Il deputato di Fli, Angela Napoli, assicura che non ci saranno altre defezioni: "In tre hanno ceduto al ricatto, Polidori dovrebbe vergognarsi". E delle notizie pubblicate da Il Giornale e Libero secondo cui Gianfranco Fini avrebbe frequentato una escort, dice: "Siamo seri, è il solito mandante"
“Moffa è evidentemente sotto ricatto, il suo comportamento è frutto di una scelta imposta che non porterà a nulla. Fa nomi a caso, come quello di Buonfiglio: l’ho sentito ieri, figurarsi se lascia Fli per andare con i presunti responsabili”. Angela Napoli, deputata finiana della prima ora, quasi sorride commentando le dichiarazioni dell’ex futurista Silvano Moffa, leader in pectore dei “responsabili”, che continua ad annunciare la nascita di un gruppo grazie alla fuoriuscita da Idv, Udc e Fli di almeno dieci deputati. “Noi abbiamo perso tre deputati, gli unici ad aver ceduto al ricatto di Berlusconi durante la compravendita per ottenere la fiducia il 14 dicembre”, dice Napoli. “Catia Polidori non ha avuto neanche il buon gusto di sparire, io mi sarei vergognata. Ha persino votato l’emendamento sulle libere università. Era una questione familiare, il Cepu è di suo cugino. In cambio del voto di Catia alla fiducia è stato consentito al Cepu di assimilarsi alla Bocconi, non so se mi spiego. Il ricatto per lei è stato questo”. A Maria Grazia Siliquini, anche lei uscita da Fli per sostenere l’esecutivo il 14 dicembre, “è stato promesso un posto da sottosegretario, ma ancora non si sa quale perché Berlusconi sta tenendo vuote le caselle disponibili per usarle come merce di scambio”. Ci sono “quattro incarichi lasciati da Fli, poi c’è il posto di Giuseppe Vegas, nominato presidente della Consob, e la poltrona liberata da Paolo Romani, divenuto ministro. Sette otto posti di governo”. Infine Moffa, il più attivo dei tre ex futuristi. “Non abbiamo ancora capito come sia diventato ricattabile, ormai è una pedina di Berlusconi. Fa annunci nel tentativo di creare zizzania, ma una cosa è certa: Fli manterrà la linea dura, nessuno cede al ricatto”.
Gianfranco Fini, secondo quanto riportato da Il Giornale e Libero, avrebbe frequentato una escort e si sarebbe organizzato un finto attentato per farne ricadere poi la colpa sul presidente del Consiglio. Secondo lei è credibile?
“Siamo seri per favore. Sono attacchi vergognosi con mandanti ben precisi. Non sta a me trovare le prove, ma che tutto sia ideato non dico da Berlusconi, ma dal suo contorno, è fuori da ogni discussione e dubbio. Un’evidenza indiscutibile, così come la campagna della scorsa estate. Un nuovo accanimento mediatico basato sulla menzogna. Sarà la magistratura ad accertare il tutto ma è davvero un comportamento vergognoso. Tentano di screditare l’immagine di Fini con mezzi illeciti, non avendo gli strumenti per farlo sul piano politico. Alla gente poi delle escort non interessa nulla. I problemi dei cittadini sono altri e il governo continua a non occuparsene. Adesso torniamo in aula e ripartiamo dal ricatto della Lega”.
Quale ricatto?
“Il federalismo, Bossi ha deciso che fino al 23 il governo deve concentrarsi su questo altrimenti minaccia il voto. Insomma torniamo in aula e riprendiamo l’attività parlamentare con in agenda i soliti guai e interessi personali di Berlusconi. L’11 ci sarà la pronuncia della Corte Costituzionale, poi il federalismo. Ci sarà la sfiducia a Bondi, il mille proroghe, dove metteranno di tutto di più senza trovare una soluzione a nulla. Si rimane comunque legati all’agenda personale di Berlusconi. Io sono stanca, mi fa rabbia non poter riuscire ad agire e occuparmi dei problemi reali, noi in Fli ne discutiamo e abbiamo delle proposte da portare avanti ma con questo clima politico in aula entra solo l’agenda personale del presidente Berlusconi. Questo immobilismo mi pesa moltissimo”.
Il governo è riuscito a incassare la fiducia grazie ai fuoriusciti di Futuro e Libertà.
