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A proposito del Giorno della Memoria

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1946. La guerra è oramai finita da quasi un anno e i più famosi medici tedeschi che hanno appoggiato la politica genocida nazista riprendono la loro attività.

Fritz Lenz: medico. Uno dei principali ideologi del programma nazista di “Igiene razziale” e fautore della sterilizzazione, viene nominato professore all’Università di Göttingen.

Otmar Von Verschuer: medico genetista direttore dell’Istituto di Antropologia, Eredità umana e Genetica a Berlino, portò avanti ricerche sui gemelli con organi umani, inviatigli dal suo allievo dottor Joseph Mengele, provenienti dal lager di Auschwitz. Terminata la guerra conserva il suo posto di professore all’Università di Münster.

Karl Heinze: medico, direttore dell’Istituto Statale di Golden al cui interno un reparto infantile pratica l’eutanasia, la morte pietosa, di bambini disabili. Terminata la guerra viene nominato direttore di un istituto pediatrico in Germania Ovest.

1947. Durante il “processo ai medici” di Norimberga, il dottor Karl Brandt principale imputato, medico personale di Hitler, generale di divisione delle SS, nonché plenipotenziario del Reich per l’Igiene e la Sanità, basa la sua linea difensiva dichiarando che le teorie naziste in merito alla soppressione di disabili erano basate su quelle statunitensi. Cita a tal proposito il medico americano Madison Grant, che dichiara: “Una selezione severa per lo sterminio dei deficienti, degli incapaci, in altre parole della feccia della società, ci permetterebbe di liberarci degli elementi indesiderabili che popolano le nostre prigioni e i nostri ospedali”.

1959. ll dottor Albert Hegnauer negli annali della New York Academy of Sciences scrive che gli esperimenti nazisti sulla resistenza dell’uomo a basse temperature rappresentano importanti fonti di informazione scientifica.

1980. Negli Stati Uniti è il New York Times rivela che in Virginia tra il 1927 e il 1972 sono state sterilizzate 1300 donne giudicate dal medico curante “affette da turbe mentali”.

1988. E’ resa pubblica la notizia che in diverse facoltà di medicina tedesche si usano a scopi didattici reperti anatomici provenienti da vittime dell’olocausto.

I dati sono estratti dall’interessante libro In nome di Ippocrate di Raffaella De Franco.

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