Manifestazioni pacifiche in tutta Italia. Scontri solo a Milano e a Palermo. Assemblea alla Sapienza dove un operaio è morto in un cantiere vicino alla sede di Legge
“Finalmente le istituzioni ci hanno scoltato – ha spiegato Claudio, uno degli studenti de La Sapienza che oggi hanno preso parte all’incontro al Quirinale con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano -. Da mesi ci mobilitiamo e non abbiamo risposte. Il presidente Napolitano ha mostrato apertura col solo fatto di averci incontrato”. “Abbiamo ribadito la richiesta a Napolitano – ha detto lo studente – di non firmare il ddl, come richiesto nella lettera inviata ieri”. “Il Presidente ci ha ricordato le sue prerogative e ha detto che la cosa importante è aprire un dialogo”, ha riferito un altro studente Fabio Gianfrancesco.
Prima di incontrare Napolitano, gli studenti avevano dichiarato: “Gli chiederemo se questa legge è consona alla nostra costituzione”. Nel pomeriggio un boato di gioia aveva accolto la decisione del capo dello Stato di incontrare gli studenti come richiesto ieri dai ragazzi con una lettera indirizzata anche al sindaco Alemanno, al prefetto e al questore. Il Presidente Napolitano “rappresenta oggi l’unico interlocutore istituzionale credibile”. E’ quanto hanno affermato i rappresentanti della Rete della conoscenza, secondo cui il corteo che si è svolto oggi a Roma “ha dato una grande dimostrazione della maturità del movimento studentesco, che di sicuro è più maturo di chi rappresenta oggi il paese in Parlamento”. “La protesta di questi mesi è riuscita a porre con forza al centro dell’attenzione i problemi della scuola, dell’università, della ricerca e della cultura pur essendo consapevole – osserva l’associazione studentesca in una nota – che tali temi rappresentano solo una parte, seppure significativa, dei problemi e dei disagi stridenti del nostro paese. Siamo sicuri di avere al nostro fianco in queste battaglie la grandissima parte della società. Il capo dello Stato rappresenta per noi oggi l’unico interlocutore istituzionale credibile, in grado di comprendere il disagio che viviamo nelle scuole e nelle università e di sollecitare la politica a dare risposte efficaci e concrete alle questioni che da mesi poniamo”.
La protesta contro il disegno di legge Gelmini si è svolta pacificamente in tutte le piazze d’Italia. Solo a Palermo e a Milano si sono vissuti minuti di tensione. Nel capoluogo lombardo la polizia ha risposto con una carica degli studenti che avevano tentato di forzare un blocco. A Palermo si sono verificati gli scontri più duri: sassaiole, cassonetti di rifiuti rovesciati in mezzo alle strade, l’occupazione della Regione siciliana e lanci di bottiglie contro il portone della Questura. I cortei degli studenti e dei lavoratori partiti questa mattina da Piramide, da piazzale Ostiense e da piazzale Aldo Moro sono terminati nel primo pomeriggio. Dopo aver ‘sfiorato’ il ministero dell’Istruzione, i manifestanti sono ritornati in piazza Risorgimento senza creare nessun problema di ordine pubblico. I manifestanti hanno annunciato un corteo per domattina alle 9 in piazzale Clodio dove si celebrerà il primo processo per i 23 ragazzi arrestati nel corso della manifestazione contro il ddl Gelmini del 14 dicembre scorso.
A Roma la manifestazione degli studenti si è intrecciata con un fatto di cronaca, la morte questa mattina di un operaio proprio in un cantiere nei pressi della facoltà di Giurisprudenza dell’Università ‘La Sapienza’. L’uomo, un tunisino di 35 anni è rimasto schiacciato da una ruspa a causa del distaccamento di un cingolo. Appresa la notizia, un gruppo di studenti, dopo aver partecipato al corteo che ha sfilato per le strade della città, si è raccolto nel cantiere teatro dell’incidente all’interno della cittadella universitaria. Un lungo applauso è seguito alla deposizione di un mazzo di fiori all’ingresso del cantiere. Molte però, le scritte che chiedono “vendetta”, comparse sui muri delle facoltà: “22 dicembre, un operaio è morto: vendetta” si legge sui pannelli intorno al cantiere nel quale lavorava l’operaio. Un biglietto scritto a penna ricorda invece: “noi non uccidiamo nessuno, loro ci uccidono tre volte al giorno“.
