“Respingiamo le accuse di poca professionalità mosse agli operatori della Squadra Mobile di Milano dal presidente del Consiglio nel suo videomessaggio”, risponde Francesco De Vito, segretario generale provinciale dell’Ugl Polizia di Milano. Parole decisamente forti e che vengono da una sindacato di centrodestra. Gli agenti che venerdì scorso hanno eseguito le perquisizioni in via Olgettina 65. Non possono parlare. E dunque la risposta al Cavaliere tocca a De Vito: “Non sono accuse che si possono muovere nei confronti di agenti che hanno esperienze pluridecennali e che da sempre operano in ambiti delicati quali le indagini sulla criminalità organizzata. Non ha senso mettere in discussione la Polizia perché significa mettere in discussione lo Stato. Restiamo comunque in attesa di un segnale di solidarietà da parte del ministro Maroni e del Capo della Polizia”.
Ricordiamo allora uno dei passaggi del premier nel quale si parla di “una imponente operazione di perquisizione contro ragazze colpevoli soltanto di essere state mie ospiti in alcune cene”. Al di là della consistenza delle forze dispiegate, la posizione del sindacato è chiara: “I poliziotti hanno semplicemente adempiuto agli ordini della magistratura, così come imposto dal codice di procedura penale e hanno agito nel massimo rispetto delle persone oggetto di perquisizione”.
Non è finita. Nel suo discorso il presidente del Consiglio parla di “modalità violente” nelle perquisizioni. Versione radicalmente opposta quella dei poliziotti che parlano di “scene tranquillissime”. Tanto, prosegue De Vito, che “alla fine le ragazze ci hanno anche ringraziato per essere state trattate con i guanti: come sempre facciamo nei riguardi di qualunque perquisito nel massimo rispetto delle persone. Ma quali “guanti bianchi”, Berlusconi parla di ragazze “terrorizzate” dalle sette del mattino, portate in questura, rilasciate alle otto di sera, senza neppure poter bere. Spiega De Vito: “Siamo andati alle 7.30 del mattino come altre volte si va invece alle 4 o in altri orari: dipende da come dispone la magistratura in base alle esigenze investigative”. Eppure, c’è anche chi parla di perquisizioni anali. Per la polizia solo una bugia “scandalosa”. “Falso anche che le abbiamo fatte spogliare”. E se qualche vestito è stato sequestrato, De Vito non può più rispondere: “Ci sono indagini in corso”.
Eppure il presidente del Consiglio parla di “totale disprezzo della dignità della loro persona e della loro intimità”. De Vito scuote la testa e ribadisce “il massimo rispetto” in perquisizioni eseguite “da parte di donne nei confronti di donne”. Dopodiché “il Cavaliere parte di 150 agenti, mentre a noi ne risultano cinquanta”. Quindi De Vito conclude: “Se ci fosse stato qualcosa che non andava, le ragazze l’avrebbero fatto rilevare e non avrebbero firmato gli atti, come invece hanno fatto. O forse si vuole addirittura dire che costringiamo la gente a firmare atti falsi? In alcuni casi, poi, c’erano anche gli avvocati che le persone avevano chiesto di fare intervenire”.