“Il telegiornale di Raiuno non è proprietà di Minzolini. Dovrebbe essere espressione del servizio pubblico”. A criticare il direttore del tg1, questa volta, è Famiglia Cristiana, riferendosi alla nuova rubrica del tg1 (Media), annunciata da dal direttore. “Una risposta alla rubrica de ilfattoquotidiano.it, Minzoparade“, aveva spiegato il direttorissimo, in una intervista a Panorama. Un mossa poco apprezzata dal settimanale cattolico: “Servirsi del tg pubblico per sfoghi privati non è solo poco elegante. E’ inammissibile”.
“A Minzoparade e attacchi vari risponderemo con una rubrica che, all’interno del tg, monitorerà cantonate e faziosità dei colleghi”. Così aveva spiegato Minzolini a Panorama, prendendosela con la rubrica satirica in cui si stila la classifica dei servizi più “originali” del tg1: dal pezzo sul cane pirata della strada che investe un ciclista a Lecco, al servizio dedicato al cercocebo, un esemplare di scimmia rarissima, nato a fine novembre nel Bioparco di Roma. Dal video su Charlie, lo scimpanzé tabagista a quello su Gunther, il pastore tedesco benestante e teutonico.
Secondo Famiglia Cristiana, solo apparentemente il direttorissimo ha cercato di rispondere con un dispetto a un dispetto. “Appena si scava un po’ più a fondo, viene fuori una materia che dà odori poco gradevoli”. Per due motivi: “Primo, non si può rispondere ai colpi di fionda con un cannone. C’è una bella differenza fra i quattro aficionados che leggono un quotidiano e i milioni di cittadini che seguono la tv. Buon gusto e senso della misura indurrebbero quindi a starsene quieti. Secondo, e più importante, il Tg1 non è proprietà di Minzolini. E’, o dovrebbe essere, una espressione primaria del servizio pubblico. Servirsene per sfoghi privati non è solo poco elegante”.
Alle critiche di Famiglia cristiana risponde il diretto interessato. ”Il clamore sollevato dalla nuova rubrica del Tg1 media mi lascia alquanto perplesso. Il tg ha tante rubriche – moda, cinema, tecnologia, teatro, musica etc etc – e nessuno ha mai posto dei problemi di opportunità. Invece una rubrica che si occuperà di un settore importante della società come il mondo dei mezzi di comunicazione – continua Minzolini – con le sue luci e le sue ombre, suscita delle polemiche ancor prima di nascere. Sembra quasi che gli operatori di questo settore si sentano dei sacerdoti intoccabili nella loro autoreferenzialità. Io che non mi ci sento accetto critiche (spesso gratuite) e lodi senza scompormi più di tanto. Mi auguro che i miei colleghi facciano altrettanto”.