Quattro musicisti provenienti da quattro paesi diversi, quattro culture, quattro personalità per una esplosione rock. Anzi World Rock! Perché il mondo è pieno di influenze musicali che possono perfettamente confluire nel rock. La loro musica ha certamente influenze molto eterogenee (Guano Apes in primis). Stiamo parlando degli Skin Diary, una band composta da Jessica Jekyll dal freddo Nord della ex Germania Ovest, Pierpaolo De Luca alle chitarre dalla Sicilia, René Flächsenhaar dall’oscura ex Germania Est al basso e Puya Shoary dall’Iran, alla batteria. Il formidabile quartetto si è formato nella internazionale Berlino nel 2004 e sin dal primo concerto, come la stessa città, si sono rivelati sorprendenti e pieni di energia!

Il nome del gruppo è stato scelto per un motivo romantico, ma in fondo l’importanza dei nomi delle band è sempre stata un po’ sopravvalutata, ci dice Pierpaolo che abbiamo incontrato per una breve intervista, essendo in Italia per un tour nella sua terra natia, la Sicilia appunto. “In realtà si tratta di un piccolo tour ristretto a una regione, una specie di back to the roots, visto che io sono di Catania. Poi si torna in Germania dove partirà la campagna promozionale del nostro primo album con la Artist Station e a marzo probabilmente suoneremo in Russia e poi, chissà…”.
Oltre che di musica (naturalmente) si è parlato delle principali differenze in ambito musicale e artistico riscontrate tra Berlino e le città italiane, e poi di quanto l’Italia sia sbeffeggiata nel mondo per le faccende legate al nostro presidente del Consiglio. “L’Italia in questo momento vive un periodo difficilissimo e inoltre è peggiorata di gran lunga l’opinione che se ne ha in Germania; diciamo che siamo passati dallo status di commedia a quello di barzelletta, per usare un termine di quell’alta strategia politica che caratterizza l’attuale governo italiano”.

A Berlino gli Skin Diary sono ammirati per il loro personale sound. E alla fatidica domanda posta da fans e curiosi, e cioè come definire il loro stile, loro rispondono: World Rock! Durante gli oltre 300 concerti tenuti in Germania e all’estero (il Fusion Festival, la manifestazione internazionale Kieler Woche a Kiel e la Bunte Republik Neustadt a Dresda) la grande capacità di coinvolgimento delle masse da parte dello Skin Diary Style è stata ripetutamente dimostrata.
Nell‘estate 2009 gli Skin Diary sono stati indicati dalla rivista di mode e trends di Berlino Tipp Magazin come una delle migliori band della capitale tedesca e anche grandi artisti della scena musicale tedesca quali Fritz Rau e Henning Rümenapp (Guano Apes) sono rimasti impressionati da questo fenomeno multiculturale.

Jessica Jekyll è la trascinatrice, una “trapezista della voce” che in calze a rete e divisa da domatrice, è in grado di volteggiare attraverso tutti i registri vocali, è capace di ruggire in modo selvaggio, ma anche di cantare melodie con una dolcezza tale da far battere forte i cuori di tutti gli amanti della musica, da quelli più pop ai metallari più convinti, mentre saltella a piedi nudi in mezzo al pubblico.
Lo spettacolo e la voglia di sperimentare tra paillettes, costumi clowneschi e tanta energia unita a originalità ne fanno un gruppo da ascoltare davvero con molta attenzione. “Se guardiamo i nostri costumi si potrebbe pensare a Spartaco, Bugs Bunny, FrankZappa e il circo Barnum. Penso che semplicemente ci lasciamo ispirare da tutti quegli artisti che sul palco offrono uno spettacolo non solo per le orecchie ma anche per gli occhi. Gli Abba, i Kiss, Michael Jackson, Prince… Certo i Blondie e i System of a down non ci sono indifferenti, ma assieme a tanti altri…” ci dice il chitarrista della band.

Nel 2010 gli Skin Diary hanno pubblicato il loro primo agognato album, per la cui produzione si sono affidati a Markus Reuter, conosciuto negli Usa come chitarrista dei Tuner (assieme a Pat Mastellotto, batterista dei King Crimson) e come produttore-fonico per Maynard James Keenan dei Tool e Puscifer.
L’album, cavalcando anche l’onda elettro-dub e fusion, si intitola semplicemente “Skin Diary“, contiene 11 brani ben articolati e senza fronzoli, tra cui le splendide Hearth of glass e Too late e si propone di smuovere altissime nuove onde sonore.

Queste le date del loro tour siciliano:
19 gennaio:Eight horses, Belpasso (CT)
20 gennaio: Café Giufà, Siracusa
21 gennaio: Noname,Catania
22 gennaio: Ex Cinque Quarti, Messina
23 gennaio: Riders, Catania (unplugged)

Per maggiori informazioni sulla band andate sul loro sito ufficiale. Come sempre Vive le Rock!

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