“Dalla lettura dell’atto notificato si può evincere come la procura di Milano stia procedendo nei confronti del presidente Berlusconi in maniera non conforme alla normativa vigente”. Lo scrivono in una nota gli avocati del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo aggiungendo che “fermo restando l’infondatezza dell’intero assunto accusatorio, per quanto concerne la ipotizzata concussione, dallo stesso capo di incolpazione si evince che, anche in questa fase, la competenza funzionale è pacificamente del tribunale dei Ministri mentre, anche ad escludere la connessione peraltro contestata, per la asserita vicenda di Ruby, comunque la competenza territoriale proprio dal capo di incolpazione è da individuarsi presso il tribunale di Monza”.
“Appare quindi incomprensibile per quali ragioni la Procura di Milano esegua perquisizioni e pretenda di interrogare il Presidente Berlusconi per fatti per i quali non ha competenza alcuna”, prosegue la nota. “Ancora una volta, come già in altre occasioni, poi risolte dalla Corte di Cassazione, alcuni magistrati presso la procura di Milano tentano di perseguire il presidente Berlusconi pur non potendolo giuridicamente fare”.