A un giorno dal referendum, il premier si schiera con Marchionne: "Se l'accordo salta, gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per andare in altri Paesi". Bersani e Camusso: "Parole vergognose". Ai cancelli dello stabilimento contestato il leader di Sel Vendola. Il sindacato dei metalmeccanici della Cgil contesta le assemblee organizzate dall'azienda per informare i lavoratori sull'intesa
Alla vigilia del referendum a Mirafiori, Berlusconi si schiera con Marchionne. Da Berlino il premier ha auspicato un “esito positivo” per l’accordo. “Se ciò non dovesse accadere le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri paesi”. Parole che hanno scatenato la dura reazione del segretario generale della Cgil Susanna Camusso: ”Il presidente del Consiglio sta facendo una gara con l’amministratore delegato della Fiat tra chi fa più danno al nostro Paese. Non conosco un presidente del Consiglio di nessun Paese che si augura che se ne vada il più grande gruppo industriale del suo Paese. Mi piacerebbeche il mondo delle imprese e della politica oggi dicesse che, se questa è la sua idea del Paese, è meglio che se ne vada”. Duro anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani, che giudica “vergognose” le parole del premier e attacca: “Berlusconi non se ne accorge perché è un miliardario, ma noi paghiamo a lui uno stipendio che gli sembrerà misero per occuparsi dell’Italia e fare gli interessi del Paese e non per fare andare via le aziende”.
La giornata era già stata caratterizzata da diverse tensioni a Mirafiori. La mattinata è iniziata con una mossa a sorpresa della Fiat. All’inizio del primo turno, l’azienda ha interrotto la produzione per un’ora convocando delle assemblee nelle quali i capisquadra hanno spiegato ai lavoratori i termini dell’accordo e hanno chiesto di votare sì al referendum. “E’ un’attività – ha spiegato l’azienda – che rientra nelle nostre prerogative. Ma così non la pensa il responsabile del settore auto della Fiom Giorgio Airaudo: “Nel silenzio dei sindacati firmatari – accusa Airaudo – l’azienda ha assunto non solo la guida diretta del fronte del sì, ma addirittura l’iniziativa di sostituirsi ai sindacati stessi. A questo fatto, già clamoroso, se ne aggiunge un altro gravissimo. I capi dicono ai lavoratori delle Carrozzerie che il testo dell’accordo – che è stato distribuito ai lavoratori solo dalla Fiom, ovvero dal sindacato che non lo ha sottoscritto – non sarebbe l’ultima versione dell’accordo stesso. Questa è una patente bugia che, evidentemente, viene diffusa a scopi puramente propagandistici. Se quel che i capi stanno dicendo fosse vero – aggiunge – in quale luogo segreto l’accordo sarebbe stato modificato? E ancora: i sindacati firmatari ne sono stati informati? E soprattutto: su che cosa veramente si voterà nel referendum del 13 e 14 gennaio? Altro che modernità e innovazione delle relazioni sindacali, la realtà è che oggi alla Fiat i lavoratori vengono considerati come una proprietà aziendale e non è previsto nessuno spazio per una loro autonoma rappresentanza. Siamo tornati all’epoca dei padroni delle ferriere”.
Momenti di forte tensione si sono avuti fuori dai cancelli all’arrivo di Nichi Vendola. Il leader di Sinistra ecologia e libertà è stato accolto da una contestazione organizzata dai sindacalisti della Fismic, che gli hanno urlato di andarsene “perché il comunismo è finito”. Poi hanno mostrato fotocopie di un articolo de Il Giornale intitolato: “Vendola in Puglia fa come Marchionne “. Questa decina di attivisti è stata fronteggiata da altrettanti sostenitori di Vendola e tra i due schieramenti sono volati insulti, minacce e qualche sputo. ”Credo che abbiano litigato con gli altri delegati, non ho avuto alcuna contestazione, non li ho incontrati proprio”, ha minimizzato Vendola. Che ha definito il referendum “una porcata” e ha aggiunto: “Bisogna avere rispetto di tutti i lavoratori, comunque voteranno, e io non voglio parlare di un orientamento al referendum perché decidono i lavoratori”. Riguardo al ruolo avuto dall’esecutivo nell’accordo, Vendola ha accusato: ”Il governo non è assente, il governo che avrebbe dovuto svolgere il ruolo dell’arbitro tra le due squadre è invece sceso in campo a gamba tesa dalla parte di Marchionne”.
Il voto si terrà a partire dal turno di notte di domani, quindi verso le 22, e proseguirà con il turno del mattino di venerdì e quello successivo del pomeriggio. Poi le urne si chiuderanno e si comincerà alla vidimazione delle schede, si stenderanno i verbali e solo successivamente si procederà al conteggio dei voti. L’intero procedimento dovrebbe concludersi entro la serata.