Alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il vicepresidente del Csm è intervenuto alla cerimonia d'apertura dell'anno giudiziario. Assente il premier Silvio Berlusconi
“E’ oramai sotto gli occhi di tutti come la situazione quasi fallimentare della giustizia e dei suoi tempi si stia trasformando in una situazione che si può definire quasi di insolvenza per lo Stato”. Lo sottolinea il Procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, nella sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. “Non siamo più nemmeno in grado di pagare gli indennizzi dovuti per la violazione dei canoni di un giusto e celere processo”, prosegue Vitaliano con riferimento alla insolvenza dello Stato italiano perfino per quanto riguarda il pagamento degli indennizzi previsti dalla legge Pinto. Nel 2008 l’esborso è stato pari a 81 milioni di cui ben 36 milioni e mezzo “non risultano pagati malgrado l’esecutività del titolo”.
Ricordando che “ai giudici si deve rispetto, un rispetto talora troppo trascurato” il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha sottolineato come la “magistratura non ha disegni sovversivi”. Nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, Vietti fa riferimento “all’attualità dirompente” che vede ancora una “contrapposizione” tra politica e giustizia. “E’ nel processo – ha aggiunto – che si incarna lo stato di diritto e si assegnano torti e ragioni”.
L’intervento di Vietti ha fatto seguito alla relazione iniziale di Ernesto Lupo, primo presidente della Cassazione. “I magistrati continueranno ad adempiere alle loro funzioni con serenità e con impegno”, ha assicurato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e “all’intera comunità nazionale” Ernesto Lupo. I magistrati proseguiranno ad essere “fedeli al modello di giudice capace, per la sua indipendenza, di assolvere un cittadino in mancanza di prove della sua colpevolezza, anche quando il sovrano o la pubblica opinione ne chiedono la condanna, e di condannarlo in presenza di prove anche quando i medesimi poteri ne vorrebbero l’assoluzione”. Nella sua relazioni Lupi lancia anche l’allarme sulla criminalità organizzata, in particolar modo sull’espansione della ‘ndrangheta che rappresenta, ha detto, “un’emergenza nazionale”. Ed ha ribadito che le intercettazioni sono uno strumento “d’indagine indispensabile senza le quali le armi da opporre alla criminalità organizzata sarebbero non soltanto spuntate ma prive di qualsiasi efficacia”. Inoltre ha sottolineato come nonostante l’inaugurazione dell’anno giudiziario cada “in una fase particolarmente delicata e critica della vita del Paese, in cui sembrano prevalere contrapposizioni, frammentazioni e interessi settoriali” ma “i magistrati continueranno ad adempiere alle loro funzioni con serenità e con impegno”.
Napolitano, è arrivato in Cassazione accompagnato dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e dal vicepresidente del Csm, Michele Vietti. Tra le autorità presenti in sala ci sono i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il giudice costituzionale Alfio Finocchiaro in rappresentanza della Consulta e, tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli e la presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Assente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che l’anno scorso aveva invece partecipato alla cerimonia.
Nel suo intervento Lupi ha tracciato un quadro preoccupante sullo stato della giustizia e sulle emergenze del paese, a partire dalla criminalità organizzata. L’espansione della ‘ndrangheta, ha detto, è una “emergenza nazionale” e per affrontarla serve un “potenziamento straordinario del settore investigativo e giudiziario, ai quali non possono essere lesinate le necessarie risorse economiche”.
Lupo segnala la “pressione estorsiva” esercitata a danno delle imprese “impegnate nella costruzione di tratti autostradali calabresi e aggiunge che la penetrazione della ‘ndrangheta ha assunto ormai dimensioni interregionali e internazionali, acquisendo le peggiori connotazioni delle altre più antiche organizzazioni criminali, anche con tendenza al superamento della dimensione di microcosmi a struttura familiare e localistiche verso la caratterizzazione di cellule interdipendenti e collegate al vertice da strutture sovraordinate”.