Energie In Fuga è un network di giovani italiani che vivono all’estero partito un paio di anni fa a Londra. Tra i fondatori Luca Zaini, di Brescia, che dopo un periodo a Londra oggi vive a Francoforte dove lavora per una banca; Stefano Barone, con base a Londra, impegnato nel settore musicale; Claudia Baldoli, docente di storia presso l’Università di Newcastle; Manfredi Nulli, anche lui con base a Londra dove lavora per una società di consulenza; Enrico Scalavano, 27 anni, PhD in Ingegneria informatica.
Il network propone un Appello degli Italiani all’estero per l’italia che vogliamo.
Ma cosa è esattamente, e cosa si propone di fare Energie in Fuga?
Partiamo intanto dalla definizione. Possiamo considerare energie in fuga quelle dei tantissimi italiani, per la maggior parte giovani, ma non solo, che hanno deciso di lasciare l’Italia per costruirsi una vita altrove. Il nome del network si contrappone all’impostazione “elitarista” data alla fuga dei giovani italiani all’estero, definita dai media italiani come “fuga dei cervelli”. “Il fenomeno della nuova emigrazione italiana – spiega Manfredi Nulli – va ben al di là della fuga dei ricercatori ed accademici verso strutture universitarie all’estero. Riguarda infatti tantissimi giovani che semplicemente decidono di abbandonare l’Italia per costruirsi un avvenire perché percepiscono l’Italia come un Paese bloccato e senza futuro”.
“Le giovani generazioni rappresentano l’energia di un Paese e se tra loro moltissimi decidono di andar via, significa che un problema c’è ed è grave. Con l’appello L’Italia Lontana, che è al contempo una denuncia e una dichiarazione d’amore verso il nostro Paese, sentiamo il dovere – prosegue Manfredi Nulli – di far sentire la voce degli italiani all’estero in un momento in cui gli italiani sembrano ritrovarsi in una totale assuefazione rispetto al decadimento morale e culturale, prima ancora che politico, in cui il Paese versa”.
“L’iniziativa – aggiunge Stefano Barone – è per me un grido di allarme da parte di chi, essendo all’estero, si accorge maggiormente del baratro culturale, sociale, occupazionale, politico e morale in cui vede sprofondare l’Italia. Dai paesi in cui i diritti sono garantiti e non concessi come favori, in cui il merito e il valore individuale sono premiati da chi investe sul talento, in cui la democrazia non è seriamente compromessa da monopoli mediatici e gruppi criminali con rappresentanza parlamentare, risulta ancora più urgente gridare alla mobilitazione generale del popolo italiano, perché si svegli e ricominci a lottare per rimuovere un regime che ne opprime e umilia la dignità e i diritti”.