La rottura tra il primo ministro Berisha e il Procuratore generale Rama è solo l'ultimo tassello di una crisi politica e istituzionale senza precedenti. Edi Rama, leader dell'opposizione, ha invitato i cittadini albanesi a scendere in piazza il 28 gennaio
La rottura definitiva tra il primo ministro e il Procuratore generale Ina Rama è solo l’ultimo tassello di una crisi politica e istituzionale senza precedenti nell’Albania del dopo-98. La manifestazione indetta dall’opposizione per protestare contro la corruzione governativa (e documentata tramite un video che ha portato alle dimissioni del Vice Primo Ministro Ilir Meta) è degenerata in uno scontro tra polizia e dimostranti che ha causato tre morti tra i manifestanti e decine di feriti da entrambe le parti. Le immagini delle auto date alle fiamme nel centro di Tirana hanno fatto il giro del mondo, seguite il giorno seguente dai video che mostrano gli spari scoppiati dai militari contro i manifestanti davanti ai cancelli del palazzo del presidente.”Tutto materiale messo a dispozione della Procura Generale insieme alle riprese fatte dalla videosorveglianza”, afferma Berisha, che chiede di avviare il prima possibile le indagini. Il giorno seguente il procuratore Rama compila sei mandati d’arresto nei confronti di sei responsabili della Guardia della Repubblica, tra cui figurano anche il Comandante e il Vice Comandante.
La Polizia di Stato si rifiuta di eseguire gli arresti e il 23 gennaio arriva la risposta di Berisha che accusa Ina Rama di essere coinvolto nel golpe che mira a destituire il governo.”Lo scopo di Edi Rama era quello di prendere con la forza il palazzo e la poltrona del Primo Ministro” dichiara Berisha. “Se ci riproverà il 28, se ci saranno nuovamente violenze, io riterrò lui unico responsabile e avrà per questo una punizione esemplare” aggiunge nella serata di ieri. Poco prima, con una sessione parlamentare straordinaria alla quale non partecipa l’opposizione, viene creata una Commissione d’inchiesta incaricata di investigare i fatti del 21 gennaio.
Intanto, nel pomeriggio c’è stato l’incontro con gli ambasciatori dei paesi dell’Ue e della Nato. Su loro richiesta Berisha ha deciso di spostare a sabato 29 la contro-protesta che aveva indetto per mercoledì. Oggi, dopo aver ribadito le sue posizioni davanti alla stampa internazionale, il premier si è spostato nella sede della Guardia della Repubblica, dove ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro svolto e ha accusato il reponsabile del Shish, l’apparato di intelligence, di non aver dato nessuna informazione sul colpo di stato in preparazione. Nelle stesse ore il capo dell’opposizione incontrava il Presidente della Repubblica Bamir Topi e in seguito gli ambasciatori, rassicurandoli sul carattere pacifico della manifestazione indetta per questo venerdì, che si svolgerà in memoria delle tre vittime di venerdì 21.
di Gerarta Zheji Ballo