Dopo quattro mesi d’indagini, decine di interrogatori e un intenso lavoro sui tabulati telefonici, la procura di Milano è convinta di poter dimostrare che Ruby ha avuto più volte rapporti sessuali con il presidente del Consiglio. Incontri a pagamento avvenuti quando la ragazza era ancora minorenne. Berlusconi ha sempre negato di aver conosciuto l’esatta età di Ruby, ma almeno un particolare lo smentisce. Il 27 maggio, quando telefonò in Questura per chiedere la liberazione della giovane marocchina ordinò che fosse affidata a Nicole Minetti, ex valletta di Mediaset “promossa” consigliera regionale in Lombardia. Secondo gli investigatori era proprio lei a coordinare il vorticoso giro di ragazze a pagamento e prostitute che frequentavano Arcore. Per questo adesso la Minetti è sotto inchiesta per sfruttamento e induzione della prostituzione di minorenni e maggiorenni. Assieme a lei è stato notificato un avviso di garanzia per gli stessi reati anche a Lele Mora ed Emilio Fede.
A Berlusconi, indagato dal 21 dicembre 2010 per sfruttamento della prostituzione minorile e concussione, è stato notificato un invito a comparire, mentre, per tutta la mattina di ieri, sono state eseguite a Milano perquisizioni in uffici, in Regione e in abitazioni di escort. Gli agenti si sono anche presentati nella comunità in provincia di Genova dove risiede Ruby per effettuare un’altra perquisizione. Secondo i pm Ilda Bocassini, Antonio Sangermano e Piero Forno il primo incontro fra B e la ragazza marocchina risalirebbe al 14 febbraio, quando il premier avrebbe regalato a Ruby un vestito. La convinzione emerge dalle indagini che si sono basate principalmente sullo studio dei tabulati telefonici.
In questura sono in corso gli interrogatori della giovane marocchina e di numerose altre ragazze coinvolte nel giro di prostituzione. La polizia si è anche presentata negli uffici di Giuseppe Spinelli, amministratore dell’immobiliare Idra e della holding Dolcedrago, indagato con il premier nei processi relativi a Medusa film e villa Macherio. Ma agli agenti di polizia è stato opposto il divieto di entrare perché l’ufficio sarebbe di pertinenza della segreteria politica dell’onorevole Berlusconi. Per questo i pm hanno spedito alla competente Giunta di Montecitorio una richiesta di autorizzazione alla perquisizione dell’ufficio di Spinelli. Il contenuto delle 300 pagine, alle quali dovrebbe essere allegato l’invito a comparire per Berlusconi, diventerà quindi sostanzialmente pubblico.
Spinelli è tradizionalmente l’uomo che maneggia i milioni di euro in contante utilizzati da Berlusconi per la gestione delle sue ville. Le residenze di Emilio Fede e Lele Mora non sono state perquisite. Ieri è stata fatta anche una perquisizione nell’abitazione privata della Minetti.
Una nota del procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati precisa che i reati sarebbero stati commessi ad Arcore dal febbraio al maggio 2010. La parte offesa è Karima el Mahroug, meglio nota come Ruby Rubacuori. Secondo le indagini sarebbe stata proprio la Minetti a indurre la giovane marocchina alla prostituzione nel periodo compreso fra febbraio e maggio 2010. Lo stesso per cui il premier è indagato per avere avuto rapporti con la minorenne.
Quel giorno Ruby venne condotta negli uffici della questura in seguito alla segnalazione di un furto, di cui una sua amica l’aveva accusata. Il pm minorile Fiorillo aveva disposto che la giovane venisse collocata in una comunità.
Secondo i pm la telefonata che il premier fece la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 alla questura di Milano per far rilasciare la 17enne in affidamento al consigliere regionale Nicole Minetti, è stata fatta per scongiurare che emergessero i retroscena delle feste nella sua residenza ad Arcore. Secondo l’accusa il presidente del Consiglio avrebbe abusato del proprio ruolo di primo ministro per occultare la presenza di una prostituta minorenne, di cui è stato cliente, durante diversi week-end a villa San Martino. Il consigliere regionale del Pdl, Nicole Minetti, è indagata per favoreggiamento della prostituzione adulta e minorile.
Contattato telefonicamente dall’Ansa, Emilio Fede sostiene di essere all’oscuro dell’indagine. “Lo apprendo dai giornali, non so nulla. Non ho ricevuto nessun atto formale da parte dei magistrati, nè ho subito alcuna perquisizione”.
Articolo aggiornato alle ore 10.00 del 15 gennaio 2011