Fumata bianca tra sindacati e vertici Fiat. Nello stabilimento campano verranno riassunti 4.600 operai. Ma la sigla dei metalmeccanici della Cgil non ci sta e programma una giornata di astensione dal lavoro. Intanto continuano le polemiche per l'intesa di settimana scorsa su Mirafiori
Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l’Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto hanno firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano. A partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla newco, sulla base dell’accordo di giugno. Ora saranno sbloccati gli investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Il contratto non è stato siglato dalla Fiom. Che ha proclamato otto ore di sciopero generale dei metalmeccanici per il prossimo 28 gennaio.
La firma per lo stabilimeto campano è arrivata dopo una stretta finale iniziata ieri e continuata oggi presso la sede romana della Fiat. Alla trattativa non ha preso parte la Fiom, che non aveva firmato l’accordo separato del 15 giugno scorso. Le novità del contratto siglato oggi riguardano: l’incremento salariale (che con un il rialzo medio si dovrebbe attestare a 360 euro lorde l’anno a regime), la semplificazione dell’inquadramento professionale, per facilitare gli avanzamenti professionali. Viene recepito il sistema di orari e di organizzazione del lavoro previsto dall’accordo separato firmato su Pomigliano il 15 giugno scorso. Quanto alle relazioni sindacali, viene seguito il modello di Mirafiori, che esclude dalla rappresentanza chi non ha sottoscritto l’accordo. La produzione a Pomigliano, riferiscono le organizzazioni dei lavoratori, dovrebbe entrare a regime tra fine 2011 e inizio 2012, mentre le assunzioni nella nuova società inizieranno da gennaio.
Secondo il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, ”la firma consolida l’investimento promesso, e già avviato, mentre migliora le condizioni retributive e le potenzialità di progressione reddituale e professionale dei lavoratori. Il Governo ha fatto la sua parte con la detassazione di tutta la parte del salario che si può ricondurre alle intese per la maggiore produttività del lavoro. Tutto ciò nasce da esigenze pratiche e non da disegni ideologici. Ben venga tuttavia un’utile discontinuità nel sistema di relazioni industriali, soprattutto là ove il vecchio impianto politico-culturale fondato sull’inesorabile conflitto sociale ha prodotto bassi salari e bassa produttività”. I sindacati firmatari del nuovo contratto esprimono soddisfazione. Per il segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali, “Dovremmo fare una cosa analoga per Mirafiori: abbiamo più tempo, ma si ricalcherà questo tipo di schema”. La firma del nuovo contratto è invece definita “un fatto gravissimo” dal segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, che aggiunge: “Fa sorridere: avevano fatto un accordo separato a giugno, ed ora ne hanno dovuto fare un altro per peggiorare ancora le condizioni. L’accordo di oggi dimostra ancora una volta che Fiat vuole cancellare il contratto e i diritti dei lavoratori”. E delle sigle sindacali che hanno firmato l’intesa il leader dei metalmeccanici Cgil dice: “Fermateli, stanno facendo del male ai lavoratori”.
Il contratto di Pomigliano è stato siglato dopo l’accordo di settimana scorsa su Mirafiori, anch’esso non firmato dalla Fiom. Accordo su cui oggi sono continuate le polemiche. Duro l’attacco del presidente del Comitato centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi: “Sugli accordi di Pomigliano e Mirafiori Angeletti dice che la Fiom non ha firmato, perché ha smesso di essere un sindacato per essere un movimento politico in cerca di visibilità? E’ solo l’autodifesa di un sindacato totalmente in mano all’azienda. Angeletti e Bonanni sono la vergogna del sindacalismo italiano”. Cremaschi alza i toni dello scontro fra le associazioni di rappresentanza dei lavoratori e, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it, lancia un messaggio al segretario della Uil Luigi Angeletti. “Non è mai successo dal ’45 ad oggi che un sindacato italiano firmasse l’esclusione di un altro sindacato. E’ una macchia indelebile sulla storia di Cisl e Uil. Per noi non contano più niente. Sono fuori dalla cultura democratica sindacale dell’Italia costituzionale”. Cremaschi poi ha fatto sapere che le manifestazioni di protesta della Fiom “scuoteranno il Paese”.
Parole forti a cui replica, nel giro di pochi minuti, la Cisl. “Il presidente del Comitato Centrale della Fiom ha pronunciato oggi parole di inaccettabile istigazione alla violenza nei confronti dei segretari generali di Cisl e Uil che vanno condannate nel modo più netto, al di là di ogni questione di dialettica sindacale”. Lo dichiara in una nota Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl. “Invece di pronunciare sentenze di condanna contro gli altri sindacati per la presunta esclusione della Fiom – continua Santini – Cremaschi dovrebbe fare il ‘mea culpa’ e spiegare perché la Fiom a ogni occasione, in questi ultimi anni, pur partecipando alle trattative, si è sempre sottratta alla firma di qualsiasi accordo, si trattasse del contratto nazionale o di importanti accordi aziendali, restando in splendida solitudine, anche rispetto alle altre federazioni della Cgil, che hanno tutte stipulato i contratti nazionali dell’ultima tornata o alla stessa Cgil come dimostra la vicenda dell’accordo sul welfare del 2007 e di quello tra le confederazioni sulle regole di rappresentanza del 2008, non votato dalla Fiom. Invece di dare lezioni agli altri sindacati – osserva ancora – Cremaschi dovrebbe rispondere del fatto che senza gli accordi e i contratti firmati da altri in questi anni, i lavoratori che la Fiom rappresenta sarebbero davvero senza contratto nazionale che invece è pienamente in vigore per tutti”. “Chiediamo con forza alla Fiom – conclude Santini – di abbandonare la strada delle minacce violente e di uscire da una logica di autoesclusione permanente cominciando ad accettare quelle regole democratiche di rappresentanza definite nel 2008 dalle tre confederazioni, votate nei loro organismi nazionali e base utile per concludere rapidamente un accordo sulla rappresentanza con tutte le organizzazioni datoriali”.