“Il popolo di Fli è rimasto un po’ amareggiato dal risultato del 14 dicembre, poi con questa lunga interruzione dei lavori sembra ci sia un lassismo e la base ha delle perplessità. Noi stiamo preparando il congresso di febbraio a Milano e lavoriamo alle liste per le amministrative di maggio. C’è la preoccupazione che la base possa perdere l’entusiasmo e queste voci, presunti scandali e annunci di uscite dal gruppo, sono messe in giro appositamente.
Crede che possa esserci qualche conseguenza per Fini?
Nessun problema, assolutamente. Berlusconi continua a comportarsi come si comportò prima della costituzione dei gruppi di Futuro e Libertà. Ricorderò sempre quella mattina: noi avevamo appena concluso una riunione con Fini e Bocchino per la nascita dei gruppi parlamentari. Mentre tornavo in aula un giornalista mi avvicina e mi dice: “Mi conferma che i numeri per il gruppo non ci sono?” Gli ho chiesto chi lo aveva detto e lui ha ribattuto che era stato Berlusconi. Sorrisi e me ne andai, sapevo che i numeri li avevamo eccome. La sera alla Camera infatti il nostro gruppo nasceva con ben nove deputati in più del necessario, eravamo ventinove.
Fino alla mattina della fiducia Fli sembrava granitica.
“Moffa è sempre stato un elemento anche molto disponibile con tutti noi, gli abbiamo sempre riconosciuto serietà e volontà di procedere politicamente. Quindi non riusciamo proprio a comprendere cosa l’abbia fatto diventare ricattabile. Perché è evidente che il suo comportamento sia frutto di una scelta imposta, è sicuramente sotto ricatto.
Catia Polidori?
Non ha avuto neanche il buon gusto di sparire. Anzi, ha il coraggio di camminare in aula invece di stare seduta al suo posto, al gruppo misto. Io non sarei così disinvolta, mi vergognerei. Al momento del voto dell’emendamento sulle libere università, ho sperato che Katia si astenesse. Era una questione familiare, il Cepu è di suo cugino. In cambio del voto di Katia alla fiducia il 14 dicembre, è stato consentito al Cepu di assimilarsi alla Bocconi, il ricatto per Polidori è stato questo.
Per Siliquini quale?
C’è l’impegno di essere nominata al governo come sottosegretario, ma ancora non è definito perché Berlusconi sta tenendo vuote le caselle disponibili come merce di scambio. Sono in attesa di cariche governative. Ci sono sette otto posti di governo. Forme evidenti di ricatto che fanno male alla politica italiana più che al singolo. E’ l’immagine negativa della più alta istituzione politica: il parlamento. Gli italiani hanno problemi concreti da affrontare e assistere a questo circo porta al distacco. Non bisognerebbe fare di tutta l’erba un fascio ma il cittadino non fa differenziazioni e ha problemi seri da affrontare, come arrivare a fine mese.
Ieri il ministro Giulio Tremonti ha detto che la crisi economica non è affatto finita.
In questi giorni sono a casa, a Tauria Nuova, in provincia di Reggio Calabria, e continuo a ricevere professionisti, laureati, padri di famiglia: tutti disperati. Non riescono ad arrivare a fine mese, a fare la spesa per la famiglia, a trovare lavoro. Se la crisi al Nord comincia a vedersi ora, al Sud è ormai endemica. E mi chiedo che fine abbia fatto quel patto per il Sud che Berlusconi a settembre aveva inserito nei famosi cinque punti e su cui ha chiesto la fiducia e noi l’abbiamo data, che fine ha fatto? Qui in Calabria dal primo gennaio è stata inserita una tassa regionale sulla benzina per coprire il buco della sanità. Una decisione folle, folle. Una tassa che colpisce tutti i cittadini onesti per sanare un buco creato da chi invece non pagherà mai per le sue responsabilità.
Il premier ha più volte detto che la crisi era superata e Tremonti ora lo smentisce.
Sarà smentito anche sull’allargamento della maggioranza a scapito di Fli. C’è sempre qualcuno che per tenerlo buono gli racconta fesserie, dandogli garanzie per acquistarne la fiducia o la benevolenza ma di certo non facendo il suo bene. Come fa Moffa, che da prima di natale annuncia la nascita di questo fantomatico gruppo di responsabilità. Ha persino convocato una conferenza stampa a fine dicembre per annunciarne la nascita, ma i numeri ovviamente non c’erano. E non ci sono neanche adesso. Certo, potrebbero formalo facendo uscire qualcuno dal Pdl, ma sarebbe inutile e soprattutto pochi sono disposti a questo sacrificio, non avrebbero convenienze particolari. L’unica cosa certa è che Fli manterrà la linea dura e non cadrà nel ricatto”.