“Berlusconi si è affermato perché è la quintessenza dell’italiano: fascista e finto clericale. E’ un dittatore in pectore motivato dal potere di comprare la gente che gli lecca il culo”. Mario Cardinali è il direttore del Vernacoliere, il mensile di “satira, umorismo e mancanza di rispetto”, che dal 1982 commenta il costume del Belpaese in dialetto livornese e in italiano. “Il premier ci offre molti spunti – spiega -. Non nasce tutti i giorni un tombeur di escort come lui, che si permette di pagare tutto e tutti. Ma ora ha stufato anche un po’ a sinistra. C’è saturazione verso questo ceto poltronista che si auto mantiene e si giustifica”. Con il suo linguaggio irriverente, il Vernacoliere aggredisce una politica incapace a difendere i diritti, ma abile a gestire lobby e consorterie. La copertina di dicembre 2010 ha auspicato il crollo del berlusconismo. Come? Annunciando i saldi di fine stagione del governo: “Sirvio svende tutto e liquida ‘r personale di servizzio. Occasionissima: Bondi a metà prezzo con Capezzone omaggio”.
Il Vernacoliere prevede ciò che la sinistra invoca senza successo dal 1994. Davvero siamo alla fine?
E’ un augurio satirico. Crollano gli imperatori e iniziano le svendite. Se nel governo ci fosse ancora Giuliano Ferrara lo avrebbero ceduto a chili. Il crollo viene da Fini, che si è staccato e non vuole essere servo. E da Bossi, che per il federalismo è pronto ad allearsi con la sinistra.
Che fine faranno alcuni fedelissimi di Berlusconi? Partiamo da Bondi.
Ricandidato a sinistra. Visti i cambi di casacca non c’è da meravigliarsi. E poi lui si è già rivolto a loro scrivendo “cari compagni…”.
Capezzone?
Ah, il cortigiano acritico. E pensare che è stato un radicale. “Ma ti levi di culo?”, gli direi.
La Carfagna?
Torna a fare calendari.
La Brambilla?
Cambia colore dei capelli. Come gli altri è in svendita, perché conta il padrone. Che li prende insignificanti e li fa diventare qualcuno. Pure Andreotti aveva una sua dignità politica, oggi ci sono solo mezze seghe.
Quale è il miglior leader per la sinistra?
E che cos’è la sinistra? Vendola naviga nel mare magnum di religiosità della sinistra ed emoziona, ma tra teoria e pratica c’è differenza. Matteo Renzi coi rottamatori cerca spazio per guidare i comitati d’affari. Bersani è bravo, lo stimo, ma è un ectoplasma. Meglio quando non era segretario, ora mi sembra il suggeritore di sé stesso.
E Fini potrebbe guidare la destra?
E’ interessante vedere la sua rimasticazione del passato. Si oppone a Berlusconi perché non vuole essere il suo servo, ma un protagonista. Mica tutti vogliono fare i Bondi.
Al Vernacoliere non usate un linguaggio sofisticato per rendere il messaggio…
Non siamo qualunquisti, registriamo l’animo della gente. L’antipolitica è quella dei mestieranti di Palazzo. Ai tempi delle ideologie si concepivano i partiti come creature dal basso, oggi sono gabbie dall’alto, comitati d’affari. Bisogna ridiscutere la realtà.
E i giornali aiutano a farlo?
Sono iscritto dal ‘66 all’ordine e lo abolirei. Quello di oggi è un giornalismo di servizio, non è inchiesta o servizio sociale. Come ‘quarto potere’ dovrebbe dare voce a chi non ce l’ha, ma le testate non vogliono farlo perché, si sa, tengono famiglia. Il duo Feltri-Belpietro usa il manganello, la sedicente destra liberale vuole che i fascisti di prima diventino gli agnelli di oggi. E la sinistra usa i temi sociali come strumenti di affermazione partitica.
Uomini dell’anno: per il Sole 24 ore è Marchionne, per Liberazione l’operaio Fiat e per Libero è Tulliani, il cognato di Fini. Cardinali chi elegge?
Scelgo l’italiano, che dal punto di vista economico e sociale se la passa molto male. I nostri politici hanno creato il ‘nuovo socialismo della carità’ a cui siamo assuefatti. Sopravvivono solo le mense della Caritas, mentre prima c’erano le case del popolo.
E gli studenti?
A loro modo si sono ribellati, ma non manifestano la disperazione degli sfrattati, di chi non arriva alla terza settimana del mese. Ormai, purtroppo, rivendicano solo qualcosa che è diventato elitario, cioè il diritto allo studio.
I sindacalisti?
Non sono più di lotta ma di apparato, a difesa di farabutti e fannulloni. Vogliono che finiamo a mangiare come i cinesi.
Il miglior politico italiano dell’anno?
A me è piaciuto Di Pietro quando ha detto “fascista” a La Russa. È stato liberatorio.
Se crolla l’impero chi arriva?
Berlusconi ha fatto il partito azienda, ma non ci sono uomini d’affari come lui. Non c’è un’ideologia, non c’è un futuro politico. Ci arrangeremo.