Tra gli slogan più usati dagli studenti ‘Vi lasciamo nella solitudine dei vostri palazzi’ che spiega la strategia della protesta, anticipata ieri nelle assemblee dei collettivi: stare lontano dalla zona rossa lasciando ‘i potenti’ blindati nei loro palazzi, protetti dalla polizia e occupare pacificamente le strade della Capitale specie le zone periferiche solitamente non toccate dalle grandi manifestazioni. I cortei, sono partiti da quattro punti della città: piazzale Aldo Moro, Piramide, Tor Vergata e piazza Trilussa. L’idea dei manifestanti è quella di sorprendere le forze dell’ordine facendo rapide incursioni nei vari quartieri in modo da condividere la protesta con gli abitanti. “Vogliamo sfruttare i riflettori che abbiamo addosso per dare voce a chi non ce l’ha – dice Danilo Corradi, 33 anni, dottorando della Sapienza –. Questo movimento è l’unico in campo che possa rappresentare un’alternativa sociale per il Paese”. Tanti i cori contro Maurizio Gasparri, che nei giorni scorsi aveva proposto l’arresto preventivo per evitare i disordini.
Una parte degli studenti liceali partiti questa mattina da piazza Trilussa e arrivata al Gianicolo ha colorato di rosso l’acqua del fontanone. Gli universitari dopo aver bloccato prima entrambi i sensi di marcia della Tangenziale e un tratto dell’autostrada A24 Roma – L’Aquila poi, stanno confluendo alla Sapienza. Nonostante i disagi creati alla circolazione, i manifestanti hanno ricevuto la solidarietà degli automobilisti. La rappresentante degli studenti di Lettere, Natascia Cirimele, intervenuta anche ad Annozero, ha dichiarato: “La zona rossa non ci interessa. Siamo nelle strade dei quartieri popolari perchè crediamo che il disagio sia trasversale e coinvolga tutte le categorie”. Soprattutto, l’intenzione degli studenti è quella di “scardinare la retorica del 14 dicembre che vuole i manifestanti divisi tra violenti e pacifici”. “Invece – prosegue la Cirimele, il movimento è unito e mostra oggi il suo vero volto”. Stessa opinione anche per Luca Tomassini, 40 anni, ricercatore prercario in matematica: “Il governo ci ha provocato, ma oggi stiamo dimostrando la vera natura del Movimento”. E promette: “Se la riforma dovesse passare, la protesta continuerà a gennaio”.
Nel pomeriggio una delegazione degli studenti dell’Università La Sapienza è stata accolta dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Al centro del confronto, come ha raccontato Camusso al termine, “le ragioni che sono alla base del loro movimento e che travalicano le critiche al disegno di legge Gelmini: il tema vero è costituito da una generazione privata del futuro”. Secondo il numero uno del sindacato generale “su una cosa gli studenti hanno assolutamente ragione, il loro futuro e le sorti della loro generazione è il tema di questo Paese e quindi è giusto che lo rappresentino a tutti”. Quanto alla richiesta di uno sciopero generale, Camusso ha affermato: “Nessuno esclude lo sciopero generale, ma per ora a nostro avviso non ci sono le condizioni”. Il segretario generale della Cgil ha spiegato: “Agli studenti ho detto che lo sciopero è un sacrificio per i lavoratori, non si dichiara né per solidarietà per un movimento, né in termini paternalistici”.
