Attacco della maggioranza: "Il presidente di Montecitorio non è super partes". Rispedita al mittente la richiesta: "La sede per questo dibattito non è la conferenza dei capigruppo. La pertinenza è solo della Giunta per i regolamenti della Camera"
Il voto sulla mozione di sfiducia contro il ministro della Cultura Sandro Bondi si terrà domani alle 16. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo della Camera. La richiesta di rinvio era stata formulata dall’Udc, ma il Pdl si è opposto. Questa mattina lo stesso ministro si era detto contrario allo slittamento. La riunione è stata anche teatro di un duro scambio di battute tra maggioranza e presidente della Camera. La Lega e il Pdl infatti, con Marco Reguzzoni e Fabrizio Cicchitto, tornano a porre in discussione il ruolo di Gianfranco Fini chiedendo ufficialmente, nel corso della conferenza, che si apra un dibattito sulla questione. Ma Fini ha rispedito al mittente la richiesta con le stesse motivazioni che aveva fornito per iscritto alla Lega, dopo la sua lettera formale: “La conferenza dei capigruppo non è la sede deputata per un dibattito sul suo ruolo di presidente, che sarebbe di pertinenza solo della Giunta per i regolamenti della Camera”.
Ore 13.54 – Rutelli: “Bondi non piagnucoli e risponda alle nostre proposte”
Ore 15.57 – Domani alle 16 voto alla Camera su mozione di sfiducia
Nessun rinvio, come era stato richiesto dall’Udc, del voto sulla mozione di sfiducia nei confronti di Sandro Bondi. La Conferenza dei capigruppo di Montecitorio su richiesta del Pdl ha deciso di anticipare a domani pomeriggio il voto sulle due mozioni di sfiducia nei confronti del ministro per i Beni culturali. La seduta avrà inizio alle 16 con le dichiarazioni di voto. “Informo l’opposizione che ci accusa di tatticismi – dice ai giornalisti il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto che non abbiamo presentato noi la mozione di sfiducia nei confronti di Bondi, ma l’hanno presentata loro. Avendola presentata – spiega Cicchitto – va discussa e votata. La decisione presa oggi in conferenza dei capigruppo di non rinviare il voto di sfiducia a Bondi non è piaciuta né al Terzo Polo né al Pd né all’Idv: l’Udc, in particolare, aveva chiesto che il voto fosse spostato alla prossima settimana, visto che domani saranno assenti dall’aula i deputati impegnati nel Consiglio d’Europa che dovrà votare un documento contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo. “La posizione del Pdl è lunare – spiega ai giornalisti Gianluca Galletti dell’Udc- i nostri saranno in Europa a votare contro le persecuzioni dei cristiani e se il Pdl non capisce neanche questo ordine di priorità… Si tratta davvero di piccola tattica politica e degli interessi di un ministro”.
Ore 15.49 – Pdl e Lega chiedono dibattito sul ruolo del presidente della Camera. Fini respinge
La Lega e il Pdl, con Marco Reguzzoni e Fabrizio Cicchitto, tornano a porre in discussione il ruolo di Gianfranco Fini alla presidenza della Camera, chiedendo ufficialmente, nel corso della conferenza dei capigruppo, che si apra un dibattito sulla questione. Ma il presidente della Camera rispedisce al mittente la richiesta, con le stesse motivazioni che aveva fornito per iscritto alla Lega, dopo la sua lettera formale: la conferenza dei capigruppo – avrebbe detto Fini – non è la sede deputata per un dibattito sul suo ruolo di presidente, che sarebbe di pertinenza solo della Giunta per i regolamenti della Camera.
Ore 13.54 – Rutelli: “Bondi non piagnucoli e risponda alle nostre proposte”
“Invece di piagnucolare su presunti complotti, Bondi risponda sulle cinque proposte che il Nuovo Polo ha avanzato che sono anche una ancora di salvezza perché il ministro non vada alla deriva con Tremonti”. Lo afferma Francesco Rutelli che ricorda le proposte: “La proroga triennale del tax credit per il cinema, il reintegro del Fondo unico per lo spettacolo a 450 milioni di euro, la deroga per l’assunzione del personale idoneo; l’eliminazione dei limiti di spesa agli enti locali per mostre e sponsorizzazioni e il ripristino dei fondi per il ministero”. “Se la risposta sarà positiva – prosegue Rutelli – siamo pronti a riesaminare il nostro voto sulle mozioni di sfiducia. Se la risposta invece – come appare finora – sarà negativa, anche il nostro giudizio sulla politica del governo e sul ministro dei Beni culturali si confermerà radicalmente negativo”.
