La colpa dell'operazione verrebbe fatta ricadere sul premier, per screditarlo. Secondo il direttore Belpietro, il presidente della Camera è coinvolto anche in una storia con una prostituta. Le procure di Trani e Milano aprono inchieste
“Fini è fallito”. Il quotidiano Libero riprende la battaglia contro il presidente della Camera con un titolo a tutta pagina. E con un editoriale del direttore Maurizio Belpietro, che oggi racconta due “strane storie” sul leader di Futuro e Libertà: una riguarda un attentato che nella prossima primavera dovrebbe colpire, ferendolo, il presidente della Camera. Che in realtà sarebbe il beneficiario di un’operazione le cui responsabilità verrebbero fatte ricadere su Silvio Berlusconi. L’altra riguarda invece le presunte (ma non documentate) frequentazioni di Gianfranco Fini con una prostituta a Modena. Ma il direttore non sa dire se le due storie siano vere o false. La Direzione distrettuale antimafia di Bari ha assunto il coordinamento delle indagini sul presunto piano di attentato, il cui fascicolo è stato aperto dalla procura di Trani. E per lo stesso motivo, nel pomeriggio, Maurizio Belpietro è stato ascoltato dal procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro. Anche la procura del capoluogo lombardo ha infatti aperto un’inchiesta. Nulla è emerso sul contenuto dell’incontro. All’uscita, Belpietro si è limitato a dire: “Sono stato chiamato dal procuratore e sono venuto a riferire quello che ho scritto”.
“Girano strane voci a proposito di Fini”. Inizia così l’articolo di Belpietro, in prima pagina oggi su Libero. La prima storia riguarda un attentato che dovrebbe colpire il presidente della Camera durante una visita ad Andria, in Puglia. Chi sta organizzando questo “brutto scherzo”, secondo Belpietro, “si sarebbe rivolto a un manovale della criminalità locale, promettendogli 200mila euro”. Il direttore di Libero, che tre mesi fa ha subito egli stesso un attentato in circostanze non ancora chiarite del tutto, scrive che nel prezzo sarebbe compreso “il silenzio sui mandanti, ma anche l’impegno di attribuire l’organizzazione dell’agguato ad ambienti vicini a Berlusconi, così da far ricadere la colpa sul presidente del Consiglio”. Con possibili effetti sulle scelte elettorali degli italiani, visto che l’attentato “dovrebbe scattare in primavera, in prossimità delle elezioni, così da condizionarne l’esito”. Una messa in scena? Così pare, ma qualche conseguenza il presidente della Camera potrebbe subirla: l’operazione, infatti, “punterebbe al ferimento di Fini”.
La seconda storia è invece ambientata a Modena. “Qui lo scorso anno – scrive Belpietro – un tizio uguale in tutto e per tutto a Gianfranco Fini si sarebbe presentato a una signora che esercita il mestiere più vecchio del mondo”. Anche qui non sono tralasciati gli aspetti economici: la signora “in cambio delle prestazioni avrebbe ricevuto mille euro in contanti”. Fini dunque rischia di essere coinvolto in uno scandalo sessuale, come è accaduto al presidente del Consiglio? A leggere Belpietro, pare di sì: “La terza carica dello Stato dopo aver fatto il moralista con Berlusconi ora sarebbe inciampato in una vicenda a sfondo erotico peggiore di quelle rimproverate al Cavaliere”.
Le due “strane storie” non vengono documentate dal direttore di Libero. Che ammette di non sapere “se abbiano fondamento, se si tratti di invenzioni oppure, peggio, di trappole per trarci in inganno”. Ma Belpietro decide lo stesso di riferire quanto gli hanno raccontato “alcune persone”, di cui ha accertato identità e professione.
L’editoriale di Libero ha poi scatenato le reazioni indignate degli esponenti di Futuro e libertà. ”Rasenta una patologia che riguarda certa stampa e qualche giornalista in particolare”, commenta il capogruppo alla Camera di Fli, Italo Bocchino, secondo il quale l’editoriale è stato scritto “per far felice l’editore di fatto del quotidiano” e riporta “una tesi folle frutto di menti folli che la dice lunga sullo scadimento di certo giornalismo italiano”. Bocchino aggiunge poi con sarcasmo un consiglio a Belpietro: “Per saperne di più di falsi attentati può chiedere al suo caposcorta e se vuole notizie su donne a pagamento deve rivolgersi ad altri palazzi della politica, certamente diversi da palazzo Montecitorio”.
Nino Lo Presti, segretario amministrativo di Fli, attacca Belpietro: “L’ultimo suo delirio su un possibile attentato a Gianfranco Fini, a scopo propagandistico, la dice lunga sulle condizioni psichiche di questo giornalista che ha fatto dell’ingiuria e della calunnia il leitmotiv della sua carriera. Il chiacchiericcio sul presunto attentato al presidente della Camera si rivela essere la classica manovra di controinformazione degna dei migliori servizi segreti, e non sarebbe il primo caso nel giornalismo italiano e, nella stessa testata che Belpietro dirige”. Il deputato di Fli Giuseppe Consolo accusa il direttore di Libero di aver “confuso il clima natalizio con quello di Carnevale, ove ogni scherzo vale”. Dal sito di Generazione Italia, il leader dei giovani di Fli Gianmario Mariniello, lancia l’idea di boicottare Libero, “un giornale ormai ridicolo”. Una voce in difesa di Belpietro arriva dal portavoce Pdl Daniele Capezzone, che esprime solidarietà al direttore e aggiunge: “Anche a prescindere dal merito dell’iniziativa giornalistica assunta oggi da Libero che, com’è naturale in un Paese libero, ciascuno può apprezzare o invece giudicare sbagliata, il fatto politico grave della giornata è l’ennesima prova di doppiopesismo da parte di molti esponenti politici. Se certe iniziative partono da sinistra arrivano gli applausi. Quando sono Feltri e Belpietro a scrivere, tutti a parlare di killeraggio e dossieraggio”.