Ricatti e raggiri. C’è anche questo nel Rubygate che rischia di far crollare il grande sogno berlusconiano. Sì perché in questa storia c’è anche una verità imbarazzante da tacere. Un silenzio che il Cavaliere dovrà pagare carissimo. Cinque milioni di euro. Tanto chiede la giovane marocchina per nascondere gli incontri di Arcore. Ma non è finita. In questa storia, infatti, spunta un presunto raggiro ai suoi danni orchestrato dall’amico della vita: Emilio Fede. Il direttore del Tg4 avrebbe concordato di trattenere per sé un terzo del prestito di Silvio Berlusconi a Lele Mora. Lo scrive questa mattina il Corriere della Sera, citando le intercettazioni telefoniche dei due indagati per favoreggiamento della prostitzione: “Sembra che a caldeggiare la richiesta di Mora di ricevere circa un milione e 200 mila euro sia stato il direttore del Tg4 Emilio Fede, che con Mora avrebbe concordato di trattenere per sé 400.000 euro. All’insaputa di Berlusconi.
E così, tra intercettazioni, verbali, interrogatori, che, secondo i pm, inchiodano il Cavaliere alle sue responsabilità penali, spunta anche il grande ricatto al premier. “Ho chiesto cinque milioni a Silvio Berlusconi per tacere”, perché “il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D’Addario e della Letizia”. Ruby è molto chiara. Dopodiché prosegue: “Silvio mi ha chiamato spesso e mi ha detto di passare per pazza e raccontare cazzate. Perché io vado da lui da quando ho 16 anni”. La marocchina parla con l’ex fidanzato Sergio Corsaro. E’ molto loquace e a un’amica brasiliana rivela la strategia adottata davanti ai pm: “Ho negato tutto, ho detto che sono andata a casa. E che lui pensava che fossi maggiorenne anche perché sedici anni non li dimostro”. Quindi la recita. Con Ruby davanti ai magistrati a raccontare di come Berlusconi “quando ha scoperto la mia età mi ha buttato fuori casa”. Insomma, quello che si prevedeva si sta puntualmente verificando. Il contenuto delle pagine dell’indagine milanese iniziano ad uscire. E con le notizie aumentano dubbi e domande. Ad esempio: la richiesta dei cinque milioni ha a che vedere con il prestito di un milione e mezzo fatto dal Cavaliere a Lele Mora. Lo stesso Mora che, a detta di Ruby, le avrebbe prestato migliaia di euro.
Iniziamo, allora, da quel silenzio da pagare a carissimo prezzo. Cinque milioni. Ruby ne parla addirittura con il padre. “Silvio ha detto al suo avvocato: dille che le pagherò il prezzo che vuole, l’importante è che lei chiuda la bocca e che neghi”. Vale a dire: “Io non ho mai visto una ragazza di 17 anni”. La marocchina il quadro lo precisa meglio al telefono con un’amica brasiliana: “Il mio avvocato mi ha detto: dobbiamo trovare una soluzione”. Mentre alla madre del suo ex fidanzato, la giovane rubacuori confida: “Il mio caso è quello che spaventa più di tutti, io ne voglio uscire e con l’avvocato gli abbiamo chiesto cinque milioni di euro in cambio del fatto che io passi per pazza e lui ha accettato”. Chi era l’avvocato all’epoca dei fatti? Difficile capirlo. Il primo legale di Ruby è stato Luca Giuliante, già legale rappresentante del listino di Roberto Formigoni. L’incarico è passato successivamente a Massimo Dinoia. Sulla questione dei cinque milioni il primo a parlare è stato Giuliante. “Dev’essere la proiezione di un desiderio elaborato dalla sua fantasia”.
