manifesta per la legalizzazione della cannabis sarà ugualmente concesso di fumare, ma solo se quel giorno le polveri sottili saranno sotto il livello di guardia. Invece i liberali, sempre attenti alle libertà individuali, dovranno introdurre una zona fumatori all’interno dei cortei, che però stigmatizzeranno da fuori urlando ripetutamente «tabagisti!» Mentre i milanesi, che non potranno più inscenare lo sciopero del tabacco come fecero contro gli austriaci nel 1848, hanno già detto che opteranno per lo sciopero del panettone.
LE TRASFERTE VIETATE
Per questioni di ordine pubblico, l’Osservatorio sulle manifestazioni di piazza potrà vietare ad alcuni gruppi di dimostrare in trasferta. Le restrizioni avranno carattere eminentemente ideologico-geografico. Ad esempio, i comunisti di Livorno non potranno manifestare nei dintorni della Bolognina (e viceversa); tutti gli anarchici provenienti dall’America non potranno andare a Monza; ai fascisti veneti saranno vietate le piazze di Peteano, Brescia, Milano (se c’è una fontana), nonché di spostarsi in treno. Per non ingenerare confusioni storiche, gli abitanti di Pontida non potranno recarsi a Salò, i saloini a Dongo e i donghesi a Predappio. Nel caso di gravi pericoli di ordine pubblico, inoltre, l’Osservatorio si avvale anche della facoltà di far svolgere la manifestazione a porte chiuse.
IL TORNELLO DEL MANIFESTANTE
Tutte le zone rosse delle città dove si svolgeranno le manifestazioni saranno dotate di tornello. Di conseguenza, chi d’ora in poi vorrà violare la zona rossa dovrà inserire la sua tessera del manifestante nell’occhio elettronico, aspettare di essere riconosciuto e oltrepassare la grata. Se la propria organizzazione non ha aderito a quella manifestazione, però, il militante sarà immediatamente arrestato. Altrimenti, oltrepassato il tornello, verrà colpito con un manganello da un solerte poliziotto. Ma tutto si svolgerà con ordine e disciplina. Grazie al tornello.
LA PIAZZA DI PROPRIETÀ
Al fine di non far ricadere i costi delle manifestazioni sulla cittadinanza, il governo invita tutte le organizzazioni politiche a dotarsi di una piazza di proprietà, come già avviene nel calcio con gli stadi di proprietà. In questo modo, le spese provocate dai tumulti saranno coperte con l’indotto derivante dalle attività collaterali alla manifestazione, come la vendita di panini, birre, magliette, oppure il noleggio dei megafoni. A seconda dei gusti, la piazza potrà essere abbellita come si vuole, anche con cento banche da dare in pasto ai facinorosi. I leghisti hanno già annunciato di voler comprare piazza Tricolore, al fine di organizzarci deiezioni di gruppo.
di Matteo Lunardini