Per la tv online sono stati selezionati pensionati di lusso, come il direttore Giuseppe Mariconda, che lavoreranno gratis come volontari. L'Ordine dei giornalisti campano accusa: "Così si alimenta il lavoro nero". I precari: "Persa l'occasione per creare nuovi posti di lavoro"
Quella inaugurata il 31 dicembre 2010 dal comune di Napoli non è una web tv per giovani. Anzi. La redazione è quasi interamente composta da giornalisti professionisti di grande rango e prestigio, ma dall’età media piuttosto avanzata. Quasi tutti over 60 e pensionati di lusso, chi della Rai, chi de Il Mattino. Giornalisti nati professionalmente all’epoca della macchina da scrivere che prestano la loro opera a titolo gratuito nel settore della multimedialità. E ai giovani cronisti precari, che non possono lavorare gratis perché non hanno altri redditi e protestano perché ritengono i criteri di reclutamento utilizzati come l’ennesimo scippo del loro futuro, il sindaco Rosa Russo Iervolino, classe 1936, ha risposto così: “Le polemiche non ci sono solo quando non si fa nulla. Ciò nonostante non è pensabile considerare la web tv come un antidoto alla disoccupazione: è una struttura che dà voce a tutti e lavoreremo per avere un numero maggiore di giovani all’interno”. Nonostante la rassicurazione del sindaco, la vicenda e il suo contorno di polemiche hanno fatto esplodere un conflitto generazionale, specchio dei problemi di un Paese che non favorisce il ricambio e offre sempre meno opportunità ai giovani professionisti.
Ma andiamo con ordine. E’ da più di un anno che il comune di Napoli sta lavorando per dotarsi di un prodotto editoriale televisivo on-line. Il primo bando viene affisso nel periodo delle feste natalizie del 2009. Si cerca un professionista in grado di ideare una tv su Internet e addestrarne il gruppo di lavoro. Il bando fissa un numero impressionante di paletti. Si cerca un giornalista professionista da ‘almeno’ 20 anni con esperienze pluriennali in tv, testate stampa e on line di calibro nazionale, esperienze da comunicatore istituzionale e conduzione di programmi televisivi di approfondimento giornalistico ‘del servizio pubblico’ (cioè la Rai). Nemmeno Enzo Biagi e Indro Montanelli, se fossero ancora vivi, avrebbero potuto presentare domanda. Il bando viene cancellato, poi riscritto con condizioni più accessibili. Intanto tre giornalisti fanno ricorso alla magistratura amministrativa. Il Consiglio di Stato dà loro ragione e notifica gli atti al Comune il 16 dicembre scorso. Ma l’amministrazione comunale va avanti lo stesso e, dopo aver assegnato l’incarico di direttore della web tv al pensionato Rai Giuseppe Mariconda, annuncia con un comunicato stampa del 31 dicembre l’avvio delle trasmissioni. “La web tv vuole essere uno strumento partecipato, aperto al contribuito gratuito e volontario di professionisti della comunicazione”, si legge nella nota. Segue l’elenco dei nomi dei giornalisti coinvolti. C’è anche l’ex presidente del Consiglio dell’ordine dei Giornalisti della Campania, Ermanno Corsi, un altro pensionato Rai. Questi esterni, insieme ai giornalisti dipendenti dell’ufficio stampa del Comune, produrranno un tg, rubriche, servizi dalle strade di Napoli.
Il 7 gennaio scorso il sindaco Iervolino presiede la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa. Che però incontra numerosi dissensi tra gli operatori della stampa napoletana. L’Ordine dei Giornalisti campano, presieduto da Ottavio Lucarelli, sforna un comunicato di fuoco. “No al lavoro nero, sì a una selezione trasparente per la scelta dei giornalisti, che non penalizzi le nuove generazioni in un terreno come la multimedialità. Chiediamo al sindaco il perché della scelta di un volontariato che di fatto alimenta il lavoro nero. Sulla vicenda è necessario un chiarimento che solo la Iervolino, intervenuta lo scorso anno nell’annullamento del primo bando, può dare ai giornalisti e ai cittadini napoletani”. Ne nasce un botta e risposta col direttore Mariconda, secondo cui la nascita della web tv rispetta tutte le norme: “Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania denuncia il lavoro nero alla web tv del comune di Napoli. O non ha capito che cosa si è detto in conferenza stampa sulla richiesta di testimonianze ad alcuni prestigiosi giornalisti campani (cosa grave per un cronista) o non sa che in Comune ai dipendenti giornalisti è applicata la legge 150 (legge sull’istituzione e regolamentazione degli uffici stampa nelle pubbliche amministrazioni, ndr), cosa altrettanto grave per uno che si improvvisa sindacalista – afferma il direttore della web tv – d’altra parte è presidente dell’Ordine, lasci allora al sindacato la tutela contrattuale dei dipendenti giornalisti anche della web tv”. Lucarelli controbatte: “Non comprendo il nervosismo e i toni offensivi di Mariconda che, al contrario di tanti colleghi precari e disoccupati, ha potuto festeggiare il Natale con un contratto annuale da trentamila euro come dirigente di staff del sindaco con delega alla direzione della neonata web tv del Comune. Gli ricordo solo che compito dell’Ordine dei giornalisti è tutelare la professione e combattere l’abusivismo professionale”.
Per il Coordinamento dei giornalisti precari della Campania, sigla che raggruppa un numero considerevole di cronisti che vive di contrattini e senza tutele, o peggio ancora disoccupati, la storia della web tv napoletana “è una telenovela paradossale: quella che poteva essere una formidabile occasione per creare un laboratorio di comunicazione istituzionale e nuovi posti di lavoro” è diventata, invece, ”un ‘papocchio’ che presto, ne siamo sicuri, sarà citato come esempio di tutte le cose da non fare nella realizzazione di una tv via internet”. Conclusione? Basta fare un rapido giro sulla Rete e in particolare su Facebook per intercettare l’ira dei giornalisti under 30 disoccupati o sottopagati contro il volontariato dei pensionati del giornalismo napoletano. E contro quegli altri pensionati che saltano da un quotidiano all’altro, guadagnando ricchi stipendi in barba a colleghi che con le collaborazioni saltuarie non raggiungono la terza settimana. “Non chiedevamo ‘il posto’ – chiosa Ciro Pellegrino, cronista di E-Polis in cassa integrazione, tra gli animatori del Coordinamento Precari – Ma, coinvolgendo ragazzi volenterosi in un laboratorio di comunicazione come poteva essere la web tv comunale, avremmo avuto un’esperienza che si trasferisce dall’anziano al giovane”.
Aggiornato il 14 gennaio 2011 alle 13.50