Due nuove discariche nel napoletano. Una nel nolano, l’altra nell’area nord di Napoli. Sufficientemente capienti da accogliere 750mila tonnellate di spazzatura e tamponare così per qualche anno l’emergenza in attesa della costruzione dei nuovi termovalorizzatori. Sarebbe questa la soluzione alla crisi rifiuti alla quale si è lavorato nel corso del summit di Palazzo Chigi che si è concluso stasera, al quale hanno partecipato il sottosegretario Gianni Letta, il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, sindaci e presidenti dei principali enti locali campani. Comuni e province però avrebbero chiesto una deroga al patto di stabilità per continuare a offrire solidarietà a Napoli e all’hinterland napoletano, oltre ad alcune garanzie su nuovi finanziamenti.

Intanto i rifiuti non sono stati ancora tolti del tutto dalle strade di Napoli. Infilando l’auto nel parcheggio di piazza Garibaldi di fronte alla stazione Centrale, sembrava di essere tornati nel periodo più cupo dell’emergenza. La piazza era piena di immondizia, una barbona frugava tra i sacchetti neri. E anche a via Marina, nei paraggi del megaparcheggio Brin, i cumuli di rifiuti aspettano da giorni che qualche caritatevole camion li prelevi. Montagne di monnezza anche a Fuorigrotta tra via Cumana, via Giulio Cesare, Lepanto. Il quadro è più grave nelle città dell’hinterland, con strade che sembrano discariche.

Il ‘miracolo’ di Napoli pulita a Capodanno è stato circoscritto a pochi chilometri quadrati. Lustrato a festa il centro delle vetrine, dei ristoranti e dei concerti, mentre le periferie continuano a soffrire ed imprecare. La raccolta negli ultimi due giorni è andata a rilento perché molti autocompattatori sono rimasti pieni a causa dei presidi dei comitati antidiscarica di Chiaiano, che hanno ostacolato il conferimento nell’invaso per protesta contro le disfunzioni dell’impianto, dal quale escono miasmi che hanno avvolto il quartiere in un fetore insopportabile. Si spera in un accordo risolutivo tra Governo, Regione ed enti locali che consenta di portare i rifiuti napoletani anche fuori provincia, acclarato che Napoli ha smaltito il grosso solo grazie a uno Stir (Stabilimento di tritovagliatura ed imballaggio Rifiuti) del casertano messo a disposizione sino al 4 gennaio. E che con un solo inceneritore in funzione, due discariche a Chiaiano e Terzigno in via di esaurimento e tre impianti stir spremuti come limoni, la provincia di Napoli non è al momento autosufficiente per far fronte alle 3200 tonnellate di monnezza quotidiana (di cui poco meno della metà nel solo capoluogo).

Il summit di Palazzo Chigi, al quale hanno partecipato anche il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, il governatore Stefano Caldoro e i presidenti delle province campane, è stato preceduto stamane dalle parole incoraggianti del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che a Napoli in visita privata ha parlato di “clima costruttivo e Istituzioni unite”. Il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro dice di aver portato al tavolo l’individuazione delle nuove discariche. “Ho parlato con alcuni sindaci e ho delle proposte operative, ma per ovvi motivi non le rendo pubbliche fino a quando gli enti interessati non saranno tutti d’accordo”. Cesaro è tra gli amministratori locali che maggiormente preme inoltre per ottenere deroghe al patto di stabilità per finanziare gli impianti intermedi – isole ecologiche e impianti per l’umido – e sta facendo pressing sul Governatore Stefano Caldoro affinché acceleri la nomina del commissario per la costruzione del termovalorizzatore di Napoli est.

Al termine della riunione, secondo una nota di Palazzo Chigi, è stato sottoscritto un documento e condiviso un piano di lavoro. Per lunedì  prossimo è stato convocato un tavolo tecnico per esaminare nel dettaglio il tema delle criticità finanziarie legate ai rifiuti.

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