Oggi a Milano è andata in scena la terza operazione di Polizia nata dalle denunce presentate dall’Associazione Sos racket e usura contro il fenomeno del racket degli alloggi. Sono finiti dietro le sbarre Antonio Paduano e Michele Tommasello che gestivano l’assegnazione delle case popolari nelle vie Cirié e Racconigi, nel quartiere Niguarda. A quanto risulta alla nostra associazione i due personaggi gestivano in totale impunità, oltre 70 appartamenti dell’Aler.
Gli arresti di stamattina sono l’ennesima dimostrazione della presenza di organizzazioni criminali che da decenni gestiscono in totale impunità interi quartieri di Milano. “La causa del dilagare del fenomeno del racket degli alloggi è dovuto alla inerzia del Comune di Milano“. Queste le parole pronunciate dal pubblico ministero Antonio Sangermano in occasione della requisitoria durante il processo contro Giovanna “Gabetti” Pesco e sua figlia Anna Cardinale (entrambe condannate), responsabili di aver gestito in via Padre Luigi Monti per oltre 20 anni le assegnazioni delle case popolari.
La stessa frase che ha ripetuto ieri durante le richieste di condanna nei confronti di 5 persone arrestate nel maggio del 2009 a Quarto Oggiaro per aver gestito lo stesso fenomeno nel quartiere. In quell’occasione fu arrestato anche Marco Veniani, ispettore della Gefi, la società che gestiva l’edilizia popolare per conto del comune di Milano. Secondo le denunce, Veniani aveva l’abitudine di richiedere prestazioni sessuali e denaro in cambio di un alloggio.
La cosa più inquietante dell’operazione di oggi è che a partire dal 2005 l’amministratore dei palazzi dove il gruppo criminale operava è Antonio De Luca, marito di Anna Bubbico, dell’ufficio di presidenza dell’Aler e responsabile della lotta all’abusivismo.
L’ 8 Gennaio del 2010 in un articolo pubblicato sul sito dell’associazione, dal titolo Carriere e misteri dell’Aler, chiedevamo a De Luca come mai non avesse mai dato seguito alle decine di segnalazioni che i suoi inquilini gli avevano fatto negli ultimi 5 anni. I condomini avevano fatto anche nomi e cognomi di chi gestiva da 15 anni gli ingressi nelle case popolari. Peccato che De Luca non abbia mai inoltrato niente all’Aler (quindi a sua moglie). Non ci fu mai data una risposta.
Alla luce di quanto successo oggi, chiediamo che l’ Aler revochi per motivi di opportunità il mandato ad amministrare gli stabili di via Ciriè allo studio De Luca. Chiediamo anche che venga aperta una commissione di inchiesta comunale che verifichi le responsabilità politiche di chi ha permesso il dilagare di questo fenomeno. Nonostante l’enorme lavoro fatto dalla nostra associazione, con decine di presidi nelle vie dove ci veniva segnalata la presenza delle organizzazioni criminali e dove abbiamo distribuito migliaia di questionari, nessuna istituzione di questa città ha mai collaborato con noi. Né l’Aler, né il Comune e tantomeno l’assessorato alla Casa, hanno mai ritenuto opportuno incontrarci. Anzi in più occasioni hanno parlato di “fenomeno inesistente”. E nonostante l’amministrazione cittadina per oltre vent’anni abbia ignorato le nostre denunce, oggi si costituisce parte civile nei processi. Facendo cassa, in ogni procedimento penale aperto in seguito alle nostre denunce.
L’unica spiegazione che troviamo a questo atteggiamento è che questi quartieri abbandonati sono un enorme enorme serbatoio di voti per i vari potentati di Milano.