Armoteque è il nome di una elettro-band nata a Bologna nel 2007 grazie all’incontro di idee generate dalle contaminazioni stilistiche delle diverse esperienze musicali e umane dei suoi componenti. Con Stefania Centonze (vocalist), Federico Bologna (tastiere) e Gianluca Gaiba (chitarre), gli Armoteque hanno prodotto un disco “Find Position” che si caratterizza per le orchestrazioni evocative e a tratti cupe, tenute insieme da una trama elettronica dall’eleganza assoluta e uno stile inconfondibile. Li abbiamo incontrati per una intervista esclusiva.
Come nasce la band?
Circa tre anni fa Gianluca propose a Stefania di cantare su alcuni brani ancora destrutturati. Il duo diventa poi un trio con l’arrivo di Federico, tastierista e amico da sempre. Con questa formazione si è arrivati alla stesura delle undici tracce di Find Position. L’esigenza di suonare dal vivo il materiale, ha fatto si che chiamassimo Claudia al basso e Vincenzo alla batteria.
Come nascono le vostre canzoni?
I nostri brani nascono da un qualsiasi elemento di ispirazione. Alcuni nascono da ricerche timbriche su suoni e rumori, altri da linee e accordi di chitarra o di piano (quasi sempre il nostro amato Fender Rhodes) e successivamente passati a Stefania per le melodie e il testo. Altri brani sono nati direttamente in studio suonando tutti insieme. Il computer e delle altre strumentazioni elettroniche ci hanno permesso di giocare e sperimentare con tutte queste idee.
Vi ispirate a qualche artista in particolare?
I nostri background musicali sono molto vari: rock, jazz, ambient, dub e musica sperimentale. Siamo veramente onnivori, curiosi e spugnosi. Ovviamente, come si può intuire dal disco, le sonorità che ci contraddistinguono e influenzano in questo progetto sono derivate dal filone triphop; per fare qualche nome: Portishead, Massive Attack, Moloko, e molti altri.
Che spazio occupa l’elettronica nel panorama musicale italiano?
La scena musicale italiana a noi appare purtroppo “asfittica”. Tanto spazio come al solito occupato da pochi con scarsi tentativi di emanciparsi dallo stereotipo imperante.
Per quanto concerne la musica elettronica l’unico spazio a cui è relegata riguarda le produzioni dance e commerciali. Mentre la ricerca è affidata a pochi e coraggiosi gruppetti di persone ed etichette che lavorano tra mille ostacoli senza alcuna visibilità.
Che tipo di riscontri avete?
Abbiamo ricevuto ottime recensioni da persone che liberamente si sono prese il tempo di ascoltare. In genere, però, i riscontri sono direttamente proporzionali al denaro investito in un progetto. Stesso discorso vale per la possibilità di suonare dal vivo. Senza qualcuno alle spalle vieni di solito relegato al ruolo di band emergente, che non gode dell’attenzione di agenzie.
Potete permettervi di vivere grazie alla musica?
No, non viviamo di musica, facciamo lavori molto comuni: i più temerari di noi si sono avventurati con grandi difficoltà in un part-time per potere dedicare più tempo alla musica.
Quali sono le vostre ambizioni?
Riuscire semplicemente a vivere come “artigiani” della musica ed essere apprezzati per questo. Non pensiamo sicuramente al successo fine a se stesso.
Com’è la musica ai tempi di Internet?
Pensiamo che sia stata una grande rivoluzione, come lo è stata in tutti gli ambiti. Sicuramente ha scosso e svecchiato un po’ il sistema produttivo artistico, portando più attenzione sul live e spingendo gli artisti ad uscire dagli studi. Allo stesso tempo però notiamo un impoverimento qualitativo del materiale audio assieme a un caotico eccesso di informazioni.
Voi avete trovato un’etichetta che ha creduto nel vostro lavoro e vi ha prodotto il disco. Cosa consigliate ai giovani musicisti?
La nostra è un’etichetta, Le Arti Malandrine (contienesolfiti.com), molto sui generis: ha una filosofia filantropica che si propone di produrre musica a chilometri zero con grande libertà riservata agli artisti.
Il consiglio alle giovani band? Pensare che viene sempre prima la musica e la passione dei riscontri. E di non cedere a facili promesse in cambio della propria dignità e integrità artistica.
Per maggiori informazioni: www.myspace.com/armoteque