C’è un sottoufficiale dei carabinieri indagato per rivelazione del segreto d’ufficio nell’inchiesta sul diplomificio di Poggiomarino sequestrato dalla magistratura di Torre Annunziata. Si chiama S. R. e secondo l’accusa avrebbe avvertito la titolare dell’istituto paritario Isef, attualmente agli arresti domiciliari insieme al figlio, che il 25 maggio 2010 sarebbe stata compiuta un’ispezione nell’istituto scolastico. Infatti quel giorno i finanzieri prevedono di trovarsi di fronte a una scuola semideserta. Invece annotano un “congruo” numero di studenti provenienti da altre regioni. Arrivati, ma lo si scoprirà solo dopo, perché allertati dalla segreteria dell’Isef. Alcuni venuti addirittura in aereo, e condotti a scuola con pullmini messi a disposizione dall’istituto scolastico. La statistica degli alunni di quel giorno appare strana agli uomini della Guardia di Finanza. Perché le indagini da loro effettuate in precedenza, e in particolare l’acquisizione in fotocopia e lo studio dei registri delle presenze scolastiche degli alunni, avevano sin lì dimostrato – scrive il Gip di Torre Annunziata Marcello Rescigno – “la incontrovertibile falsità delle annotazioni contenute nei registri di classe e la fittizietà delle presenze scolastiche degli alunni”. Il blitz avrebbe dovuto cristallizzare notizie acquisite attraverso altre fonti. Ma i finanzieri si grattano il capo di fronte a una scuola piena di ragazzi seduti tra i banchi.

Però accade un fatto curioso. Mentre già sono in corso i controlli della Finanza, sopraggiunge all’Isef una pattuglia dei Carabinieri con a bordo S. R., all’epoca comandante della Stazione di Poggiomarino, e un altro militare. Finanza e Carabinieri contemporaneamente nello stesso luogo e per lo stesso motivo: un’ispezione sulle presunte irregolarità dell’istituto paritario. La Procura di Torre Annunziata chiarirà tutto tramite accertamenti successivi. La Finanza era lì su delega del pubblico ministero. I carabinieri stavano dando riscontro a una sollecitazione del Comando Regionale per un’attività d’iniziativa dell’Arma. E questo aiuterà a indirizzare i sospetti sulla fuga di notizie, che viene scoperta attraverso gli interrogatori dei professori e degli studenti. Tutti concordano nel riferire che la proprietaria dell’Isef e i dipendenti della segreteria avvisarono vice presidi, corpo docente e alunni ‘fuori sede’ con l’ordine di mettere a posto i registri e di essere presenti il 25 maggio perché l’istituto “avrebbe avuto degli ospiti”, con una chiara allusione all’imminenza di un’ispezione. Agli insegnati fu aggiunto l’avvertimento che quel giorno avrebbero trovato più studenti del solito. “Effettivamente – verbalizza un professore – il 25 erano presenti in istituto numerosi allievi. Questa è stata l’unica occasione in cui ho avuto modo di verificare una contestuale e massiccia presenza di studenti presso l’istituto nel corso di questi anni”. Un’altra insegnante precisa che le indicazioni arrivarono “circa una settimana prima del 25 maggio”. Una professoressa di una Quinta aggiunge: “Ci fecero avere un registro di classe nuovo e un elenco di studenti di cui dovevamo annotare le presenze e le assenze. L’elenco comprendeva degli alunni che effettivamente hanno frequentati con degli altri nominativi che non avevamo mai visto prima. Io chiesi alla segreteria come mi sarei dovuta comportare e loro mi dissero di aggiungere i nominativi ‘mancanti’ sin dal mese di settembre e di segnalarli come ‘assenti’. Non capivo il fine di questa manovra, ma mi attenni alle disposizioni che mi furono impartite…”.

Dunque, l’Isef sapeva dell’ispezione con una settimana di anticipo. Ma secondo la Procura la dirigenza dell’istituto paritario era convinta dell’arrivo dei carabinieri, e non dei finanzieri. Il decreto di ispezione del pm è stato emesso solo il 21 maggio e consegnato poche ore dopo al reparto della Finanza delegato alle indagini. Quando le attività di ‘inquinamento’ della documentazione e le telefonate per mettere in guardia studenti e insegnanti erano in atto già da qualche giorno. La tempistica dell’inchiesta dei carabinieri invece è diversa: l’ordine a ispezionare l’Isef entro il 25 maggio parte dalla Compagnia Cc di Torre Annunziata il 15 maggio, e arriva sulla scrivania di S. R. il giorno successivo. Una tempistica compatibile con quel che successo dopo e con l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio per l’ex comandante della Stazione di Poggiomarino. Che attualmente è in servizio in un’altra regione.

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