Per le Monde non c’è nessun caso di censura contro Antonio Tabucchi. L’ufficio delle relazioni esterne del giornale pomeridiano contattato ieri dal Fatto ha spiegato i tagli dell’articolo sul caso Cesare Battisti, riguardanti soprattutto i giudizi su Bernard Henry Lévy (il filosofo che ha di recente acquisito un ruolo nel nuovo organigramma del quotidiano parigino), con “motivi tecnici”, ovvero di spazio e dimensioni dell’articolo. L’attuale direttore Eric Fottorino, in uscita a fine mese, non ha rilasciato dichiarazioni e dal giornale si fa notare che Tabucchi appare da tempo e con certa regolarità sulle sue pagine, fin dai tempi della fuga di Battisti in Brasile, attorno al 2004 (e arrestato nel 2007), quando Le Monde divenne il centro del dibattito sul terrorista italiano che ha vissuto e fatto fortuna per tanti anni a Parigi.
In questi giorni, dopo la decisione dell’ormai ex presidente brasiliano Lula di non estradare Battisti in Italia, il quotidiano parigino ha tenuto una posizione più defilata, visto che la questione non interessava più direttamente la Francia e i governi che si sono succeduti da Mitterrand, iniziatore della dottrina che porta il suo nome sull’ospitalità a molti italiani accusati e condannati per terrorismo in patria. Pur tenendo separati i fatti e le opinioni il giornale che sta attraversando una grave crisi economica e gestionale, non ha assunto una posizione unica sulla vicenda di Battisti che conserva tra gli intellettuali molti amici e sostenitori, tra cui appunto Levy.