… Grande ospedale pubblico a Roma. Sala d’attesa dell’ambulatorio per anziani affetti da malattie neurologiche. Li vedi fragili, infreddoliti (il condizionatore è rotto). I parenti che li accompagnano si stufano ad aspettare. Un figlio, innervosito dall’attesa, continua a far telefonate di lavoro. Parla di mail, dice frasi tipo “Il pdf te lo allego”, usa una terminologia oscura ai vecchietti in attesa: allegato, mail… Iperuranio per i presenti. La mamma, una donna mite con lo sguardo perso dalla malattia, è seduta, lo guarda e si sente in colpa. Avverte che lui è lì, ma avrebbe cose più importanti e gratificanti da fare. Gli sussurra: “Ti vuoi sedere tu?” … Lui scrolla le spalle. “Non ti preoccupare”, dice… il suo è quasi un ringhio. Arriva il mio turno, devo sbrigare questioni burocratiche per mia madre. La dottoressa è affranta, stanca, ma cerca di rendere il meglio di sé.
E’ gentile, efficiente, ma capisco che sta lavorando sotto uno stress pazzesco. Quando capisce che sono giornalista decide di sfogarsi: “Vogliono chiudere questo ambulatorio… (un day hospital per patologie neuorologiche)… Lo vogliono chiudere a breve… e noi abbiamo preso appuntamenti per i prossimi mesi. Cosa diremo ai nostri pazienti? A quelli che contano sul nostro aiuto? A quelli che stanno facendo la riabilitazione dopo un ictus? Ai familiari e alle badanti che seguono un corso pomeridiano per imparare a prendersi cura di un malato di Alzheimer o di demenza? Da noi – prosegue – in molti lavorano gratuitamente”. In dieci anni i medici di questo ambulatorio hanno messo su una vera e propria rete di assistenza avvalendosi anche della collaborazione dei volontari.
“Io cambio camice… di giorno faccio la neurologa e poi vado a fare le notti… in corsia… Il blocco del turn over ci ha costretti a tornare indietro. A massacrarci come quando eravamo giovani, ma gli anni sono passati, non ho più l’energia di una volta”. E poi mi dice esasperata: “Chi li difenderà questi? Sono vecchi, dementi e poveri… Non protesteranno mai… Nessuno saprà mai che gli hanno sfilato da sotto dei diritti”. Ho con me i giornali, l’occhio mi casca sulle consulenze del comune di Milano, 50 milioni di euro a pseudo esperti… Così va l’Italia, oggi.