Ve lo ricordate Chicco Testa, quello che voleva spaccare la faccia a Tozzi in diretta? Insomma, l’ex presidente di Legambiente diventato poi presidente del Consiglio d’Amministrazione di Acea, poi di Enel, e infine managing director del gruppo Rothschild e convinto nuclearista? Oggi ha messo su un blog dal titolo furbetto (Newclear.it, si pronuncia come “nucleare” ma è composto dalle parole “nuovo” e “pulito”) ed è a capo del Forum Nucleare Italiano, “un’associazione no-profit che vuole contribuire, come soggetto attivo, alla ripresa del dibattito pubblico sullo sviluppo dell’energia nucleare in Italia”, oltre che “favorire una più ampia e approfondita conoscenza dell’opzione nucleare e delle sue implicazioni come condizione indispensabile di un confronto non pregiudiziale su questo tema”. Insomma, perché fate i cattivoni e abolite il nucleare con un referendum? Parliamone ancora dai, magari “con pacatezza”, come dice il sito dell’associazione, riportando tutto al bon ton tanto in voga in queste ultime stagioni politiche. Ebbene alla fine, dai e dai, lo spot è uscito:
Della “intensa attività pubblicitaria” per convincere gli italiani riguardo ai vantaggi e alla necessità del nucleare preannunciata da Berlusconi mi ero già occupato otto mesi fa. E in un mio intervento a Radio Popolare il 28 aprile, al minuto 30′, 41″, dopo l’intervento di Berlusconi, ho preso in giro il futuro ipotetico spot sul nucleare: Chicco Testa, che era in linea, ha sorriso a denti stretti. Forse aveva già in mente una strategia diversa.
D’altra parte, lo sanno tutti che gli spot non servono a far cambiare opinione (questo lo credono solo i politici che infatti li usano impropriamente), per fare quello occorrono altri mezzi. Lo spot sarebbe servito solo ad attirare l’attenzione su un Forum dove “favorire il dibattito”. Una strategia molto abile, tipica delle azioni di lobbying delle Public Relations, perché in questo caso il dibattito serve solo a far credere ai cittadini che abbiano ancora una voce in capitolo, tanto ormai il Governo ha deciso. Sapete come funzionano le strategie delle Pr? Per fare opinione si pagano giornalisti e si organizzano convegni (oppure, risparmiando, si mette su un bel forum su Internet), poi alcuni operatori mischiati alla platea, apparentemente dei partecipanti qualsiasi, orientano il dibattito facendo domande e interventi ad hoc per dirottare l’opinione della massa in una certa direzione.
Un po’ come fanno i cani da pastore con il gregge delle pecore (e infatti noi pubblicitari stimiamo quelli delle Pr professionalmente dei cani). E c’è ancora qualcuno che definisce “persuasori occulti” i pubblicitari? Sono questi i veri manipolatori. Noi pubblicitari siamo ormai una razza in via d’estinzione, ma mi diverte molto pensare a quanto roda il culo ai colleghi delle Pr, in questa epoca di gaudente ignoranza berlusconiana, nell’essere regolarmente scambiati per quelle volonterose ragazzotte “buttadentro” che portano clienti ai locali notturni e alle discoteche. Sicché, quando qualcuno chiede loro: «E tu che mestiere fai?», «Io? Pr…», scoppia l’ilarità dell’interlocutore che risponde regolarmente: «Ah davvero? Lavori in discoteca?». D’altra parte questo è lo scotto che si paga per aver lavorato per decenni nell’ombra, in modo losco, al di fuori di qualsiasi etica professionale.
Ora, per quale motivo, secondo voi, avrebbero usato questa strategia? È evidente che la campagna pubblicitaria imprestata ad una strategia Pr serva solo come “buttadentro” per invitare gli allocchi a partecipare al Forum su Internet. È il modo berlusconiano di intendere la democrazia: una competizione in cui vince la maggioranza e per ottenerla basta usare i media manipolando l’opinione della gente e decretando infine che “così ha voluto la vox populi”. Questo significa che sono perfettamente consapevoli del fatto che se si rifacesse il referendum oggi, il risultato sarebbe ancora una volta uno scacco matto, ma non a noi: al governo. Mi spiace iniziare l’anno con un’amara riflessione: se la destra usa gli strumenti della comunicazione in modo teppistico, la sinistra non ha proprio gli strumenti culturali per difenderci da questo. Dobbiamo trovarli noi. Altrimenti il destino del Paese sarà sempre di più in mano alle Pr, intese sia come “persuasori occulti”, sia come ragazzotte da discoteca.