Caro blog,
è più di un mese che non scrivo. Forse perché gli ultimi commenti ai miei post hanno superato i limiti della decenza. Forse perché l’aria è talmente amara che proprio non viene voglia di scrivere. Forse perché ne accadono talmente tante ogni giorno, che uno non sa cosa prediligere e alla fine sceglie la quiete del silenzio.
Ma, certo, oggi la notizia che Nichi Vendola consegnerà un premio a Luca Medici, cioè Checco Zalone, durante il Festival del cinema di Bari è qualcosa che va oltre ogni limite del silenzio.
Sia chiara una cosa: Checco Zalone e il suo regista Gennaro Nunziante hanno realizzato due film onesti, a tratti (il secondo molto a tratti) divertenti. Ma nulla di più. In un’altra epoca, soprattutto Che bella giornata sarebbe stato stroncato dalla critica. E qualcuno anche tra gli addetti ai lavori forse avrebbe fatto dei distinguo e non necessariamente si sarebbe fatto influenzare positivamente dalla misura dell’incasso, gridando a un nuovo modo vincente di fare cinema in Italia. Niente. Andate a leggere le critiche di quasi tutti i quotidiani e le dichiarazioni entusiastiche dei vari rappresentanti dell’industria cinematografica del nostro bel paese: Checco Zalone è un eroe.
E allora un eroe, specialmente se popolare, va premiato. E in quest’epoca di aria amara non meraviglia che il primo a farlo sia il cantore dell’Italia migliore, quella, a detta sua, “che è stata soffocata, che è stata seppellita, umiliata e sventrata dall’Italia peggiore che si è fatta Stato, governando con le sue dinamiche luride, con un plebeismo piccolo borghese diventato la lingua ufficiale delle classi dirigenti”.
Io, che a Nichi Vendola ho dedicato film e parole; che ancora mi ostino a credere che Nichi Vendola sia una delle pochissime cose belle di questo paese; che ancora credo che un cinema di un paese civile, quello dell’Italia migliore, per intenderci, debba saper analizzare nella maniera giusta il successo di Checco Zalone, debba anche gioirne, ma senza dimenticare che esiste un cinema migliore, tipo, per fare qualche nome, quello di Bellocchio, di Amelio, di Gaglianone, di Garrone, di Sorrentino, che non possono minimamente essere messi in discussione, anche se i loro ultimi film tutti insieme non hanno incassato come dieci giorni di Checco Zalone; insomma io, perdonatemi, se Nichi Vendola premia Checco Zalone mi incazzo e voglio urlare la mia incazzatura, rompendo la quiete del silenzio.
Punto e basta.