Mi rivolgo a te, cara Nicole. Siamo coetanee, siamo concittadine, e abbiamo anche qualche amico in comune. Siamo ambedue di madrelingua inglese e abbiamo fatte entrambe danza per tanti anni. Fino a un certo punto le nostre vite, quindi, sono state molto simili. Frequentavamo gli stessi locali e a Rimini facevamo probabilmente le stesse cose. Poi le nostre strade si sono separate, tu sei andata a Milano e io a Roma. E qui mi fermo, perché ho già espresso, sempre su questo blog, il mio giudizio sulle tue attività pregresse e su ciò che è emerso dalle indagini.

Ho anche scritto che per le ragazze coinvolte nel caso Ruby non ho nessuna pietà, ma solo indignazione. Ed è tuttora così. Ma la sicurezza che hai ostentato in maniera arrogante nei confronti dei giornalisti subito dopo lo scoppio dello scandalo si sta ora sgretolando, e sta lasciando il posto alla naturale fragilità di una 25enne, che solo fino a pochi giorni fa credeva di avere il mondo in mano, con la frequentazione dell’uomo più ricco e potente del paese e con l’avvio di una carriera invidiabile. Oggi ti sei ritrovata a essere la pietra dello scandalo e il capro espiatorio di un sistema di cui tu sei stata artefice e responsabile, ma che probabilmente avevi preso con troppa leggerezza.

Feste, belle ragazze, divertimento: perché non buttarcisi dentro, soprattutto considerato che rispetto alle altre tu avevi una marcia in più, con le tue origini ben più fortunate delle “sudamericane che vengono dalle favelas” e un passato diverso dalla “zoccola”? Eppure hai peccato di leggerezza, e non sei riuscita a cogliere il discrimine delle ultime decisioni che hai preso rispetto al passato. Nel momento in cui hai accettato la candidatura nel listino bloccato di Formigoni, per la quale sono state addirittura convocate riunioni straordinarie e falsificate firme, sei passata dal tuo divertimento e godimento privato al legittimo interesse pubblico. E se “a lui fa comodo mettere te e me in Parlamento, perché dice ‘Bene, me le sono levate dai coglioni e lo stipendio lo paga lo Stato’”, tu quel posto lo hai accettato, e con esso tutte le sue conseguenze. E cioè lo sdegno, la riprovazione pubblica e la richiesta delle tue dimissioni.

Cara Nicole, mi rivolgo a te perché con quelle lacrime agli occhi e quella vita rovinata, tu che hai 25 anni e “vuoi sposarti e avere dei figli”, e che hai paura che questo immenso scandalo e le indagini a tuo carico mettano in pericolo i tuoi sogni, hai ancora la possibilità di riscattarti. Puoi finalmente raccontare la verità, addossarti le tue eventuali responsabilità e parare così te stessa e non “il culo flaccido” del Presidente. Tutti noi possiamo sbagliare, e senz’altro la tua giovane età ti aiuta. E allora liberati da questo sistema che ti vuole avvocato d’ufficio del Presidente, e rivolgiti finalmente ai cittadini, dei quali hai deciso di diventare una rappresentante. Solo così potrai legittimamente coltivare i tuoi sogni e tornare a essere una mia coetanea che fa la spola fra Milano e Rimini e che può guardare tutti dritto negli occhi, senza esitazione.

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