La campionessa di nuoto non può continuare ad allenarsi in vasca corta. Philippe Lucas, il nuovo allenatore, ha detto: "Il problema piscina resta, ma a Verona stanno già lavorando per la copertura e nel frattempo si può stare al club Lagardère di Parigi"
Impegnato com’è a raccontare che il federalismo fiscale farà grande Verona e a correre appresso alla poltrona di segretario della Liga Veneta, il sindaco di Verona Flavio Tosi rischia di perdere un altro pezzo dell’argenteria di casa: Federica Pellegrini, pronta a salire su un aereo e volare ad allenarsi a Parigi. Il sindaco Tosi, tra tavoli e comizi, cene con polenta, usei e secessione, si è dimenticato che dopo l’Arena, finita in bancarotta, rischia di vedersi sfuggire anche quello che era il testimonial più potente della città.
Andrà via la Pellegrini, nonostante Verona la senta casa sua. Ma non può continuare ad allenarsi in vasca corta. E se le ragioni sono ancora accennate, è facile che il comunicato arrivi sul tavolo del sindaco e della Federnuoto entro breve. Una decisione che era nell’aria, ma che con il cambio di allenatore (la Pellegrini ha licenziato il livornese Stefano Morini e si è accordata col parigino Philippe Lucas, quello che aveva reso quasi imbattibile la Manadou) si è accelerata.
La ragazza d’altronde è cocciuta. Fragile, determinata, con la vita scandita dai secondi, ma quando sente odore d’acqua plana come e vince, abbatte i muri, porta a casa medaglie d’oro, d’argento, record europei, mondiali, olimpici. Ha 23 anni, si chiama Pellegrini, e alla vita ha chiesto più di quanto sarebbe bastato a qualsiasi essere umano di finire frantumato nell’arco di pochi secondi. Lei no, i secondi se li mangia a suon di bracciate, il suo corpo è una macchina perfetta, capace di intimorire chiunque le sia accanto sulla pedana. E’ capitato vederla piangere, e scacciare coi denti quell’ansia che la tormenta, ma è cocciuta, e se è scesa sotto il muro dei quattro minuti nei 400 stile libero, non si ferma davanti a un batticuore da stress. E non si fermerà nemmeno questa volta.
Così, due giorni fa, ha parlato il suo agente Marco Del Checcolo: “Federica non ama allenarsi in piscina da 25 metri. Se non se ne troverà in città una da 50, si trasferirà a Parigi”.
In realtà lo storico centro federale di Verona, dove si allenano i nuotatori azzurri, dispone di una vasca lunga, ma è scoperta e non ancora del tutto sistemata. “Entro pochi giorni inizieranno i lavori di sistemazione – spiega il direttore Enzo Castioni – ma non prevedono la copertura della struttura, solo una predisposizione, attraverso degli ancoraggi. Il milione di euro stanziato non lascia spazio ad altri interventi. Per coprire la piscina occorrerà un nuovo finanziamento”. Significa che la Pellegrini e gli altri azzurri potranno allenarsi in vasca lunga per tutta l’estate, ma poi dovranno tornare al coperto, sui 25 metri. La campionessa potrebbe quindi decidere di continuare la preparazione altrove, almeno fino a quando Verona non potrà offrirle ciò di cui ha bisogno, ma al momento sembra proprio difficile. I soldi non ci sono, oltre al milione servirebbero altri 300 mila euro che, di questi tempi, sono un problema serio.
A rincarare la dose ci ha pensato lo stesso Philippe Lucas, il nuovo allenatore: “Il problema piscina resta, ma a Verona stanno già lavorando per la copertura e nel frattempo si può stare altrove: il club Lagardère di Parigi sarebbe felice di ospitarci per un periodo se fosse utile”. Il dubbio se lo pone anche Le Figaro che, senza tanti giri di parole, spara un titolo che la dice lunga: “L’assenza di una piscina da 50 metri nel centro federale spingerà la Pellegrini a emigrare in Francia?”.
Che succede allora? Succede che gli sforzi contro il tempo, questa volta, non sarà Federica a doverli fare, ma gli altri, la Fin e Verona stessa. “La Federazione nuoto farà il possibile per predisporre a Verona una vasca adeguata”, assicura il responsabile del settore impianti della Fin, il segretario nazionale Maurizio Colaiacomo. “Il progetto è già pronto – rivela – e prevede la copertura della piscina attraverso un pallone pressostatico. Trasformerà la vasca all’aperto in un locale climatizzato che non potrà ospitare manifestazioni, ma che sarà idoneo agli allenamenti. Il costo si aggira intorno ai 300 mila euro ed entro qualche settimana potremmo sapere se ci sono. Se dovesse arriverare il via libera, come credo, basteranno 60 giorni per fare in modo che il centro federale abbia finalmente la sua piscina coperta”.
Intanto, gli amici di Federica, spiegano che in realtà la decisione è quasi presa. E la destinazione non è Verona. La ragazza fragile e cocciuta vuole ancora divorarsi la storia, per poi lasciare da parte cuffie e occhialini e dedicarsi a quella che è la sua grande ambizione, moda, televisione, spettacolo. Le tv l’aspettano a braccia aperte, ma Federica sa che per entrare nel piccolo schermo non basta il passato, bisogna che da Londra torni con un canestro di bracciate e un muro di secondi abbattuto.
di Emiliano Liuzzi