Finalmente la Chiesa italiana ha aperto un occhio, ha sbirciato le carte relative al bordello berlusconiano e ha sussurrato il suo sgomento.
Forse lo ha dovuto fare perché nonostante le non sante prudenze dei Ruini, dei Bagnasco e dei Bertone, non pochi vescovi, memori di aver giurato fedeltà ai vangeli, avevano già cominciato a manifestare il loro disgusto. Ironia della sorte o astuzia della provvidenza, appena pochi giorni prima il papa medesimo aveva tuonato contro la permissività, la licenziosità, persino contro l’educazione sessuale, e qualche giorno dopo si sono ritrovati con il morto in casa. Il presidente del Consiglio della “cattolicissima Italia” ha assunto le vesti, per usare il linguaggio dei guardiani della fede, del diavolo tentatore, della perversione e di quella licenziosità che, a giudizio dello stesso pontefice, starebbe minando l’Occidente e la stessa cristianità.
Ci fa piacere che anche la Chiesa italiana cominci a manifestare un pò di sgomento, ma sino ad oggi dove stavano? Non erano stati informati, non avevano letto i giornali, non avevano mai ricevuto la lettera della signora Veronica, non erano al corrente delle inchieste e delle testimonianze di decine e decine di persone? Perché hanno scelto anche loro di far finta di nulla?
Perché hanno tollerato le manganellate inferte al direttore dell’Avvenire Dino Boffo?
Perché non hanno replicato alla valanga di ingiurie riversata contro Famiglia Cristiana e contro quei fedeli che non hanno mai accettato il razzismo, l’esclusione sociale, la corruzione e la concussione esibite come virtù?.
Il realismo politico e il relativismo etico, condannato solo a parole, possono portare ad una trattativa anche sui 10 comandamenti?
Servivano i verbali delle intercettazioni per prendere atto di un fallimento etico e politico senza precedenti nella storia della repubblica? Eppure ben altro trattamento era stato riservato a Romano Prodi, sottoposto ad un cannoneggiamento senza tregua che fu tra le cause della sua caduta. Quei politici che avevano sostenuto e sostengono le ragioni delle coppie di fatto, rifiutano i ghetti per gli omosessuali, contrastano la doppia morale, sono stati quasi bollati con il marchio dell’infamia, nuovi infedeli da scomunicare. Loro sì, il drago che esibiva i suoi vizi invece ha potuto godere di un sostegno che si è spinto oltre i limiti del lecito e del dovuto.
Se e quando Berlusconi se ne andrà a casa o ancora meglio deciderà finalmente di curarsi, sarà bene che la Chiesa italiana, prima di lanciare i suoi strali contro il relativismo degli altri, condanni finalmente il relativismo etico che ha dentro di sè.
Monsignor Fisichella è giunto sino al punto di “relativizzare” le bestemmie del piccolo Caligola, non vorremmo che a qualche altro prelato venisse ora in mente di relativizzare anche i bunga bunga, purchè commessi da un uomo di governo, anziano, abbandonato dalla moglie, ma sempre attento alle istanze etiche e, soprattutto, materiali della Santa sede.