Vorrei scrivervi un menù di Natale, crostini alla fiorentina con capperi e filetti di acciuga rosolati appena nel soffritto di cipolle in mezzo burro e olio per poi aggiungere i fegatini di pollo ben mondati, facendo stufare il tutto prima di passarlo a un setaccio fine con un romaiolo di brodo Natalizio e un bicchiere di un grande Vin santo. Vorrei parlarvi delle Carote bollite ripassate nel nostro olio con un cucchiaino di cumino macinato come mi ha insegnato un cuoco marocchino.
Ma nello scrivere mi viene in mente la memoria del peso e della leggerezza di un casco, tenuto in mano prima di indossarlo per sconsiderate corse in motorino, e la successiva funzione rassicuratrice per chiunque sia genitore nel vedere suo figlio indossarlo. Poi mi arrivano quelle dolorosissime e sante immagini a cui nessuno si può più sottrarre. Anni luce da una insistente Imagine all the people che mi rimbalza in testa. Mentre ti fa male fisico vedere quel che ti viene mostrato: un pomodoro lanciato e sei vittima predestinata. Testa frantumata e raccontata come in un nuovo fotogramma di Z – L’orgia del potere. Tutti all’epoca scattavamo in piedi alla fine di quel film per applaudire il bene contro il male.
Ma oggi vorrei parlarvi del menù di Natale che dopo gli antipasti potrebbe seguire con una zuppa di cipolle abbondante e ristretta per usarne una romaiolata sopra una fetta di pane abbrustolito e sporcato segretamente di aglio, condendo poi il tutto con parmigiano e taleggio stagionato.
Ma non ce la faccio.
Mi viene in mente l’apino di Z – L’orgia del potere, con il sicario nascosto pronto a colpire e il susseguirsi di immagini violente.
“Onorevole lei? Ma mi faccia il piacere”. Sappia che ci ha fatto ridere con quella malsana idea del “Tenete a casa i vostri ragazzi”. Perché sennò chi potrebbero incontrare? Il lupo, la strega armata di mele o qualche ultras di curva da stadio prezzolato, o l’ululante picchiatore riciclato, oggi ministro, che ripete con un pupazzo caricato a molla “Vigliacchi! Vigliacchi!”. Parlate con un qualsiasi terapeuta, vi spiegherà come quest’uomo è ormai spaventato dalla giovinezza altrui. Giovane età che si fa garante del futuro, e l’uomo nero si sente scomparire. Quelle sue ultime urla tentano di respingere il, per lui certo, futuro silenzio.
Ammalati d’odio, spaventati uomini che in quei giovani vedono l’intelligenza rinascere e ne sono assolutamente terrorizzati.
Anzi, vorrei parlarvi di un Natale senza Cappone perché ogni tanto, io che sono carnivoro, mi faccio vegetariano e quest’anno mi farò delle patate lesse ripassate calde in un olio con curcuma e aglio tritato con pepe e peperoncino, non resistendo poi a un segretissimo non niente di un Curry tibetano, voglio un cibo piccantissimo che mi faccia urlare in tutte le piazze d’Italia.
Piatto che se avanza mischierete con le carote al cumino per un risotto del giorno dopo rappacificante con il mondo intero. Risotto a cui aggiungerete pochissimo parmigiano e un C d’olio.
Vorrei parlarci del pranzo di Natale. Ma i cattivi tornano a colpire con mano vigliacca. State accorti che da sempre colpiscono e non una delle vostre vite vale un loro minuto. State insieme, non vi perdete di vista, abbracciatevi e infilate dei fiori nei loro cannoni, inventate una definitiva guerra dell’amore contro questi barbari che come disabili affettivi si fanno sicari con la loro rabbia della vostre sacrosante idee. Cercate alleati nelle fabbriche perché ve ne sono, nelle chiese, perché ve ne sono checché ne dica qualche imbarazzante vescovo. Cercate fra gli artisti perché ve ne sono, fra i genitori perché ve ne sono. Chiamateci al vostro fianco. Perché noi ci siamo se non altro per fare attenzione a che nessuna mano assassina colpisca il nostro futuro .
Chi ha orecchi per intendere intenda. Mai più nessuna Orgia del potere sarà tollerata, se toccate i nostri figli.
Varrei parlarvi del pranzo di Natale ma preferisco aspettare di brindare per altre occasioni. Magari quando Cristiano si rialzerà o magari quando qualcuno se ne andrà.
Buona manifestazione.
Riguardo al vostro pranzo, suonate ad un vostro vicino ed invitatelo per una fetta di panettone, o per una fetta di qualsiasi torta, o per condividere qualsiasi altro cibo. Sarà così un bel Natale per lui e per voi.