La proposta presentata dal deputato Pdl Vitali sarà retroattiva: avranno infatti diritto al risarcimento anche coloro che sono stati “intercettati ingiustamente” in indagini risalenti a cinque anni prima della sua entrata in vigore
Prima la proposta di abbassare di due anni la soglia della maggiore età, poi il blitz (fallito) per spostare le indagini sui reati di pedopornografia e prostituzione dalle grandi alle piccole procure. E ora un altro tentativo di legge ad personam per salvare il Cavaliere dallo scandalo Ruby. “Riparazione per ingiusta intercettazione di comunicazioni telefoniche e conversazioni”. Così si chiama la nuova proposta di legge, presentata dal parlamentare e avvocato del Pdl Luigi Vitali, lo stesso che è stato relatore della legge salva-Previti.
Il testo della proposta è ora al vaglio del premier, che se venisse approvata metterebbe in seria difficoltà i magistrati che decidono di avvalersi delle intercettazioni per le loro indagini. “Il presidente del Consiglio – dice Vitali a ilfattoquotidiano.it – l’ha avuta una settimana fa. Ora chiederò la calendarizzazione in Commissione Giustizia, il che potrebbe avvenire già tra dieci o quindici giorni”.
La legge mira a inserire un nuovo articolo nel codice di procedura penale, il 315 bis, che punisce “l’ingiusta intercettazione”: chi è stato “ingiustamente” registrato ha diritto “ad un’equa riparazione”, ossia un risarcimento che può arrivare fino a 100mila euro e che sarà sborsato di tasca propria dai pm o dal Gip dopo una sentenza “di responsabilità contabile” della Corte dei conti. La proposta prevede inoltre che il ministro della Giustizia e il procuratore generale presso la Cassazione valutino la sussistenza di profili disciplinari nei confronti di quei magistrati che hanno richiesto, disposto e “eventualmente prorogato l’ingiusta intercettazione”.
Ma la cosa più importante è che, se mai approvata, la legge sarà retroattiva: avranno infatti diritto al risarcimento anche coloro che sono stati “intercettati ingiustamente” in indagini risalenti a cinque anni prima della sua entrata in vigore. “Ma non serve a Berlusconi – si affretta a dire Vitali – il premier deve attendere la sentenza di proscioglimento o il decreto di archiviazione e quindi può adire questa legge. La retroattività è per i cittadini normali”.
Il provvedimento è stato presentato alla Camera il 28 ottobre scorso, due giorni dopo il 26, quando Il Fatto Quotidiano scrisse per la prima volta del caso Ruby. Il ddl Vitali è stata sottoscritto da altri 29 parlamentari azzurri. Nella relazione di accompagnamento al testo, l’esponente spiega: “E’ innegabile che soprattutto negli ultimi anni vi sia stato un abuso di tale strumento che, da un lato, è enormemente costato alle casse dello Stato e, dall’altro, è stato largamente invasivo del diritto costituzionale alla riservatezza nei confronti di numerosissimi cittadini che sono usciti dalle rispettive vicende dopo essere passati nel ‘tritacarne’ mediatico e giudiziario”.
Se secondo l’esponente del centrodestra “il Parlamento è stato fino ad oggi incapace di dettare una disciplina che regolamentasse la materia, visto che la riforma sulle intercettazioni si è incanalata su un binario morto”, appare evidente che la normativa sembra ritagliata su misura per rendere più difficoltoso il lavoro di quesi magistrati che stanno indagando sull’ultimo scandalo sessuale che ha coinvolto Silvio Berlusconi.
L’avvocato e deputato pugliese, nonostante tenti di allontanare il sospetto che la legge sia stata tagliata su misura per il Cavaliere, si scalda quando si citano le intercettazioni relative alle serate di Arcore “è stato inutile presentare quella richiesta di autorizzazione alla Camera, se lo si è fatto – continua – è stato perché si sono voluti creare più canali e rendere più facile la propalazione delle intercettazioni”. Come se fossero stati i magistrati e non i deputati, come invece è stato, a fornire alcuni stralci alla stampa di quanto era contenuto nelle carte depositate dai magistrati milanesi presso la Giunta delle autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati.
A quanto risulta al fattoquotidiano.it, il provvedimento in questione, però, non è l’unico tentativo per mettere al riparo il presidente del Consiglio dalle conseguenze dell’inchiesta della Procura di Milano che lo vede indagato per concussione e prostituzione minorile. I parlamentari e avvocati di B. Niccolò Ghedini e Piero Longo stanno studiando nuove proposte di legge in tal senso.
Anche dal punto di vista della strategia difensiva di B. i lavori procedono spediti. Secondo l’Ansa, la nuova questione che il pool di avvocati-parlamentari del premier è stato chiamato ad approfondire è se la Procura di Milano aveva il diritto di utilizzare, senza previa autorizzazione della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, i tabulati telefonici per stabilire chi sia stato ospite della villa di Arcore di Berlusconi in un determinato periodo.
Secondo il deputato Pdl Manlio Contento, “non sembra che siano stati utilizzati i tabulati telefonici per cercare una persona in particolare, ma per capire chi frequentasse la casa del premier a 360 gradi e con quale frequenza. E questa, se così fosse, sarebbe un’ingerenza seria nella vita di un parlamentare”.
Insomma, i pm milanesi dovevano chiedere un’autorizzazione preventiva alla Giunta.
In realtà, la procura di Milano non ha prelevato tutto il traffico telefonico che nel corso dei mesi è transitato sulle celle di Arcore. Questa ricostruzione, proposta nell’ultimo numero del settimanale Mondadori Panorama, non trova riscontri negli atti.
Al contrario, come abitualmente accade in questi casi, i magistrati hanno ricostruito gli spostamenti di alcuni dei protagonisti dell’indagine chiedendo ai vari gestori telefonici esclusivamente la produzione dei tabulati dei loro telefoni cellulari. Anche per questo per tentare di riscontrare le parole di Nadia Macrì, la escort di Reggio Emilia amica di Renato Brunetta e Vittorio Sgarbi che ha sostenuto di essere stata presente alcune feste a Villa San Martino e Villa La Certosa, è stato necesario attendere qualche giorno per farsi consegnare le tracce delle sue telefonate.
Senti cosa ha detto Luigi Vitali a ilfattoquotidiano.it:
Vitali e la legge anti-Pm sulle intercettazioni by ilfattoquotidiano.it