Secondo l'eurodeputato dell'Idv, l'alleanza con il Pd alle elezioni amministrative del capoluogo campano non è scontata. L'affermazione alle primarie di Andrea Cozzolino, delfino dell'ex presidente della Regione Antonio Bassolino, "non garantisce un autentico rinnovamento"
“Quelle di Napoli sono state primarie di apparato e con forti sospetti di brogli”. Per questo l’europarlamentare Luigi De Magistris assicura: “In assenza di un segnale forte di discontinuità e di rinnovamento, l’Idv potrebbe presentare un suo candidato a sindaco di Napoli. E quel candidato potrei essere io”. E se qualcuno dovesse rinfacciargli lo status di imputato per omissione d’atti d’ufficio per vicende che risalgono ai suoi trascorsi da pm a Catanzaro, De Magistris dice sin da ora: “Mi hanno sommerso di denunce ingiuste e sono riusciti a fermarmi da magistrato. Ma non riusciranno a fermarmi da politico”.
La sua candidatura è un’ipotesi concreta?
“E’ un’ipotesi sempre esistita e proviene non solo dall’Idv ma da ampi strati della società civile napoletana”.
Perché non l’avete vagliata attraverso le primarie?
“Non abbiamo partecipato a questo tipo di primarie perché abbiamo percepito subito l’assenza di una proposta forte. Era chiaro il loro carattere di questione quasi tutta interna al Pd. Non erano primarie capaci di suscitare quell’entusiasmo di cui Napoli ha bisogno”.
Eppure ci sono stati 45.000 votanti.
“Un dato che invece conferma le nostre perplessità. Non sono d’accordo con chi cita i numeri dell’affluenza per parlare di grande successo della democrazia. E’ evidente che sono andati a votare solo gli apparati costruiti intorno ai partiti e ai candidati. Queste primarie sono sembrate solo un grande congresso aperto a un po’ di persone in più rispetto ai singoli tesserati. Ma le primarie hanno un senso soltanto se riescono a coinvolgere tutti gli strati della società che si riconoscono in una coalizione. La conferma arriva dal risultato di Libero Mancuso, che a me non pare particolarmente positivo. Colui che si presentava come il candidato del rinnovamento ha raccolto circa 6.000 preferenze. Non è un dato pessimo, però non ha sfondato”.
A sorpresa le primarie sono state vinte dal democratico Andrea Cozzolino. Il delfino di Antonio Bassolino.
“Anche questo non ci entusiasma. Il risultato va rispettato, salvo però vagliare le accuse relative ai fatti che stanno emergendo. A Miano hanno votato ogni 30 secondi… E lì è stato espresso un voto bulgaro nei confronti di Cozzolino. Bisogna ovviamente fare tutte le verifiche del caso, ma se le accuse di brogli e di inquinamento del voto da parte del centrodestra venissero confermate, sarebbero primarie truffa, viziate da gravi irregolarità. Facciamo però l’ipotesi che sia stato tutto regolare: ha comunque vinto un candidato che è l’esatta continuità del bassolinismo, un fenomeno che vorremmo metterci alle spalle”.
Quindi lei e il suo partito come intendete muovervi?
“Aspettiamo l’esito dei controlli in seguito alle denunce sui brogli. E nel frattempo verificheremo il livello di coesione e di risistemazione dei rapporti all’interno del Pd, le cui divisioni non fanno bene al centrosinistra, per capire se la rottura di queste ore è provvisoria o definitiva. Ma in ogni caso chiederemo discontinuità. L’Idv non parteciperà a un progetto che non dovesse rappresentare un autentico rinnovamento, sia nei programmi che nelle persone. Altrimenti ci smarcheremo e faremo qualcosa di diverso”.
Con chi?
“Vedremo. Se l’Idv dovesse fare una scelta forte, si valuterà anche la mia eventuale candidatura”.
Cozzolino candidato a Napoli come De Luca candidato in Regione. Anche nel 2010 l’Idv invocava discontinuità e in un primo momento si disse contraria al sostegno al sindaco di Salerno. Poi cambiò idea. Una vicenda che ha lasciato ferite. Non teme che possa ripetersi?
“Il rischio al momento non c’è. L’Idv si è dissociata dalle primarie e sta lavorando a un’alternativa. Quel che è accaduto allora deve essere da monito per non ripetere gli stessi errori, per consentire al centrosinistra di vincere e di convincere. A noi non interessa un successo nel segno della continuità con una stagione politica che riteniamo chiusa”.
E’ pronto ad affrontare, in caso di sua candidatura, le inevitabili polemiche sul suo rinvio a giudizio e sull’eccezione che l’Idv farebbe alla regola di non candidare imputati?
“Quel rinvio a giudizio mi ricorda quante lacrime e sangue ho dovuto versare per fare il magistrato onestamente, indagando sui poteri forti che mi hanno massacrato a suon di denunce ingiuste e infondate. Proprio poco fa ho avuto notizia dell’ennesima archiviazione di una denuncia del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa. Al contrario di chi sfugge i processi, io mi difenderò in aula, ma non lascerò che la mia attività politica venga condizionata da questa imputazione. Anzi andrò avanti più speditamente, convinto della mia onestà e rettitudine. Mi hanno fermato da magistrato, non mi fermeranno da politico”.