In mattinata, sempre a Roma, alcuni ragazzi hanno consegnato ai passanti pacchi regalo contenenti scritte simboliche. Uno è stato consegnato al Policlinico Umberto I in polemica con le assunzioni facili della cosiddetta ‘Parentopoli’ che ha visto coinvolto il sindaco Alemanno. Un altro pacco è arrivato alla sede dell’Atac, l’azienda responsabile del trasporto pubblico. Ieri infatti un dipendente aveva trovato un ordigno eslosivo sulla linea della metro B a Rebibbia. L’episodio è stato interpratato dagli studenti come “provocatorio”. Con la scritta “Noi non ci fidiamo di Alemanno”, gli studenti hanno infatti voluto denunciare la volontà da parte del sindaco di alzare il livello della tensione. Tra le altre scritte, “Basta veline in Parlamento”, “Abolizione della legge 30 sulla precarietà”, “Fuori i corrotti dal Parlamento”.
Milano – Tre estintori, una cesoia e la base in cemento di un cestino di rifiuti da esterni: è quanto hanno usato invano gli studenti milanesi, che si erano riuniti in assemblea all’interno dell’Università Statale di Milano, per cercare di forzare l’ingresso agli uffici del Rettorato dell’ateneo. Gli unici danni riscontrabili, oltre al contenuto dei tre estintori che sono stati scaricati nell’androne, sono due pannelli in legno che rivestono le pareti ai lati del cancello, che sono stati divelti. Fallito il tentativo di occupare, il piccolo gruppo si è quindi sciolto definitivamente, allontanandosi dall’ateneo. Nel pomeriggio circa trecento manifestanti hanno messo in ginocchio il traffico cittadino. Subito dopo l’appuntamento fissato in Statale per le 9.30, dopo un’ora di assemblea, gli studenti hanno stabilito il proprio obiettivo simbolico e nelle ore in cui il Senato discuteva il provvedimento, hanno scelto di marciare verso via Padova, strada simbolo dell’immigrazione e della multietnicità a Milano, per coinvolgere nella propria protesta i cittadini stranieri. Un corteo non autorizzato a poche centinaia di metri dall’ingresso dell’ateneo, in piazza San Nazaro in Brolo, ha incontrato il cordone dei poliziotti in tenuta antisommossa che ha tentato di fermare i manifestanti. Al grido di ‘nazisti’ e ‘via via la polizia’ gli studenti sono riusciti a sfondare il cordone degli agenti che in qualche caso hanno risposto levando i manganelli. In via Sforza sono iniziate le trattative con le forze dell’ordine per concordare il percorso del corteo. Traffico paralizzato anche nelle principali vie percorse dal corteo dove gli studenti hanno sfilato tra le auto ferme invitando i conducenti a suonare il clacson. Solidali gli immigrati che al passaggio del corteo in via Crespi, una delle vie più multietniche della città, si sono affacciati da finestre e balconi applaudendo gli studenti che intonavano lo slogan ‘siamo tutti clandestini’. Al termine della manifestazione, i giovani hanno occupato la fermata di Pasteur sulla linea 1 della metropolitana per tornare in Statale dove si erano radunati alcuni collettivi degli studenti delle superiori. Da lì sono partiti due piccoli cortei improvvisati e non autorizzati. Mentre il primo, durante il quale si volevano consegnare tre doni simbolici alle istituzioni cittadine, è stato immediatamente bloccato, il secondo corteo ha cambiato più volte direzione tentando di seminare gli agenti, ma è stato intercettato e bloccato. Nel pomeriggio sono attese altre iniziative in attesa che dal Senato giungano notizie sulla discussione del disegno di legge Gelmini.