Di sicuro, però Ruby chiedeva soldi anche a Giuseppe Spinelli, il “tesoriere” del premier con il quale si è incontrato almeno in un’occasione. E’ quanto si evince da alcune intercettazioni trascritte dalla Procura di Milano. Ruby telefona più di una volta al contabile spiegando di essere “nella merda” e di avere bisogno di denaro. Anche dopo che ormai il suo caso è esploso sui giornali. In una conversazione la giovane donna chiede a Spinelli “solamente 5 mila euro” e racconta di aver “cercato di chiamare Villa Grazioli e San Martino” per tentare di parlare con Berlusconi. Spinelli ascolta, poi risponde che ne avrebbe parlato con il Cavaliere il più presto possibile. Alla fine si incontra con lei a Milano 2, presumibilmente – secondo i pm – per consegnarle dei soldi.
Emergono poi nuovi rilievi dell’ex prefetto di Napoli e commissario antiracket dal 2003 al 2006, Carlo Ferrigno: “Pensavo fosse una cena pulita, no invece, quella mi chiamava, pur essendo lei una puttanella è rimasta esterrefatta quando stavano tutte discinte con le mutande, mezze ubriache, in braccio a Berlusconi e se le baciava tutte, queste venti, tra cui la Minetti”. Così l’ex prefetto in una intercettazione, contenuta negli atti della procura di Milano dell’invito a comparire per Berlusconi, la serata ad Arcore a cui lui aveva inviato Maria Makdoum. “L’avevo fatta andare lì da Lele Mora”, spiega Ferrigno e poiché è “mezza araba” le hanno fatto fare la danza del ventre”. “Pensa un pò – aggiunge Ferrigno al suo interlocutore – che fa questo signore…”
Nessun dubbio, invece, sull’aiuto a Lele Mora da parte del premier, visto che è stato lo stesso Berlusconi ad ammetterlo. Quello che le intercettazioni aiutano a capire, invece, è il ruolo (interessato, secondo quanto emerge) del direttore del Tg4. “Il 22 agosto – continua il Corriere – alle 18.22 Fede e Mora cominciano a immaginare cosa dire al Cavaliere”. I due non hanno dubbi sulla disponibilità del premier, temono piuttosto qualche stop da avvocati e dirigenti che gli ruotano attorno. Ma Fede immagina, al telefono con l’impresario delle starlette, il suo colloquio con il Capo: “Gli dico: guarda, quest’uomo c’ha dato tutto ed è quello che ci ha dato soprattutto la riservatezza…capisco la prudenza, ma io ti dico solo questo…lui rischia la bancarotta…allora diventa peggio il problema”.
Insomma, Berlusconi deve capire che Mora è più “sicuro” se non rischia la bancarotta. Poi si parla della cifra. Dice Fede, riferendosi al milione e duecento mila euro: “Possono diventare uno e mezzo, io ne prendo quattro e tu otto, va bene?” La seconda puntata, scrive sempre il Corriere, avviene il 2 settembre, quando Fede chiede a Mora se si tratti di contanti. Mora dice: “No, no, cir..circolari”. Poi si accordano per la consegna della “parte” che spetta al direttore del Tg4, che dice: “Mi fai un regalo, un regalissimo!”
Altri regali, poi emergono dalle carte dell’inchiesta. Il premier Silvio Berlusconi ha infatti effettuato due bonifici da diecimila euro ciascuno a favore di Alessandra Sorcinelli, una delle ragazze che, secondo la procura di Milano, frequentavano le feste ad Arcore. Sul conto corrente della ragazza presso il Banco di Sardegna di via Solferino a Milano, si legge nelle richiesta, “si rilevano due bonifici in entrata, il 16 luglio 2009 e il 17 settembre 2009 entrambi dell’importo di 10mila euro” Entrambi, scrivono gli agenti di polizia giudiziaria, riportano la descrizione dell’operazione: “Bonifico o/c Berlusconi Silvio….favore di Sorcinelli Alessandra….prestito infruttifero”. Dagli accertamenti eseguiti è emerso che i bonifici sono partiti da due filiali del Monte dei Paschi di Siena di Segrate, una delle quali si trova “nelle immediate vicinanze degli uffici della Spa Dolcedrago, dove risulta operare Spinelli Giuseppe”.