La gag dello stetoscopio. C’è da giurarci, farà il giro del mondo. Chissà se qualche leader mondiale buontempone la tenterà anche al prossimo G20 con il Cavaliere. Magari dopo un Bunga Bunga.
Già le 389 pagine della Procura sono a metà tra un atto giudiziario e una scenografia di Alvaro Vitali. Verrebbe da ridere, ma pagina dopo pagina si racconta la tragedia di un uomo ridicolo. Un anziano spremuto da decine di persone. Insultato da ragazze che vedono in lui “una fonte di lucro” e “un vecchio depresso e malato”. Altro che il maschio italiano dell’autoritratto tracciato dal Cavaliere.
È il 13 agosto 2010 quando Lele Mora prepara al telefono Roberta Bonasia (miss Torino 2010, da qualche giorno accreditata della relazione con il premier che lui stesso ha svelato, ndr.) per l’incontro con il Primo ministro italiano. E qui ecco l’involontario colpo di genio .
Lele: “Visto che sarai la… l’infermiera ufficiale”.
Roberta: “Sì anche lui mi ha detto così”.
Lele: “Devi fargli uno scherzo… devi prenderti su… quello che si misura la pressione fìnto e poi prendi su… un camicione quello che si usa…”.
Roberta: “Quello da dottoressa… con sotto niente ovviamente…”.
Lele: “Ce l’hai? Ce l’hai quello?…”.
Roberta: “Eh, no, no…”.
Lele: “Lo devi comprare oggi…”.
Roberta: “Vado a comprarlo… viene carino”.
Lele: “Ti metti lo stetoscopio…”.
Roberta: “E’ vero?…”.
Lele: “Sulla… camicinia da infermiera… e sotto le autoreggenti bianche…”.
Roberta: “Guarda Lele lo faccio, ti giuro che lo faccio… non mi manca il coraggio”.
Lele: “Sorpresa, però devi fare… sono l’infermiera… gli dici che devi visitarlo…”.
Roberta: “Una visita… privata… per accertarmi il suo stato di salute… che deve essere assolutamente… di alto livello”.
Lele: “Sai quanto si diverte lui per una cosa del genere… da ridere da morire”.
Roberta: “Sì, fa il finto malato”.
Lele: “Si prevede un grande futuro per te, amore”.
Viene da sorridere. Ma una volta le ragazze, convocate all’improvviso per la solita festa (la polizia annota che era direttamente il premier a chiamarle), interrompono il Cavaliere che si sta sottoponendo a un elettrocardiogramma (vero). E B. sembra pure confuso nel fissare gli appuntamenti. Nicole Minetti è informata da Maristelle: “Le ragazze sono andate”.
Minetti: “Chi è andato?”
Maristelle: “Aris e la Barbara… e lui sembra che stava facendo l’elettrocardiogramma no? E non le ha ricevute nel senso che ha detto le ha detto che cazzo vuoi…”.
Minetti: “Ma scusa, a loro aveva detto di andare o no?”.
Maristelle: “Ma dice che lui lei gli aveva detto di sì ieri. Ma va che ha detto bisogna stare attenti perché lui mi ha detto che m’ha chiamato tutta la notte che io non ho risposto, invece non è vero, lui non mi ha chiamato … Madonna, impazzito”.
Le finte infermiere pronte ad addolcirgli le serata, in realtà gli tirerebbero madonnine in testa. La giovane brasiliana Iris, appena 18 anni, cerca invano il presidente e alla fine il 2 ottobre sbotta: “Fra un po’ ci manda afanculo tutte quante… quella è la volta buona che lo uccido… vado io a tirargli la statua in faccia..”.
Ma Iris è tipa concreta e chiosa: “Però Papi qua… è la nostra fonte di lucro…”.
Iris è proprio sveglia, parla che sembra un film di una nuova commedia all’italiana. La brasialiana spiega, in una conversazione, il sistema dei pagamenti, chi prende di più e chi prende di meno. E di chi ci resta male: “Eh! Si, ma poi oggi era veramente di cattivo umore. Non so come ho fatto a cavare quello che ho cavato. Ti giuro sta qua s’è messa a piangere. Ma d’altronde ci sono delle ragazze che sono più belle di altre ragazze, e alcune tra di loro si parano, cioè si dicono le cose, no? ‘Ah! Io ho preso questo, io ho preso quell’altro’ e quando viene sto cesso, un cesso umano, che non e’ha capelli, cioè è grassa, cioé è proprio bruttissima, cioé non fa niente in più di un’altra e., e gli dai., venti rose? Così, e non ha fatto un cazzo! Te… e c’è questa che si mette lì, balla ne fa di ogni e di più e cioé (ride) gli vuoi dare due misere rose?… Poi dopo sono entrata io nell’ufficio a dire: ‘Ah! ho speso 1.200 euro per il ginocchio, Ah! Devo comprare la televisione alla mia mamma, devo comprare la televisione al mio babbo., e., devo comprare il vestitino perla mia cuginetta.. e poi io devo fare un pò di shopping, e poi non ho niente da mangiare, e ho il cane che no, non ha neanche i pannoloni’. Ho fatto una disperazione là, però senza piangere, cavolo! Non puoi piangere”.
Davvero un ritratto tragicomico. Alla porta di B. si presenta chiunque.
Il 25 agosto 2010, dopo una cena, i fidi Lele Mora ed Emilio Fede raccontano un imprevisto.
Lele: “Daniele non ha portato le due delle Miss, ha portato le russe…”.
Emilio: “Madonna di Dio…”
Lele: “Due valchirie…”.
Emilio: “No, ma queste due eran transessuali, per carità di Dio, ma non si può portare in giro due persone così…”.
Un tocco assurdo e uno malinconico: come la descrizione impietosa compiuta al telefono da T.M., amica plurilaureata della Minetti paracadutata alla festa di B.: “Ecco, praticamente nei giornali dicono molto meno della verità. E molto peggio! Molto più triste… mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ma non perché ho avuto paura, no no no, per la desolazionecioè, sai quando vedi quelle cose… a me è scaduto tantissimo. Mi ha., mi sembrava di avere di fronte non lui, ma le caricature del bagaglino”.
No, Silvio ne esce dipinto in modo impietoso. E anche le sue feste. Come nelle conversazioni di Carlo Ferrigno nominato da B. all’Antiracket.
E’ il 29 settembre quando l’ex prefetto dice al figlio: “Mi dispiace solo che i tuoi auguri coincidono con quella di quello stronzo lì”.
Figlio: “Di chi, di Berlusconi?”.
Ferrigno: “Sì guarda… che uomo di merda”.
di Ferruccio Sansa e Carlo Tecce
da Il Fatto quotidiano del 19 gennaio 2011