Palermo – La protesta degli studenti ha avuto momenti di alta tensione. Sassaiole, cassonetti di rifiuti rovesciati in mezzo alle strade, il ferimento di una giornalista e il lancio di bottiglie contro il portone della questura di Palermo hanno portato il ministro dell’Interno Roberto Maroni a intervenire sull’accaduto: “Se gli studenti si sono comportati bene? – ha detto Maroni – Mica tanto…”. “Hanno attaccato la Questura che è il simbolo della lotta alla mafia. Sono state immagini molto brutte, perché è stato attaccato il simbolo della legalità, della lotta alla criminalità e alla mafia. Giustifico gli studenti solo per ignoranza, perché non sapevano che cosa colpivano”. Il ministro ha annunciato che domani alle 9 riferirà alla Camera su quanto accaduto in questi giorni. Una sassaiola è avvenuta anche davanti all’ospedale pediatrico “Di Cristina”, dove gli studenti hanno colpito degli agenti in borghese. Poche ore prima gli universitari avevano tentato l’occupazione delle sedi della Regione siciliana. Anche qui era partita una sassaiola in cui è rimasta coinvolta una giornalista. Nello stesso momento, un altro gruppo staccatosi dal corteo si dirigeva verso piazza della Vittoria dove sassi e bottiglie hanno colpito il portone della Questura di Palermo. Nel tardo pomeriggio è partito un nuovo corteo non autorizzato composto per lopiù da studenti dei collettivi con l’intento dichiarato di “bloccare il traffico”. Intanto scoppiano le polemiche dopo le violenze di questa mattina. Se Vincenzo Ponzini del collettivo ‘Carlo Giuliani’ sostiene che “la rabbia di oggi è legittima” perché “sono due anni che facciamo cortei e finora non abbiamo avuto alcuna risposta”, un altro studente, Federico La Mattina che non si riconosce in un nessun movimento, sostiene che “la violenza non è assolutamente giustificabile. In questo modo si rischia addirittura di strumentalizzare la nostra protesta. Alla fine diventa solo un problema di ordine pubblico”.
Torino – Simbolica occupazione della Mole Antonelliana da parte degli Studenti indipendenti che da questa mattina protestano a Torino contro il Ddl Gelmini. Vestiti da garibaldini, i ragazzi sono entrati nell’Aula del Tempio, hanno appeso alcuni striscioni e si sino poi diretti in corteo verso la sede del Rettorato dell’università degli studi. Si tratta dei manifestanti che questa mattina avevano inscenato una simbolica occupazione di Palazzo Carignano, prima sede del Parlamento italiano, dove avevano “approvato” una sorta di controriforma da opporre al disegno di legge Gelmini. I giovani hanno fatto poi fatto irruzione nella Sala del Tempio dove si sono intrattenuti scandendo slogan contro la riforma. L’ala più estrema degli studenti, invece, ha concluso la sua manifestazione occupando il cortile del rettorato dell’università. Precedentemente si erano avuti attimi di tensione con le forze dell’ordine davanti alla sede provinciale del Popolo delle Libertà, dove si era verificato un lancio di ortaggi, pietre, petardi e bottiglie da cui gli agenti hanno dovuto ripararsi con gli scudi protettivi.
Genova – Nel corso del corteo gli studenti hanno spaccato le vetrine del portone di un palazzo di piazza Campetto dove si trova il Centro autorizzato di assistenza fiscale della Cisl. La manifestazione si è poi sciolta nei vicoli del centro storico. “Qui c’è la sede del Sicet-Cisl e Adiconsum – ha commentato poi il presidente regionale del Sicet, Stefano Salvetti – Noi ci battiamo contro gli aumenti dei trasporti e l’edilizia pubblica. Questa azione non ha niente a che fare con le manifestazioni degli studenti. E’ teppismo gratuito”. I manifestanti hanno tentato anche un’irruzione al quotidiano “Il Secolo XIX”. A questo proposito, dal megafono è giunta una sorta di giustificazione: “Quasi tutta la stampa criminalizza il movimento degli studenti e sta dalla parte del governo Berlusconi”. Negli scontri con le forze dell’ordine è rimasto ferito alla testa un manifestante.