Ore 12.44 – Orlando (Idv): “Bondi si dimetta”
“Bondi faccia finalmente qualcosa di culturalmente rilevante: si dimetta. Liberi il Paese dalla telenovela di brutta qualità fatta di rinvii della questione di fiducia, tutti puntualmente implorati e sollecitati in privato, e pubblicamente smentiti dallo stesso interessato. La cultura italiana e le istituzioni parlamentari non possono continuare a essere mortificate dal massacratore Bondi”. E’ quanto afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando.
Ore 11.57 – Reguzzoni (Lega): “E’ un rinvio tecnico”
La Lega concorda con la richiesta di un rinvio del voto sulle mozioni di sfiducia sul ministro Bondi a Montecitorio a causa della concomitanza di una importante riunione del Consiglio d’Europa. “Si tratta di un fatto tecnico – spiega il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni -: il Consiglio d’Europa è convocato proprio in questi giorni su argomenti che interessano il paese e su cui i nostri parlamentari hanno un mandato preciso. Non possiamo cambiare la convocazione del Consiglio d’Europa né tanto meno richiamare indietro i nostri deputati, altrimenti avremo meno voti in sede Consiglio d’Europa. Di qui la necessità tecnica di uno slittamento di qualche giorno per la questione Bondi”. Sull’esito del voto sul ministro, Reguzzoni si dice ottimista: “I numeri in Parlamento il governo li ha sempre avuti: il 14 dicembre e nelle 20-30 occasioni successive. Per questo non siamo affatto preoccupati”.
Ore 11.37 – Franceschini (Pd): “Rinvio chiesto dall’Udc è ragionevole”
Il rinvio della discussione e del voto sulla mozione di sfiducia al ministro Sandro Bondi “è stato chiesto dall’Udc e lo sosterrò in conferenza dei capigruppo”. Così Dario Franceschini, presidente del gruppo Pd alla Camera, commenta l’appello del ministro Bondi che ha sollecitato un voto in tempi rapidi. Franceschini ha spiegato che “il rinvio è stato chiesto perché c’è la concomitanza con il Consiglio d’Europa, mi sembra ragionevole, lo sosterremo. Del resto, loro hanno voluto rinviare per due mesi, ora non mi sembra che due o tre giorni in più possano cambiare la situazione”.
Ore 11.11 – Urzì (Fli): “Bondi dispostoa tutto per avere fiducia della Svp”
“Mai prima d’ora un intervento politico del governo o di un suo ministro era stato tanto esplicitamente destinato a raccogliere la fiducia della Svp: il carattere sibillino della nota del ministro Bondi è presagio di sciagure”. Lo afferma il consigliere provinciale finiano Alessandro Urzì in riferimento all’intervento di Bondi dopo l’annuncio della Svp di votare per la sua sfiducia. “Il tono – prosegue – non è quello del ministro preoccupato del futuro e della coesione sociale in Alto Adige, ma quello del personaggio che si sente braccato per una fiducia parlamentare che non ha più e che alla vigilia del voto parlamentare è disposto a mettere sul tavolo tutto pur di compiacere chi lo potrebbe ancora confermare nel suo incarico”. “Siamo già reduci dallo smembramento del Parco dello Stelvio”, afferma Urzì che ora teme che i lavori al monumento alla Vittoria di Bolzano saranno fermati, “trasformando quel sito in un cantiere infinito. E’ quello che a Bondi riesce meglio”.
Ore 10.10 – Bondi: “No rinvio, sarebbe intollerabile”
“Un ulteriore rinvio della mozione di sfiducia che mi riguarda sarebbe intollerabile. C’è un limite anche a giocare con la dignità delle persone per squallide ragioni di interesse politico”. Così il ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, interviene circa l’ipotesi di slittamento di una settimana dell’esame e del voto sulla mozione di sfiducia individuale contro di lui, il cui iter è cominciato ieri alla Camera.
(ER)