Giornata importante per il futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano. Dopo l’intesa raggiunta su Mirafiori, l’azienda e i sindacati sono seduti dalle 11 di questa mattina a un tavolo per discutere del nuovo contratto di lavoro con il quale verranno riassunti i 4.600 lavoratori dello stabilimento che produrrà la nuova Panda. L’incontro andrà avanti fino a questa sera e riprenderà domani. I sindacati parlano di un “lavoro complesso che si sta svolgendo in un clima positivo e costruttivo”. Sul nuovo testo – che conterrà le norme condivise dall’accordo separato del 15 giugno e che riguarda salario, orari, scatti di anzianità e diritti sindacali – potrebbe essere trovata un’intesa già domani stesso, o comunque entro la fine dell’anno.
Intanto, continua il dibattito sull’accordo su Mirafiorni non firmato dalla Fiom. Per il leader di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, “si vuole mettere il bavaglio a tutti coloro che non si allineano, imponendo l’eliminazione del sindacato che è renitente alla leva di Marchionne. Chi non è d’accordo non ha più diritto ad esistere nei luoghi di rappresentanza dei lavoratori”. Critico anche il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, secondo cui l’accordo pone “prima di tutto un enorme problema di legittimità costituzionale”. L’esponente del Pd Piero Fassino invece ha dichiarato: “Se fossi un lavoratore della Fiat voterei sì all’accordo, tuttavia l’azienda deve avvertire la responsabilità di compiere atti per favorire un clima più disteso”. Il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ritiene l’intesa di Mirafiori un’opportunità e non un rischio.
Per domani è stata convocata la riunione di un comitato straordinario della Fiom per decidere le azioni da intraprendere contro l’accordo raggiunto su Mirafiori. E proprio ieri, Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale Fiom, ha sollecitato la Cgil a indire uno sciopero generale. Una posizione criticata non solo dalle altre sigle sindacali ma anche dal Governo: per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, non si può chiamare “scellerato” un patto che “consente un investimento ingente e aumenti salariali”.
E sulla rappresentanza sindacale, tema ‘scottante’ della trattativa alla luce della firma su Mirafiori, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, è intervenuto oggi: “Io dico che il pluralismo, fondamento della nostra tradizione è fecondo se non è una Babele”. Per Bonanni il pluralismo va bene “se si fonda sulla regola che una volta discusso, accertata un’opinione a maggioranza, anche chi dissente a quel punto la sostiene e la riconosce”. Inoltre il numero uno della Cisl, in un’intervista a la Stampa, ritiene “ragionevole” arrivare a nuove regole sulla rappresentanza, che “per me sono già pronte: quelle contenute nel documento unitario del 2008 di Cgil-Cisl-Uil, che per l’appunto considerano i numeri degli iscritti, certificati dall’Inps e i voti alle sezioni delle Rsu”.