È risaputo da più di due secoli che il mondo delle idee e della comunicazione influenza fortemente il mondo economico e della produzione in generale. Ciò fu sostenuto per la prima volta da Karl Marx nel diciannovesimo secolo, quando divise la società in sotto-struttura (produzione) e sovra-struttura (idee). Secondo il filosofo tedesco la sovra-struttura influenzava la sotto-struttura: “Le idee dominanti sono quelle della classe dominante”. Oggi, se guardiamo ai mass media come sovra-struttura e l’economia come sotto-struttura, la situazione non è molto differente. Ognuno può vedere come i media influenzino le nostre vite e anche quanto il mondo della comunicazione influenzi, direttamente o non, quello della produzione di beni. Ciò significa in sostanza che noi compriamo e produciamo quello che televisione, cinema, pubblicità, riviste e mass media in generale ci dicono di comprare e di produrre.

Il comportamento degli adolescenti italiani, ad esempio, dimostra quanto questi si comportino come i loro idoli di MTV o addirittura come la gente che vedono sul “Grande fratello”, imitandone lo stile, l’abbigliamento, il linguaggio. Il “potere” dei media è profondo e sta influenzando non solo i nostri bisogni ed i nostri desideri, ma anche i nostri comportamenti, le nostre ambizioni e le nostre priorità. Basta osservare il nostro tipo di società per avere continuamente conferma dell’impressionante influenza dei mezzi di comunicazione di massa. Sfortunatamente, però, questa influenza è perlopiù negativa, poiché promuove generalmente uno stile di vita molto superficiale e consumistico, mentre avremmo bisogno del massiccio ed onnipresente potere dei mezzi di comunicazione per promuovere concetti quali la sostenibilità, la decrescita o, almeno, stili di vita più “saggi”.

Non vuol dire che tutti i media oggi siano negativi. Ci sono molti esempi di ottimi articoli o interessanti documentari, anche se sempre meno spesso nel nostro Paese. Diversi network e giornali in tutta Europa – per chi ha modo di vederne i documentari o leggerne gli articoli – propongono frequentemente tematiche interessanti ed educative. Il problema è che le riviste ed i canali televisivi per ragazzi, e quindi rivolti alle nuove generazioni, nell’era del consumismo più sfrenato e nel delirio della cultura del “tutto e subito”, stanno cercando di educarli più come mansueti consumatori globali che non come futuri adulti intelligenti.

Se le tecniche usate dai canali di informazione ed i massicci mezzi a loro disposizione fossero usati in modo diverso, fornendo non solo intrattenimento, ma anche una reale educazione – o ancora meglio un mix delle due – sicuramente tutte le società ne potrebbero trarre un enorme beneficio, non solo a livello morale, ma anche in termini di spesa pubblica. Ovviamente ci sono per il momento troppi interessi che non permettono uno sviluppo su vasta scala dell’idea di sostenibilità e tanto meno di decrescita, ma creando una rete di persone con la stessa visione si potrebbero diffondere molto più efficacemente tali concetti ed educare meglio le giovani generazioni, ossia il futuro, ad assumere stili di vita molto più intelligenti, salutari e sensati. Augurandosi in questo modo un mondo meno sprecone ed una società meno superficiale.

Per realizzare ciò il modo migliore è decisamente quello di diffondere i profondi valori che rappresentano il concetto di decrescita. E questo è possibile solo rientrando in possesso dei mass media, spesso in ostaggio dei suoi più ostinati oppositori. E, soprattutto, facendo in modo di non permettere a nessuno di toccare la rete, imponendo paletti e censure varie, come stanno sfacciatamente cercando di fare negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed anche in Italia, o come stanno già facendo da molto tempo in Cina.

Facciamo sì che “decresca” la campagna diffamatoria che periodicamente alcuni politici promuovono nei confronti di internet, il più importante fra i mezzi che potranno davvero far tornare i media nelle mani della gente, invece che la gente nelle mani dei media. Non lasciamoci togliere la possibilità di diffondere il sapere e la cultura dimenticati o insabbiati dei nostri padri e dei nostri nonni, che, magari senza nemmeno saperlo, avevano ragione in così tante cose. Cerchiamo di unire la semplicità e la saggezza di ieri ai mezzi ed alle tecnologie di oggi. Un po’ come stiamo provando a fare qui adesso.

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