Nel tentativo di spiegarmi al meglio, avendo da qualche giorno la speranza di veder sparire l’Inimmaginabile al Potere e volendo questa volta evitare la troppo delicata e fragile Immaginazione al Potere, dovrete chiudervi per 48 ore a pensare intensamente a ciò che dovrà caratterizzare questo vostro festeggiamento/ringraziamento, studiare bene da chi e da che cosa vorrete assolutamente prendere distanza. Per chiarezza vi dico quello che io ho pensato in queste ultime 48 ore. Dobbiamo pensare a un antipasto. Cercate una donna ortolana che vi venda del radicchio di Treviso e poi voi tritate il rosso per poi saltarlo per qualche minuto, lasciandolo sostanzialmente crudo dentro un intingolo di un cucchiaio di olio in cui avrete fatto rosolare leggermente uno spicchio d’aglio per poi sfumare il tutto con un bicchiere di vino rosso. Aggiungete a questo un mezzo cucchiaio di aceto e olio e un mezzo cucchiaino di zucchero servendo quest’insalatina cruda/cotta, vinosa/acetosa, dolce/amara in delle coppettine. A inizio cena il radicchio rosso vi stimolerà tutte le funzioni epatiche, facendovi affamati delle prossime generosità.
Cercate una donna che conosca la scienza dei taglierini e risaltateli in un sugo detto della Ponzese Innamorata. Olio e aglio tritato che abbia raggiunto il colore del rame, scioglieteci dentro quattro filetti di acciuga, una presa di origano, tre prese di finocchio macinato e fate tirare il tutto insieme a del pomodoro di buona qualità, peperoncino macinato. Prezzemolo e, se abitate in riva al mare, basilico termineranno questa salsa con l’aggiunta di olio a crudo e di abbondante burro. Tutto questo servirà per condire generosamente i suddetti taglierini all’uovo. Vi raccomando la cottura al dente.
Seguirà la pulitura dei carciofi detti mamme, che dovrà essere fatta con attenzione e generosità femminile, su cui dovrete – per essere certi – riflettere in quanto uomini, per non trovare, nel mangiarli, alcuna durezza delle foglie. Cuoceteli in un tegame dopo averli farciti di un trito di aglio, sale pepe e prezzemolo con abbondante olio, lasciandoli umidi dell’acqua della lavatura, avendo il coraggio di cuocerle in una casseruola per 7 minuti, e neanche uno di più, a fuoco sensibilmente vivo. Lasciateli poi sempre a tegame coperto in un forno spento ma preriscaldato a 150 gradi per altri 15 minuti. Vedrete che a quel punto le mamme saranno ben cotte e turgide, non presenteranno alcuna mollezza. Dovrete affogarle a testa in giù in una teglia dove precedentemente avete disteso un abbondante purè fatto di latte caldo, parmigiano, burro fuso e patate. Gratinate il purè e poi, aiutandovi con un cucchiaio, fate delle buchette, tante quante mamme avete cucinato, per depositarvi dentro un tuorlo di uovo crudo che ricoprirete con la mamma stessa, facendo attenzione che finisca nel vuoto al centro del carciofo.
Per dolce, dalla solita ortolana, avrete comprato delle pere Kaiser e le avrete disposte in una teglina con abbondante vino rosso e abbondantissimo zucchero. Cuocetele nel solito forno a 150 gradi. Dopo di che le ripassate su un fuoco vivo per un’ulteriore rapida bollitura, coprendo il tutto con un attento involucro di carta argentata. Questa operazione vi darà certezza di un’ulteriore lucidatura caramellata per le pere.
Dimenticavo. Alla vostra cena servirete soltanto vino bianco con le bollicine e inviterete soltanto donne. Così, per approfittare dell’occasione, non apparecchierete per voi. Le servirete per tutta la sera passando dalla cucina al vostro salotto, dove avrete cura di apparecchiare per loro, nella maniera più elegante possibile. Rimanendo poi a distanza starete tutta la sera in silenzioso ascolto per imparare molto, molto di più di quanto mai avrete imparato a una cena di soli uomini.