Politica

Com’è triste Ancona<br>(per B.)

Quando si dice l’ironia della sorte. Il 24 gennaio 2011 doveva essere una vera benedizione per il sistema Berlusconi-Letta-Bertolaso. Il Consiglio Permanente della Cei era stato convocato ad Ancona come tappa di avvicinamento al Congresso eucaristico del prossimo settembre, quando il Papa sarà ospite della metropolìa di Ancona e Osimo.

Un grande evento organizzato dalla Protezione civile per il quale il ministro Bondi, a suo tempo, aveva promesso 10 milioni di euro. Un raduno che si stima possa portare nelle Marche oltre mezzo milione di fedeli con gran piacere dell’arcivescovo Edoardo Menichelli, sacerdote cui Bertolaso ha chiesto di celebrare i recenti funerali del padre.

Insomma legami forti, intrecci saldi che dovevano trovare nell’appuntamento anconetano un nuovo punto fermo: la Cei e il suo presidente Bagnasco si sarebbero mosse in uno scenario completamente diverso se i piani fossero rimasti quelli originari, con Berlusconi saldo in sella, il mediatore Letta a tenere sorridenti rapporti col Vaticano, il ministro Bondi a gestire gli aspetti poetici e Bertolaso con la sua jeep di scorta al Santo Padre.

La realtà oggi è molto diversa. Bertolaso è fuori gioco, Bondi rischia l’espulsione, Berlusconi deve ascoltare dal palco un Bagnasco che gli parla di comportamenti inaccettabili e scarsamente morali. L’alto prelato dice anche che occorre fermarsi tutti un attimo, frenare la spirale di contrapposizione politica e sociale, fare molta attenzione in un passaggio così delicato per l’Italia. Ovvero, se un governo alternativo sembra ormai una necessità condivisa – e Tremonti l’uomo giusto praticamente per tutti – ora non bisogna rovinare tutto per la fretta. Il premier ha già dimostrato di avere sette vite: stavolta la manovra non ammette errori, la cautela è d’obbligo.

Un assist colto al volo da Gianfranco Fini, anche lui presente ad Ancona nel fatidico lunedì per presentare il nuovo gruppo Fli Marche. Una cena con 350 persone, utile a capire quali siano gli spazi reali di manovra politica sul territorio, per esempio nell’unica regione italiana dove il Pd ha messo insieme al governo Idv e Udc. Ma intanto, per gli scenari nazionali, la linea resta quella: Berlusconi deve dimettersi, il governo è finito. Con la benedizione di Bagnasco.