Dai prefetti ai generali vi è un adeguamento ed una selezione al contrario nell’attuale repubblica criminale italiana dove le leggi ad personam in realtà sono il piede di porco con cui si sta scassinando lo Stato di Diritto nel nome di un presunto seguito popolare frutto di subornazioni televisive e pubblicitarie di una popolazione in balia di una scuola pubblica disastrata e di una informazione – salvo rari esempi – prostituita.
Siamo agli ultimi passaggi del programma piduista e alla costituzione di un regime violento legalizzato dall’abrogazione dei reati di costituzione eversiva di banda armata per salvare i capi leghisti e le camicie verdi ed ora dalla modifica dell’articolo 330 del codice di procedura penale per sottomettere il pubblico ministero alla Polizia di Stato con terrificanti persecuzioni in vista per lo sparuto drappello dei magistrati e giornalisti efficienti ed indipendenti e allarmanti impunità garantite ai massacratori in divisa dei sempre più numerosi Aldrovandi, Bianzino, Cucchi, Rasman, Uva.
Cosa si prepara per chi non è nel giro delle cricche e dei clan? Capo che non chiama più questure per proteggere minorenni, ma che fa chiamare i questori dal ministro dell’Interno di turno per mandare la polizia a sistemar come si deve i rompiscatole: forse è veramente l’ora che si facciano le valige e si emigri, prima che comincino a rieducarci casa per casa!