Sarà il più grande consesso di miliardari nella storia d’America. Il 30 gennaio a Rancho Mirage, un resort per ricchi alle porte di Palm Springs, industriali, finanzieri, banchieri si ritroveranno per discutere di strategie “per il Nuovo Millennio”, invitati da Charles e David Koch, “i fratelli più ricchi d’America”, da molti considerati gli artefici della vittoria repubblicana nelle elezioni di midterm (Leggi l’articolo). Fuori del resort ci saranno leader e gruppi progressisti, a protestare contro lo strapotere delle grandi corporations. Miliardari contro liberal. Plutocrazia contro democrazia. Sono i temi che l’attualita politica degli Stati Uniti propone con sempre maggiore frequenza.
La lista degli invitati a Rancho Mirage sembra davvero una fotocopia del “Chi è Chi” di Forbes: presidenti e fondatori di società finanziarie, della grande distribuzione, delle nuove tecnologie, dell’intrattenimento (Philip Anschutz, Stephen Schwarzman, Dick DeVos, Ken Griffin, Ken Langone), che si sono visti recapitare a casa un invito in cui si dice chiaramente che l’incontro non sarà “divertimento al sole”, ma piuttosto l’occasione per pianificare i prossimi passi, dopo la vittoria dei repubblicani alle elezioni di medio termine. Gli ideatori dell’iniziativa, i fratelli Koch, sono del resto considerati tra i grandi artefici di quella vittoria. “Americans for Prosperity”, il think-tank conservatore generosamente finanziato da Charles e David, ha fatto affluire lo scorso novembre 45 milioni di dollari nei conti in banca dei politici repubblicani.
I fratelli Koch sono personaggi misteriosi e imprendibili. Da un lato, la cronaca abbonda di dettagli sulle loro vite e opere. Sono gli eredi di una delle famiglie di petrolieri più famose d’America. Controllano le Koch Industries, la seconda maggior compagnia privata del Paese. Sono sostenitori delle tesi dei libertarians (Charles è CEO del Cato Institute, che propugna libertà individuale e pochissimo governo). Hanno una gran passione per le arti e la filantropia. David Koch, l’uomo più ricco di New York, ha speso 600 milioni di dollari per far vivere il Lincoln Center, lo Smithsonian, la PBS, il New York City Ballet e il dipartimento dinosauri dell’American Museum of Natural History.
Questi capitalisti potenti, raffinati, sotto i riflettori delle cronache mondane, sono però anche gli stessi presunti burattinai che hanno portato Barack Obama a parlare di “miliardari e corporations, che mettono occultamente le mani sulla nostra democrazia”. Il ruolo dei Koch nella vittoria repubblicana alle scorse elezioni di midterm è stato clamorosamente esibito con l’entrata di David Koch alla Camera, il giorno dell’insediamento del nuovo speaker repubblicano John Boehner (Koch ha poi offerto un party sontuoso, in cui i politici conservatori hanno brindato con i grandi lobbysti di Washington). Quello che non è chiaro è quanto i Koch abbiano contribuito a quella vittoria. Secondo molti (tra questi David Axelrod, consigliere di Obama, e la giornalista investigativa Jane Mayer), quel contributo è stato determinate: I Koch sarebbero i “candidati occulti” (definizione di Axelrod), la fonte più generosa del fiume di dollari che ha ricoperto i politici conservatori, soprattutto quelli del Tea Party, che avrebbe in Koch il suo padrone e ispiratore occulto.
E’ contro quest’abbraccio tra politica e miliardi che molti gruppi progressisti si riuniranno a Rancho Mirage. L’incontro servirebbe, a loro giudizio, per portare a termine la conquista reazionaria del Paese: distruzione della rete dei servizi sociali e del sindacato, trionfo del libero mercato, cancellazione di ogni regola sui limiti del finanziamento alla politica. Un anticipo di quell’agenda lo si potrà trovare con ogni probabilità questa settimana a Washington, con il tentativo dei repubblicani della Camera di fare a pezzi la riforma sanitaria di Barack Obama.
di Roberto Festa