Che bella cartolina postale che ho ricevuto questa mattina, leggete:
“La tua domanda sulla parentopoli a Silvio… Ma tu come sei arrivato, chi cazzo sei? Perché sei bravo e intelligente? Guardati allo specchio! Silvio ha il cazzo duro e ti fa il culo senza bisogno di vasellina. Non fartelo rompere ancora, a cuccia!”.
Se vi riporto questo ameno messaggio, ovviamente, non è perché mi turbi (anzi, ad esser sinceri mi diverte pensare all’ometto che lo ha vergato) ma perché è molto più chiaro di una radiografia di quello che sta accadendo in questi giorni. E’ il fermo immagine perfetto di un certo modo di pensare dei troglo-berlusconiani. E’ la fotografia esatta di quanto l’ossessione sessuale sia parte del carisma mediatico del premier, ed elemento di presa presso un corposo (e facinoroso) frammento di consenso della sua base. Certo, non ne ho le prove, ma credo che nessun elettore di Bersani manderebbe, che ne so, a Nicola Porro, un bigliettino con minacce sodomitiche. Siamo nel pieno della sessuo-politica, siamo nel pieno delle ossessioni da porno b-movie, siamo nel pieno dell’immaginario di Silvio.
Parto da questo dettaglio per dire perché, secondo me, alla regia mediatica perfetta costruita ad Arcore – far sparire le cose imbarazzanti, come la balla della fidanzata o la Minetti, ricostruire l’immagine delle figure che non si possono sottrarre dalla scena, come la santificazione di Ruby – gli uomini dell’opposizione non hanno saputo opporre delle argomentazioni efficaci. Anzi, hanno sbagliato tutto. Vi presento questa galleria. Prima immagine. Sabato scorso, il giorno della notizia, avevo ospite in trasmissione Fassino. Cosa pensa del caos Ruby? “Non voglio entrare nel merito della vicenda giudiziaria”. Primo errore: il caso Ruby è un pezzo di storia culturale di questo paese, non è un problema di avvocati e di tribunali di competenza. Seconda immagine, Pierluigi Bersani: “Berlusconi si deve dimettere perché ha violato l’articolo della Costituzione che richiede il decoro delle cariche istituzionali”. Roba da matti: viene giù il mondo, e Bersani pensa di convincere qualche berlusconiano parlandogli del “decoro”? Terza immagine, Norma Rangeri (sempre da noi, a In Onda): “Il problema delle ragazze dell’Olgettina è un problema morale”. Ovvio, condivisibile, ma cosa vuole dire? Nulla. O meglio. Nulla che possa spostare una virgola di consenso dal Caimano all’opposizione. Insomma, il centrosinistra e l’opposizione (come sempre) si pongono il problema di auto-rappresentare i loro istinti e le loro suggestioni, non di cosa comunicare (e a chi) e di come convincere. In generale ti rendi conto, dallo snobismo e dalla superficialità con cui ne parlano, che molti dirigenti della sinistra non hanno letto nemmeno le 400 pagine del fascicolone dell’inchiesta. Male.
Provo a spiegare cosa penso io, e cosa ho provato a dire quando sono stato invitato in alcuni programmi di questi giorni.
1. Il primo punto di sconcerto per il Ruby-gate, è la ricattabilità di Berlusconi. La telefonata in cui Ruby parla dei cinque milioni è stata subito cancellata. Invece è il cuore. Un Harem di trenta mantenute è prima di tutto una minaccia persino per gli elettori di destra che vogliono un Berlusconi non interdetto dalle grassazioni di qualche squinzietta che fa foto con il videofonino.
2. Le ragazze dell’Olgettina sono prostitute. So che la parola è difficile da pronunciare – il garantista Sansonetti a Canale 5 mi ha dato del “fascista” per averlo ripetuto – ma quello sono. Persone che si vendono in cambio di soldi. Solo questo permette di chiarire che l’inchiesta non è campata per aria. La prostituzione è la fine del mito del seduttore berlsuconiano. Le ragazze dell’Olgettina non sono pie donne (come vuole spiegarci Signorini) e nemmeno “povere vittime” (come dice Concita De Gregorio) ma arrampicatrici senza scrupoli, che se ne vanno a gridare al martirio con il loro patetico corredo di accessori griffati e tacchi a spillo.
3. Berlusconi non è un satiro gioioso, da condannare in nome di una morale perbenista, ma un malinconico, crespuscolare vecchietto allucinato dai fantasmi di un desiderio distorto. Gli mangiano sulla testa. Lo prendono per culo. Se lo rigirano come un pedalino. Lo disprezzano nei loro dialoghi: “Mi fa schifo… Gli tirerei un Duomo in faccia”.
4. Il Ruby-gate è la tromba della finta meritrocrazia propagandata dal centrodestra. La ragazza che prende 120 mila euro al mese (come un piccolo manager!) è un insulto a chi lavora. Le donne che hanno la mia solidarietà sono quelle che fanno le serate in paninoteca per pagarsi gli studi, non quelle che fanno i pompini per comprare il plasma a mammà e la macchima a turboiniezione.
Mi chiedo allora come mai, fra i politici, le parole più folgoranti sul Ruby-gate le ho sentite da tre persone che non sono nella prima linea. Il primo è Italo Bocchino, che a Ballarò, ha detto con geniale arguzia: “Sarà un benefattore, Berlusconi, ma come mai non c’è nemmeno una vecchina, una cassintegrata, una terremotata di Onna, fra le beneficiate dell’Olgettina?”. E’ una beneficenza ad esclusivo uso delle siliconate, diciamo. Il secondo è Ignazio Marino, che ha fatto perdere le staffe a Castelli: “Se mio nonno a ottant’anni corresse dietro a una diociottenne mi preoccuperei”. L”ultimo è Nichi Vendola, l’unico, per ora, a cui ho sentito usare l’arma corrosiva dell’ironia. “Vedo che i festini di Berlsuconi erano segnati dallo streap tease delle poliziotte e delle infermiere. Evidentemente – ha detto a Genova con la sala che si sbellicava dalla risate – un vano tentativo di esorcizzare le sue due principali paure”. Se i frequentatori dei salotti di Porta a Porta dicessero questo, e citassero qualche brandello di quelle mostruose intercettaizoni, non ce ne sarebbe per nessuno.