Scuola

Scuola, in tribunale migliaia di ricorsi <br/> dei precari contro il collegato lavoro

Tra i vari diritti rivendicati, anche il riconoscimento delle nomine in scadenza il 30 giugno fino al 31 agosto. Gli uffici sindacali hanno già cominciato a raccogliere le firme per i ricorsi

Una valanga di ricorsi al giudice da parte dei precari della scuola per non mandare in prescrizione diritti che si ritengono acquisiti e che il cosiddetto collegato lavoro cancellerebbe a partire dal prossimo 23 gennaio. Interessati a questa vicenda 240 mila docenti iscritti nelle graduatorie a esaurimento e 100mila non docenti iscritti nelle graduatorie provinciali.

Quali sono i diritti più frequenti che si vogliono tutelare? Innanzitutto quelli di chi ha avuto un incarico annuale su un posto vacante e che aspira a un posto fisso. Secondo: il riconoscimento degli scatti biennali. Terzo: la ricostruzione di carriera. Infine il riconoscimento delle nomine in scadenza il 30 giugno fino al 31 agosto. Le organizzazioni sindacali della scuola e le varie associazioni di precari sostengono questa rivendicazione e hanno messo a disposizione i loro legali per patrocinare i ricorsi per lo più a titolo gratuito per gli interessati.

Vengono al pettine dunque tutti i problemi di docenti che da anni lavorano nella scuola e aspirano a un posto fisso e non si vedono riconoscere un minimo di stabilità. Nel pubblico il posto dovrebbe avvenire solo attraverso un concorso, ma da 10 anni non ne viene bandito uno. Da qui l’estremo tentativo per recuperare la situazione. Dice Pippo Frisone, sindacalista della Flc Cgil: “Tutti hanno qualcosa da rivendicare. Il tempo stringe. Tutta colpa del collegato lavoro, la nuova legge strozza-precari che riduce le tutele e abbatte i tempi della prescrizione. E così chi lascia scadere la fatidica data del 23 Gennaio 2011 senza aver depositato almeno un’impugnativa non potrà rivendicare più nulla”.

Gli uffici sindacali hanno già cominciato a raccogliere le firme per i ricorsi: il tam tam di questa opportunità si allarga. “I tribunali – continua Frisone – risulteranno così intasati di ricorsi perché nel dubbio ognuno preferirà non tirarsi indietro, proprio perché in tempi di magra e di scarse assunzioni, tentare conviene comunque. Il sistema sembra oramai impazzito perché sono saltati tutti quei meccanismi che in passato a fronte di assunzioni sistematiche e certe garantivano comunque un minimo di equilibrio tra tutte le parti in causa”. E le prospettive? Qualche giudice del lavoro ha già riconosciuto qualche diritto di quelli oggi rivendicato, ma certo non c’è da farsi eccessive illusioni, soprattutto di fronte ai problemi della finanza pubblica. “Sta di fatto – dice Rita Frigerio, responsabile milanese della Cisl scuola – che si va a dimostrare che mantenere il precariato non è conveniente per nessuno. Soprattutto quando ci sono posti liberi che solo i precari sono in grado di occupare”: