C’è il rischio che, distratti dalle gesta amorose del Cavaliere, ci dimentichiamo di quelle dei suoi lacché. Di recente sono apparsi o tornati alla ribalta tipi come Frattini, in edizione portalettere, Brigandì, archivista al Csm, il prefetto di Milano Lombardi, squisito nell’accoglienza della donna del trafficante di droga, Lunardi, benefattore di Propaganda Fide, Bertolaso, angelo custode dell’Italia, Minzolini, il Direttorissimo.
Un breve promemoria per non perderli di vista.
Non perdiamoli di vista
E’ il solito egoista accentratore
che vuole l’attenzione su di sé,
facendoci scordare dell’orrore
che ispira la sua banda di lacché.
C’è Frattini, il ministro inesistente,
che non parla d’Egitto e Tunisia,
ma dell’alloggio di quel deficiente
fratello di chi fu la leccornìa
di Luciano Gaucci da Perugia.
C’è Brigandì, quel nobile leghista
che stando al Csm non indugia
a passare a uno pseudo giornalista
il fascicolo della Boccassini,
rea d’un bacio per strada a un ragazzaccio.
C’è il Prefetto gentil dei meneghini
che l’amor di un colpevole per spaccio
riceve deferente in prefettura
poiché fa il bunga bunga col caimano.
C’è Bertolaso che si prende cura
d’ogni guaio feral dell’italiano,
si dice, in cambio di buste e massaggi.
Lunardi forse autor di un magna magna
con Sepe il cardinal che trae vantaggi
per Propaganda Fide a Piazza Spagna
in cambio di una casa a basso prezzo.
E infin c’è Minzolini, il direttore
che vuol celare con qualunque mezzo
le sconcezze a milion del suo Signore.
Non copra il bunga bunga femminile
le porcate di tutti i suoi serventi,
non copra lo scopare minorile
il pullular di pessimi elementi.