“Ricorreremo alla magistratura”. Questa la posizione rilanciata oggi Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom sull’esito del referendum di Mirafiori previsto per il prossimo venerdì. Il ricorso ai giudici, è stato spiegato, avverrà se, come previsto, dovessero vincere i sì. Intanto, questa mattina i cancelli della fabbrica torinese si sono riaperti.
Cremaschi ha poi spiegato: “Continueremo a contrastare l’accordo sul piano sindacale ma anche sul piano giuridico legale”, ha detto il dirigente sindacale. “Questo accordo viola un’infinità di leggi, è un accordo in malafede fatto da contraenti in malafede, quindi ci rivolgeremo alla magistratura”. Cremaschi ha ribadito quanto denunciato più volte dal sindacato dei metalmeccanici della Cgil: “siamo di fronte a un attacco senza precedenti dei diritti dei lavoratori: ai lavoratori di Mirafiori viene chiesto di rinunciare a tutto, compresi i diritti sindacali”.
L’accordo tra Cgil e Fiom, sulla linea da adottare per l’intesa sullo stabilimento di Mirafiori, non è stato ancora raggiunto. Ieri, dopo una riunione fiume delle segreterie, il leader della Fiom, Maurizio Landini, ha tenuto a precisare: “Non c’è nessuna spaccatura” con la Cgil. E ribadisce che in caso di vittoria dei sì, la Fiom non apporrà alcuna firma tecnica. “Il tema – ha sottolineato anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – non è mai stato una soluzione tecnica, ma come garantire la libertà dei lavoratori di avere un sindacato e di eleggere i propri rappresentanti”. Perché “continuamo a giudicare negativo” l’accordo di Mirafiori, “i lavoratori dovrebbero votare no”. E sullo sciopero generale indetto per il 28 gennaio, la Camusso ha confermato il pieno sostegno a Fiom : “la Cigl – ha precisato – è impegnata con la Fiom per la massima riuscita della manifestazione”.