Un milione e mezzo bonificati sul Credito cooperativo fiorentino da Silvio Berlusconi per Marcello Dell’Utri. E’ il maggio 2008, e mentre il centrodestra festeggia l’ultima vittoria elettorale, sulla banca dell coordinatore del Pdl Denis Verdini transita quel tesoretto. A scoprirlo sono gli 007 di Bankitalia che stanno facendo accertamenti sullo stesso Verdini, da oggi indagato dalla procura di Firenze per fatture false. E’ quanto racconta L’Espresso (Leggi l’articolo) . Il Credito Cooperativo Fiorentino risulta commissariato.
L’indagine a carico di Verdini mira a chiarire i rapporti fra il Credito Cooperativo Fiorentino e la Btp, di cui era presidente Riccardo Fusi. Nei giorni scorsi sono stati perquisiti tre studi legali fra Firenze e Siena e ci sono cinque nuovi indagati. Fra questi, il presidente di Antonveneta Andrea Pisaneschi, accusato come Verdini di “emissione di fatture per operazioni inesistenti”. Il suo coinvolgimento riguarda l’attività privata di avvocato. Oltre a Pisaneschi, (fra l’altro professore universitario ed ex componente del cda di Mps), sono indagati suo fratello Niccolò, Giampaolo e Pier Ettore Olivetti Rason e Marzio Agnoloni. A essere contestato è sempre lo stesso reato.
I pm ipotizzano, tra l’altro, fatturazioni emesse da Verdini per collaborazioni mai svolte con studi legali che avevano ottenuto consulenze per un mutuo da 150 milioni contratto nel 2008 dalla Btp con un pool di banche: Mps, Unipol, Cariprato, banca Mb e lo stesso Credito Cooperativo fiorentino. “Risulta essere stata emessa una fattura – è scritto nel decreto di perquisizione – da parte di Verdini Denis (all’epoca presidente del Credito Cooperativo Fiorentino) a favore degli avvocati Olivetti Rason per la somma di euro 260.000. Ed è ragionevole ritenere, per i molteplici e consistenti intrecci e interessi economici tra il Verdini e il Fusi e per gli innumerevoli interventi del primo nella vicenda che ha avuto ad oggetto il finanziamento a favore del secondo, che anche tale fatturazione possa essere stata fatta a fronte di operazioni inesistenti”.
Nei forzieri toscani dominati per decenni dal coordinatore Pdl – racconta l’articolo di Lirio Abbate su L’Espresso – sono spuntati i conti intestati a uno dei fondatori di Forza italia, Marcello Dell’Utri. Due depositi, con un passivo milionario. A tappare la falla ha pensato il Cavaliere, elargendo un prestito da un milione e mezzo di euro. “Denis, Marcello e Silvio: tre compagni di merende e di politica – scrive l’Espresso – , che adesso rischiano un nuovo procedimento penale”. Secondo il settimanale “nella Verdini Bank tutto è stato tenuto segreto” mentre la legge antiriciclaggio è chiara: operazioni del genere, anche tra importanti parlamentari, vanno segnalate. E’ dagli accertamenti svolti dagli uomini di Mario Draghi che viene fuori il “dono di Berlusconi” ossia “un bonifico rimasto nell’ombra che potrebbe portare all’ipotesi di riciclaggio”. Descrizione dell’operazione (Leggi il documento): “Marcello Dell’Utri riceve euro 1,5 milioni da Berlusconi Silvio, tramite intermediario Monte dei Paschi di Siena. Si precisa che la posizione del cliente al momento della disposizione presentava un saldo negativo pari a euro tre milioni 150.134 (affidamento 2,8 milioni). Il bonifico ricevuto serviva a riassorbire l’esposizione”. Ecco perché il 30 settembre scorso i responsabili dell’amministrazione straordinaria hanno fatto partire la segnalazione sulla violazione delle norme antiriciclaggio, attivando così gli 007 di Bankitalia e gli investigatori dei carabinieri del Ros coordinati dalle procure di Firenze e Roma.