Lo ammetto. Ho visto la telefonata di Silvio Berlusconi ad Alfonso Signorini. L’ho vista solo sabato, per la verità. E non su Canale 5 ma sulla Rai (che, ovviamente, come si conviene al servizio pubblico, la mandava in onda per chi se la fosse persa). Mi sono venuti i brividi per l’imbarazzo. Solo una parola: incredibile. La sensazione è stata come quella di vedere uno di quei film di Alberto Sordi in cui la maschera d’italianità diventava così esagerata e paradossale da dover distogliere lo sguardo per l’imbarazzo.
Ma dove si è mai visto un presidente del Consiglio che usa il programma di una sua televisione, condotta dal direttore di un suo settimanale, sponsorizzando gli “scoop” di famiglia per attaccare, sul nulla cosmico, a prescindere e a freddo, uno dei suoi oppositori politici? Dove? Uno che ha ville in giro per il mondo, aerei privati, yacht e vulcani finti, che sputtana D’Alema per un cachemire? E tutti che reagiscono come se fosse “solo” gossip. Non so. È vero che ormai qui in Italia siamo abituati a molto peggio. È vero che Berlusconi è riuscito a superare tutti i confini della nostra capacità di vergognarci. Abituandoci a tutto e al contrario di tutto. Ed esorcizzando così la nostra capacità d’indignazione.
Ma non si possono prendere a ridere questioni che sono drammaticamente serie per una nazione che vorrebbe festeggiare i 150 anni della propria storia unitaria. Perché a mettere in discussione l’orgoglio di sentirsi italiani non c’è solo la Lega. C’è anche una telefonata del genere…