Napoli – Dopo l’occupazione dei binari della stazione centrale di Napoli si è concluso anche il corteo che aveva portato gli studenti lontano da piazza Garibaldi. I manifestanti, passando per il Corso Umberto, si sono recati in via Mezzocannone, nella zona universitaria, al Cinema Astra. Circa 300 gli universitari che hanno attraversato il centro cittadino creando ripercussioni sulla mobilità. Nel pomeriggio gli studenti che bloccavano i binari avevano dichiarato: ”Eravamo pronti a lasciare la Stazione ma poi abbiamo visto arrivare da lontano la polizia e allora abbiamo deciso di rimanere ancora qui per un poco”. In mattinata gli studenti avevano continuato a invocare uno sciopero generale, per “bloccare il Paese e rispondere così a chi sta cercando di bloccare il loro futuro”. Le contestazioni non sono rivolte solo al ministro Gelmini, ma anche “a Bersani, al Pd e a tutta l’opposizione, al presidente di Confindustria Marcegaglia, all’amministrazione delegato di Fiat Marchionne e “ai sindacati che stanno distruggendo il contratto di lavoro”.
Venezia – Una decina di studenti hanno assediato la Prefettura di Venezia in barca, stazionando in Canal Grande, per manifestare contro la riforma dell’Università. Il blitz è scattato nella tarda mattinata quando gli studenti, un trentina, hanno tentato di entrare in Prefettura. Scattate le misure di sicurezza i giovani sono rimasti però alla porta dove hanno appeso uno striscione con scritto “i parlamentari si comprano gli studenti no”. Quindi hanno recuperato una barca e, in una decina, hanno tentato di entrare via acqua nel palazzo. Dopo un ‘duello’ con i motoscafi delle forze dell’ordine gli studenti hanno desistito, ma una loro delegazione è stata comunque fatta entrare per portare le ragioni della protesta al Prefetto.
Domani Sindacati di Polizia e studenti si incontreranno a Cà Farsetti, sede del Comune di Venezia. L’assessore comunale alle Politiche educative, Andrea Ferrazzi, presiederà una conferenza stampa per relazionare sull’incontro organizzato dal suo assessorato tra i sindacati della Polizia di Stato e una rappresentanza di studenti delle scuole superiori e dell’Università. All’incontro a porte chiuse parteciperà lo stesso Ferrazzi, spiega una nota del Comune.
Cosenza – Lanci di uova contro la sede della prefettura e di alcune banche e palloncini colorati lanciati in aria in segno di festa: sono le iniziative intraprese dagli studenti delle Università di Arcavacata e di Reggio Calabria durante il corteo organizzato a Cosenza in segno di protesta contro la riforma universitaria. Gli studenti hanno scandito slogan contro il ministro Gelmini e il governo. Un lancio di uova è stato fatto anche contro la sede di Cepu. Inoltre è stata colorata di rosso la fontana nella piazza antistante un noto centro commerciale a Rende. Gli studenti hanno inoltre attaccato alcuni striscioni contro il ddl Gelmini lungo le vie della città.
Ancona – Una quarantina di studenti delle medie superiori hanno occupato gli scranni della sala consiliare del Comune di Ancona e si sono messi a torso nudo, in concomitanza con le proteste contro il decreto Gelmini. La manifestazione è durata alcuni minuti, poi i ragazzi hanno incontrato il sindaco Fiorello Gramillano e l’assessore all’istruzione Andrea Nobili. La protesta, a parte il gesto simbolico di spogliarsi, si è svolta in modo pacifico. “Ci hanno rappresentato – riferisce l’assessore Nobili – il bisogno di sentire le istituzioni vicine alle loro esigenze”. Il Comune si è detto disponibile a “costruire percorsi condivisi che puntino a un rilancio del sistema dell’istruzione, anche con il coinvolgimento di Provincia e Regione, a partire sin dal prossimo anno”. Sindaco e assessore hanno poi dato la disponibilità a incontrarsi dopo le festività natalizie.
