La questione rifiuti in Campania torna sui banchi del Parlamento europeo di Strasburgo e rischia di lacerare ancora di più i rapporti tra Pdl e Lega Nord. Ben quattro interrogazioni parlamentari orali hanno fatto il punto della situazione e chiederanno apertamente alla Commissione Barroso che cosa intenda fare in concreto.
Le quattro interrogazioni, rispettivamente dei gruppi Gue (Sinistra verde nordica), Verdi, S&D (il gruppo del Pd) e dell’Efd (il gruppo della Lega Nord), verranno discusse dal Parlamento riunito in sessione plenaria a Strasburgo e saranno seguite da una risoluzione scritta che verrà votata il prossimo febbraio. Nulla di nuovo se non fosse che l’iniziativa rischia di incrinare anche in Europa i rapporti tra Pdl e Lega Nord, già meno granitici di un tempo in Italia.
Almeno a giudicare dalle affermazioni di Erminia Mazzoni, in quota Pdl e presidente della commissione parlamentare Petizioni, che parla senza mezzi termini di “strumentalizzazione” e di “accanimento illogico e insopportabile anche da parte della Lega”. Secondo l’eurodeputata, campana tra l’altro, oltre che “strumentale”, le quattro interrogazioni sono il segno che “ancora una volta pregevoli colleghi di altri paesi si prestano al tentativo del Pd e dei Verdi di ottenere attraverso l’Unione europea una remissione dei loro peccati, gettando ombre sull’attuale Governo”. La Mazzoni non ha dubbi: “Si tratta di una questione evidentemente strumentale, considerato che la giunta Caldoro, insediatasi da meno di otto mesi, ha predisposto quasi tutti gli atti che il governo Bassolino avrebbe dovuto approvare negli oltre dieci anni di governo di sinistra”.
Se così fosse, a “strumentalizzare” sarebbe anche la Lega che ha presentato una delle quattro interrogazioni per chiedere alla Commissione come sono stati impiegati in Campania i fondi Ue stanziati negli ultimi vent’anni e notizie su eventuali provvedimenti finanziari. A fare più paura sono proprio le possibili multe, ma non alla Lega a quanto pare, che chiede espressamente: “Considerando che la gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti non ha portato ad una soluzione permanente della crisi, la Commissione intende prendere provvedimenti finanziari nel caso le autorità regionali non presentassero un piano di gestione in grado di risolvere definitivamente la questione rifiuti?”.
Una spada di Damocle, quella dell’ex articolo 260 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, che pende sulla testa dell’amministrazione Caldoro, soprattutto dopo che il commissario Ue all’Ambiente, Janez Potočnik, ha dichiarato il 23 ottobre che la situazione in Campania ricorda molto la crisi dei rifiuti del 2007 e la conseguente procedura d’infrazione contro l’Italia. A rincarare la dose, la decisione della Corte di Giustizia europea del 4 marzo 2010 che ha censurato l’Italia per non aver creato una rete d’impianti sufficiente a garantire lo smaltimento dei residui urbani in un modo che non metta in pericolo la salute umana e l’ambiente.
Strumentalizzazione o meno, la prossima puntata è fissata per i primi di febbraio, quando il Parlamento europeo voterà una risoluzione ufficiale sulla Campania. A favore di questa risoluzione un altro eurodeputato campano, Luigi de Magistris (Idv): “È necessario che l’Ue spezzi il legame tra i finanziamenti europei e le cricche e che, nel caso dei rifiuti, i fondi si sblocchino solo nel caso in cui la politica offra delle garanzie di un ciclo di rifiuti ecocompatibile”.