Pisa – Si sono legati ai cancelli della Prefettura e hanno esposto il cartello con la scritta “Incatenati al nostro futuro”. E’ la protesta portata di nuovo in piazza, nel pomeriggio, da una trentina di studenti dell’Università di Pisa. Tra loro anche i giovani che da tre giorni sono in sciopero della fame per dire no alla riforma Gelmini. Gli universitari hanno raggiunto la Prefettura dopo un breve corteo sul Lungarno. Per oltre un’ora gli studenti sono rimasti legati davanti al Palazzo del Governo, controllati a distanza dalle forze dell’ordine. Poi, due di loro sono stati ricevuti dal prefetto, Antonio De Bonis, al quale hanno consegnato un documento con le ragioni della protesta da inoltrare al Governo. “Conoscenza critica, ricerca e diritto allo studio – si legge nel documento – sono beni comuni, di cui nessun governo e nessuna maggioranza ha la disponibilità. Lo ribadiamo, a maggior ragione, dopo l’indecoroso spettacolo offerto ieri durante la seduta del Senato”.
Catania – Il movimento studentesco catanese ha organizzato oggi pomeriggio un ‘flash mob’ in piazza Università per protestare contro il disegno di legge Gelmini in discussione al Senato. Durante la manifestazione è stata riprodotta una zona rossa da varcare e chiesto ai passanti di farlo. Gli studenti hanno inoltre diffuso un volantino dal titolo “Varca anche tu la zona rossa!”. “In queste settimane studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori – è scritto nel volantino – sono stati tacciati di essere violenti, ignoranti, strumentalizzati o addirittura imbecilli. In realtà i violenti sono i potenti, il governo e i suoi ministri, sordi alle proteste di piazza e capaci di rispondere alle critiche solo attraverso la repressione”. “Chi varca la zona rossa – continua il volantino – non è il violento ma l’amante della cultura, lo studente preoccupato per il suo futuro, il precario ricattato, il cittadino che vuole difendere il diritto allo studio e al lavoro, l’istruzione pubblica e statale. Per questo ti invitiamo a varcare la zona rossa. Per manifestare la tua opposizione alla Riforma Gelmini, per difendere la scuola e l’università pubblica, per rivendicare il tuo diritto al futuro”.
Siena – oggi pomeriggio nel corso principale del centro di Siena un gruppo di studenti ha dato fuoco ai propri libretti universitari, come protesta nei confronti della Riforma Gelmini. Gli studenti, una quindicina, appartenenti al gruppo Dimensione Autonoma Studentesca, hanno prima fatto un volantinaggio di sensibilizzazione, poi sono passati al rogo dei libretti, simbolo dello sforzo degli studenti, reso inutile dalla nuova Legge sull’Università.
Firenze – Circa 300 giovani hanno preso parte al corteo, non autorizzato, contro la riforma Gelmini organizzato oggi pomeriggio dai Collettivi universitari. La manifestazione, che ha preso il via in piazza San Marco, sede del Rettorato dell’ateneo fiorentino, si è diretta verso il centro della città. In testa al corteo un grande striscione con la scritta “Blocchiamo la riforma, blocchiamo la città”. I giovani, tra rulli di tamburi, hanno scandito slogan contro politici, forze dell’ordine e giornalisti. “Obiettivo di questa manifestazione è quello di bloccare il traffico oppure colpire obiettivi sensibili dal punto di vista simbolico per la nostra protesta: valuteremo cosa fare durante il corteo”, ha spiegato il portavoce del Collettivo di Scienze Politiche (una delle sigle promotrici dell’iniziativa) Matteo Lottini. In precedenza, in Piazza Santissima Annunziata, si era conclusa un’altra manifestazione, questa autorizzata, promossa dagli studenti della facoltà di architettura.
ha collaborato Luigina d’Emilio